SCAGLIA LA FRECCIA DELLA VITTORIA DELL’ETERNO

Culto del 30 Apr 2023
Predicatore: Apostolo Lirio Porrello
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Redazione cura di Gina Lo Piparo

Il servizio di domenica si è aperto con il verso di Isaia 49:2:
Ha reso la mia bocca come una spada tagliente, mi ha nascosto nell’ombra della sua mano, mi ha reso una freccia appuntita, mi ha riposto nella sua faretra.
Abbiamo imparato che possiamo ascendere nei cieli e pregare dal Terzo Cielo affinché le nostre preghiere siano efficaci nel regno dello Spirito. Dio vuole infatti che godiamo di una vittoria costante e vuole portarci fino al trionfo, non ad una semplice vittoria. Con istruzioni direttamente dal Terzo Cielo, possiamo scagliare la freccia della vittoria dell’Eterno, ossia preghiere mirate ed efficaci.
Giacomo 5:16 Confessate i vostri falli gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri, affinché siate guariti; molto può la preghiera del giusto, fatta con efficacia.
La guarigione menzionata in questo verso è quella delle relazioni. Prima di salire più in alto, ci sono alcune cose di cui occuparsi in basso. C’è una dimensione verticale della preghiera (verso Dio) che può essere ostacolata da una dimensione orizzontale (le relazioni). Questo concetto si ritrova anche in 1 Pietro 3:7, dove si parla nello specifico del matrimonio:
Similmente voi, mariti, vivete con le vostre mogli con la comprensione dovuta alla donna, come al vaso più debole, e onoratele perché sono coeredi con voi della grazia della vita, affinché le vostre preghiere non siano impedite.
Insomma, solo dopo esserci presi cura delle nostre relazioni orizzontali e dei nostri problemi di peccato possiamo passare alla seconda parte del versetto di Giacomo: molto può la preghiera del giusto, fatta con efficacia (energeō).
Quest’ultimo termine presente nel testo greco, energeō, indica qualcosa che è in grado di produrre i risultati desiderati senza sprecare materiali, tempo o energia. Se preghiamo in accordo alle istruzioni del Cielo, non andremo per tentativi! Dio ci insegnerà ad essere efficaci.
Ebrei 11:6 Ora senza fede è impossibile piacergli, perché chi si accosta a Dio deve credere che egli è, e che egli è il rimuneratore di quelli che lo cercano.
Sicuramente una prima caratteristica di una preghiera efficace è la fede. Tutte le preghiere devono essere fatte con fede e la fede viene dall’udire la Parola di Dio. Uno dei modi in cui Dio ci ricompensa (Lui è il rimuneratore) è proprio esaudendo le nostre preghiere.
Giacomo 4:3 Voi domandate e non ricevete, perché domandate male per spendere nei vostri piaceri.
Un altro elemento da attenzionare sono le motivazioni con cui preghiamo. Pregare male significa pregare in modo errato, con motivazioni sbagliate o senza uno scopo preciso. Nella dimensione profetica dell’intercessione, non si sprecano più tempo ed energie né si fanno preghiere generiche, ma mirate ed efficaci. A Dio inoltre non piacciono le preghiere egoistiche (“per spendere nei vostri piaceri”) ma altruistiche. Bisogna quindi prestare attenzione alle motivazioni con cui si prega.
Un altro elemento che rende inefficace la nostra vita di preghiera è vivere nel senso di colpa, perché ci fa sentire disapprovati davanti a Dio rendendoci, dunque, deboli.
2Corinzi 5:21 Poiché egli ha fatto essere peccato per noi colui che non ha conosciuto peccato, affinché noi potessimo diventare giustizia di Dio in lui.
Mai abituarsi a vivere nei sensi di colpa! Questi ci fanno regredire a occuparci solo di noi stessi e non lasciano spazio per occuparci degli altri. La giustizia che abbiamo non è frutto del nostro sforzo ma di quello che Gesù ha compiuto:
Romani 5:1 Giustificati dunque per fede abbiamo pace presso Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore
Dio ci ha dichiarati giusti! Ci ha resi degni. In tandem con l’essere seduti nei luoghi celesti (Efesini 2:6), questa è una parte fondamentale del nostro posizionamento in Lui, che ci permette di essere efficaci nell’intercessione. Un intercessore deve andare in preghiera con la “corazza della giustizia” che copre il suo cuore, non gettando via la sua franchezza. Prima di intercedere per gli altri, sai chi sei in Lui? Le preghiere e le suppliche di chi sa che è la giustizia di Dio in Cristo Gesù producono risultati meravigliosi. In quell’armatura inoltre manca qualcosa che copra le spalle: nella mente di Dio non devi mai tornare indietro. Mai fuggire davanti al nemico.
2Re 13:14 Or Eliseo si ammalò di quella malattia di cui doveva morire; perciò Joas re d’Israele, scese a trovarlo e pianse su lui, e, disse: «Padre mio, padre mio, carro d’Israele e sua cavalleria!». 15 Allora Eliseo gli disse: «Prendi un arco e delle frecce»; egli prese un arco e delle frecce 16 Eliseo disse quindi al re d’Israele: «Impugna l’arco»; egli lo impugnò e Eliseo posò le sue mani sulle mani del re. 17 Poi gli disse: «Apri la finestra verso oriente!». Egli l’aperse. Allora Eliseo disse: «Tira!». Egli tirò. Eliseo quindi disse: «La freccia della vittoria dell’Eterno e la freccia della vittoria contro la Siria, perché tu sconfiggerai i Siri in Afek, fino a sterminarli». 18 Poi disse: «Prendi le frecce!», ed egli le prese. Eliseo disse quindi al re d’Israele: «Percuoti il suolo»; egli lo percosse tre volte, poi si fermò. 19 Ma l’uomo di DIO si adirò con lui e disse: «Avresti dovuto percuoterlo cinque o sei volte; allora avresti sconfitto i Siri fino a sterminarli; ora invece sconfiggerai i Siri solo tre volte».
In questo testo, il profeta Eliseo si preparava a morire. Erano ormai passati circa sessant’anni da quando era stato chiamato per la prima volta dal profeta Elia. Il re d’Israele, Joas, andò a fargli visita. Il re era andato a piangere un profeta, ma il profeta aveva la mente rivolta al futuro di Israele e alle vittorie del re! Eliseo era consapevole che la Parola di Dio non ha scadenza e che anche dopo la sua morte sarebbe stata efficace. Per questo, preparò Joas per la guerra e per la vittoria.
Eliseo dice così al re di prendere un arco e alcune frecce. Il re mette la mano sull’arco come da istruzioni ed Eliseo mette le mani sopra le mani del re, rappresentando Dio che mette il Suo “soprannaturale” sul “naturale”. Eliseo allora gli ordina di aprire la finestra a est per scoccare la freccia. Dopo che la freccia è stata scoccata, Eliseo la chiama “la freccia della vittoria dell’Eterno”. L’istruzione dietro l’azione profetica è che deve colpire i nemici di Israele, i siriani, ad Aphek fino a quando non li ha completamente distrutti.
Nei tempi antichi l’inizio della guerra avveniva quando il capitano dell’esercito scoccava una freccia nel territorio nemico. La “freccia della vittoria del Signore” rappresenta le nostre preghiere. La preghiera è la nostra arma. Le frecce sono le nostre preghiere di intercessione, lanciate da una dimensione (il Terzo Cielo) in un’altra dimensione dove c’è opposizione.
Le frecce hanno bisogno di un bersaglio, di un obiettivo. In 2 Re 18 era “il campo del nemico”. Se l’obiettivo viene raggiunto, la vittoria è conquistata. Se la freccia non viene scoccata o se la freccia non ha mira, non c’è vittoria.
Eliseo parla a Joas di sterminare i Siri, ossia umiliarli fino a renderli inoffensivi per Israele. Tuttavia, quando ordina al re di percuotere il suolo con le frecce, questi si ferma dopo tre volte, senza aspettare che il profeta gli dica di fermarsi. Se inizi con un’istruzione divina non puoi fermarti senza istruzione divina. Eliseo infatti si adira con Joas perché avrebbe dovuto colpire più volte il suolo: così avrebbe sterminato i nemici.
Che farai dopo la freccia della vittoria? Qual è la rivelazione per l’intercessione? Fermandoci, riduciamo le nostre vittorie nella preghiera. Scocca la freccia e continua a colpire il terreno fino a quando il lavoro non è finito! Continua a colpire il terreno fino a quando la vittoria non è compiuta e i nemici sono completamente atterrati. Fermati solo quando il Cielo ti dà il comando. Bisogna trascorrere del tempo alla Presenza di Dio fino a quando non avremo una piena rivelazione di ciò che Lui sta facendo sulla terra, nella chiesa, nella città, nella regione e nella nostra vita in modo da poterlo pregare come una freccia mirata! Da questo giorno in poi scaglia frecce efficaci ed efficienti che colpiranno il bersaglio nel regno dello Spirito fino a quando non avrai ottenuto una vittoria completa! Un’ubbidienza parziale determina una vittoria parziale. Un’ubbidienza totale porta a una vittoria totale.
Dio ci ha dato l’arma della preghiera. La faretra piena rappresenta le istruzioni specifiche che Lui ci dà e che dobbiamo scagliare contro il nemico. Dobbiamo, quindi, imparare a prepararci in preghiera, a pregare prima di un servizio o di un incarico per essere pronti. La qualità del nostro servizio dipende dalla qualità della nostra vita di preghiera. Il modo più facile per ascendere al Terzo cielo è pregare nello Spirito, ma a volte come Joas ci fermiamo troppo presto, magari proprio nel momento in cui Dio vuole darci le istruzioni per la vittoria.
1 Corinzi 14:14 perché, se io prego in altra lingua, il mio spirito ben prega, ma la mia mente rimane infruttuosa.
Le frecce diventano “di vittoria” quando noi le scocchiamo. Il nemico vuole intimorirci ma Dio ci ha posto al di sopra di ogni spirito di paura. La preparazione alla preghiera include anche concentrarsi su obiettivi di preghiera per la massima efficacia, obiettivi che possiamo ricevere dalla Parola predicata e dall’insegnamento della Parola.
2 Corinizi 2:14 Or sia ringraziato Dio il quale ci fa sempre trionfare in Cristo e attraverso noi manifesta in ogni luogo il profumo della sua conoscenza.
Secondo l’uso romano, il trionfo è più della semplice vittoria. Nella vittoria vinci la battaglia, ma il trionfo è la pubblica umiliazione del nemico. Questo è ciò a cui Dio vuole portarci!