Servizio di adorazione ore 8.30 – Palermo, domenica 30 gennaio 2005

 

            Oratore: f.llo Elia Cascio

 

                                                     RIEMPI  I  VASI

 

“Molti dicono: <<Chi ci farà vedere il bene?>>. O Eterno, fa’ risplendere la luce del tuo volto su di noi. Tu mi hai messo più gioia nel cuore di quanto ne provano essi, quando il loro grano e il loro mosto abbondano” Salmo 4:6.

 

                                                                                                       Redazione a cura di Caterina Di Miceli

 

Ho bisogno di Te”, recita il commovente canto di adorazione che oggi la chiesa ha innalzato allo Spirito Santo. Un’invocazione, un grido che esprime la consapevolezza della nostra  piccolezza e al tempo stesso la fiducia nella grandezza, nella potenza, nell’amore di Dio e il desiderio di essere riempiti della Sua unzione e di tutte le cose sante e buone di cui Egli vuole ricolmare chi lo desidera fortemente e Glielo chiede in preghiera.

 

Siamo dei vasi, è stato abbondantemente spiegato nelle predicazioni delle scorse domeniche, e come tutti i vasi siamo destinati ad essere riempiti. Ma noi, di cosa siamo ripieni? Siamo dei vasi ad onore, oppure a disonore?

2Timoteo 2:20 afferma che “… in una grande casa non vi sono soltanto vasi d’oro e d’argento, ma anche di legno e di terra; gli uni sono ad onore, gli altri a disonore”.

I figli di Dio sono chiamati ad essere dei vasi ad onore destinati a contenere Cristo e il Suo regno, a vivere per lo spirito e non secondo i desideri della carne, ma potrebbe verificarsi il paradosso che ad un’apparenza spirituale non corrisponda un adeguato contenuto interiore e che nel proprio intimo si coltivi interesse per le cose del mondo, divenendo contenitori di cose inutili anche se non sempre peccaminose, anziché delle cose preziose che Dio vuole darci e che danno valore al vaso.

 

Dio vuole che i Suoi figli siano ripieni della Sua unzione e della Sua potenza, e perché questo si realizzi nella nostra vita dobbiamo andare metodicamente alla Sua presenza, svuotarci di tutti i sentimenti di odio, ira, invidia, gelosia, malvagità, amarezza, amore per le cose vane di questo mondo ecc., che non avvelenano solo chi li coltiva, ma si riversano su coloro con cui si entra in contatto, e soprattutto sui familiari.

In Romani 9:22-24 si legge: “E che dire se Dio, volendo mostrare la sua ira e far conoscere la sua potenza, ha sopportato con molta pazienza i vasi d’ira preparati per la perdizione? E questo per far conoscere le ricchezze della sua gloria verso dei vasi di misericordia, che lui ha già preparato per la gloria, cioè noi che egli ha chiamato, non solo fra i Giudei ma anche fra i gentili?”. Prima di conoscere Cristo e di farlo entrare nella nostra vita, eravamo tutti colmi d’ira, d’invidia, di spirito di contesa, di malvagità, di amore per il peccato, ma con Cristo siamo stati liberati da quelle nefandezze ed abbiamo la possibilità di riversare sugli altri la misericordia, la grazia e la potenza di cui Egli vuole riempirci  Colui che è disceso è lo stesso che è anche salito al di sopra di tutti i cieli, per riempire tutte le cose” (Efesini 4:10).

 

Al Padre preme che i Suoi figli siano ripieni di Spirito Santo, e nella Scrittura se ne coglie un espresso comando: “E non vi inebriate di vino, nel quali vi è dissolutezza, ma siate ripieni di Spirito…” (Ef. 5:18). Con l’imperativo “siate ripieni” Egli esprime l’ordine di mantenere ininterrotta nel tempo la condizione di pienezza, grazie ad una vita di preghiera costante, unico mezzo che promuove il riempimento dell’unzione di Dio. Venire meno all’appuntamento di preghiera significa offrire al nemico l’opportunità di riempire delle sue lusinghe e dei suoi pensieri i vuoti che si creano in chi è nato di nuovo (Matteo 12:43-45), con l’intenzione di riprenderne possesso. Se non si è ripieni di Spirito Santo perché scoraggiati, abbattuti per le fatiche quotidiane, le difficoltà e le prove,  verremo inevitabilmente riempiti d’altro.

Essere ripieni di Spirito Santo rompe i freni inibitori, distrugge la paura, dà franchezza e, analogamente a quanto accade a chi è ubriaco, induce a fare cose apparentemente folli, come parlare in altre lingue o promuovere azioni miracolose.

 

Nel libro degli Atti vengono narrati episodi delle cose straordinarie compiute dagli apostoli dopo che furono riempiti dallo Spirito Santo nel giorno di Pentecoste. “Così furono tutti ripieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, secondo che lo Spirito dava loro di esprimersi” (Atti 2:4). Potenti operazioni venivano compiute anche da uomini semplici, come Stefano (Atti 6:8), grazie all’unzione di Dio di cui erano ripieni. Obbedire all’invito del Signore e lasciarci riempire della Sua grazia e della Sua unzione, fa scattare la manifestazione della Sua potenza e della Sua gloria e permette di vincere molte battaglie in preghiera.

 

 Colossesi 3:16 ci esorta ad essere abbondantemente riempiti della Parola di Dio, e Romani 15:14 ad essere ripieni di bontà, di conoscenza e disponibilità alla correzione reciproca “…anche voi siete pieni di bontà, ripieni d’ogni conoscenza, capaci anche di ammonirvi gli uni gli altri”.

Raggiungere il carattere di Cristo è il nostro obiettivo, e a tal fine occorre partecipare con zelo agli incontri con i fratelli, mantenere viva la vita di preghiera, cercare costantemente la faccia di Dio per fare col Signore un’esperienza personale e dare buona testimonianza, cosa possibile solo se si è ripieni di Spirito Santo. L’uomo rigenerato deve mostrare i frutti di giustizia: miracoli, buone azioni, parole di benedizione, vita di santità, conquista di anime, e se non abbiamo ancora realizzato queste cose, abbiamo bisogno di essere trasformati e di maturare la disponibilità a donare al Signore tutto ciò che ci appartiene; la ricompensa che riceveremo sarà proporzionata alla misura con cui avremo dato.

 

Lo Spirito Santo non può riempirci se il vaso che noi siamo: 

·    è pieno di cose che nulla hanno a che vedere col Signore,

·        ha l’apertura bloccata da un tappo di orgoglio o d’ignoranza; 

·        contiene malizia, peccato, incredulità, pigrizia,  religiosità, orgoglio;

·        rifiuta di dare la propria vita, il proprio corpo, le proprie finanze al Signore.

Il Signore vuole riempirci, ma dobbiamo prima svuotarci delle cose che ostacolano il riempimento e consacrarci a Lui, praticare l’amore, usare il potenziale che abbiamo ricevuto in dotazione con la natura divina.

 

Significativo in proposito l’episodio, riportato in 2Re 4:1-7, della vedova in difficoltà per i debiti lasciati dal marito defunto, e delle istruzioni datele dal profeta Eliseo per farle superare la grave difficoltà in cui si trovava “…Eliseo le disse <<Che devo fare per te? Dimmi, che cosa hai in casa?>> Ella rispose:<< La tua serva in casa non ha altro che un vasetto d’olio>>. Allora egli disse:<<Va’ e chiedi in prestito a tutti i tuoi vicini dei vasi vuoti; e non chiederne pochi. Quando sei rientrata, chiudi la porta dietro di te e dei tuoi figli, poi versa l’olio in tutti quei vasi…>> …Quando i vasi furono pieni, ella disse a suo figlio: <<Portami ancora un vaso>>. Ma egli rispose:<< Non ci sono più vasi>>. E l’olio si fermò…”. L’olio parla dell’unzione dello Spirito Santo che noi possediamo sia pure in piccola misura e che ci dà la possibilità di risolvere ogni problema nostro e non solo, infatti  possiamo riversarla su altri e in preghiera avere vittoria sulle intenzioni di distruzione e di morte del maligno.

 

Dove c’è una chiesa che prega, ripiena dell’unzione di Dio, viene distrutto il giogo malefico di satana e messo in azione il potente braccio di Dio che guarisce, libera, dà prosperità. Dove una chiesa prega avvengono miracoli e conversioni perché l’unzione di Dio tocca la vita delle persone, e benedizioni scendono non solo sui singoli individui, ma sull’intera nazione, mentre coi nostri occhi possiamo constatare che nei Paesi in cui mancano chiese che pregano abbondano le maledizioni che portano desolazione, miseria, malattie e morte. 

 

In Giovanni 7:37-38 vengono riportate importanti parole pronunciate da Gesù: “Se qualcuno ha sete, venga a me e beva. Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, da dentro di lui sgorgheranno fiumi d’acqua viva”, il quale avverte che chi va a dissetarsi a Lui diviene a sua volta sorgente d’acqua viva a cui altri possono  attingere. In quel piccolo vaso che è dentro di noi, Dio vuole versare la Sua unzione affinché noi la riversiamo su altri, sui nostri familiari non salvati, su chi ha bisogno di guarigione, di liberazione, di risanare le proprie finanze, di superare le difficoltà.  

 

Rifiutiamo tutte le cose vane che giungono a noi mediante i mass media, svuotiamoci della zavorra che è in noi e confessiamo tutto ciò che impedisce allo Spirito Santo di riempirci. Abbiamo tanto bisogno della Sua presenza e della Sua unzione per mostrare a chi non conosce il Signore la Sua potenza in noi ed anche per combattere in preghiera affinché Palermo e l’Italia intera siano liberate dalla prigionia spirituale  in cui le tiene il nemico e far conoscere a tutti la pace, la gioia e la libertà che solo ai figli di Dio è dato conoscere.