QUAL È IL TUO DONO SPIRITUALE?

Culto del 16 Giu 2019
Predicatore: Past. Luigi La Torre
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Ciascuno metta al servizio degli altri il dono (charisma) che ha ricevuto, come buoni amministratori della multiforme grazia di Dio -1Pietro 4:10

Redazione a cura di Caterina Di Miceli

Il su citato versetto (1Pietro 4:10) ci esorta a mettere al servizio degli altri il dono che abbiamo ricevuto e quindi a scoprire qual è il nostro dono spirituale, perché ci aiuterà a servire meglio il corpo di Cristo.
Quando la Bibbia parla di “doni”, parla di un’azione di funzionamento, di un’utilità che prescinde dalla visibilità, perché come nel corpo umano gli organi interni e invisibili non sono meno importanti di quelli esterni e visibili, così sul piano spirituale ciò che non è visibile non è meno importante di quello che lo è. La multiforme grazia di Dio, di cui il versetto in questione afferma che siamo amministratori, parla di diversità, e tale cosa non deve apparirci come una minaccia, ma come occasione di arricchimento. Nella chiesa infatti siamo tutti diversi e ciascuno di noi può essere paragonato alla tessera di un puzzle che contribuisce alla formazione dell’intero quadro solo se s’incastra perfettamente nel posto a cui è destinata. Occupare un posto diverso danneggerebbe sia noi che l’intero corpo di Cristo. Siamo esseri unici e, dato il valore della nostra unicità, non dobbiamo mai imitare gli altri nel modo di fare o di parlare, perché è proprio grazie alla nostra diversità che contribuiamo alla completezza dell’intero puzzle. Cerchiamo pertanto di valorizzare la nostra specificità, quel qualcosa di particolare che ci differenzia dagli altri.
Nelle chiese, tuttavia, c’è chi imita altri che a loro avviso sono più spirituali ed hanno più successo di loro. Ad esempio c’è chi imita i predicatori che arrivano dall’estero e ministrano in lingue e in modi diversi da quelli a cui sono abituati, forse nella convinzione che siano spiritualmente più efficaci per come parlano o come ministrano, piuttosto che per la fede del loro cuore.

Nella prima epistola ai Corinzi troviamo elencati i doni dello Spirito Santo.
1Corinzi 12:4 Or vi sono diversità di doni, ma non vi è che un medesimo Spirito,5 Vi sono anche diversità di ministeri ma non vi è che un medesimo Signore.6 Vi sono parimenti diversità di operazioni, ma non vi è che un medesimo Dio, il quale opera tutte le cose in tutti. 7 Or a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per l’utilità comune. 8 A uno infatti è data, per mezzo dello Spirito, parola di sapienza; a un altro, secondo il medesimo Spirito, parola di conoscenza; 9 a un altro fede, dal medesimo Spirito a un altro doni di guarigioni, per mezzo del medesimo Spirito; a un altro potere di compiere potenti operazioni; a un altro profezia; a un altro discernimento degli spiriti; 10 a un altro diversità di lingue, a un altro l’interpretazione delle lingue. 11 Or tutte queste cose le opera quell’unico e medesimo Spirito, che distribuisce i suoi doni a ciascuno in particolare come vuole.

Come possiamo capire qual è il nostro dono? Occorre innanzitutto precisare che la Bibbia parla di “dono” e di “doni”, ma tra le due cose c’è differenza, infatti quando parla di “dono” si riferisce allo Spirito Santo che viene a dimorare dentro di noi. È Lui il più grande dono che abbiamo ricevuto e noi dobbiamo impegnarci a collaborare con Lui, affinché attraverso di noi manifesti i Suoi doni.

Atti 2:38 Allora Pietro disse loro: «Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo per il perdono dei peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo.

Lo Spirito Santo è una persona, ma spesso Lo trattiamo come una forza, come una potenza da cui cerchiamo di prendere qualcosa, mentre è importante che sia Lui a servirsi di noi come canali di benedizione per altri.C’è chi riduce lo Spirito Santo a Colui che ci ispira a parlare in lingue, ma le lingue sono semplicemente un segno esteriore che attesta la Sua presenza in noi, infatti lo Spirito Santo in noi può fare molto di più. Possiamo paragonare il parlare in lingue all’anello che attesta che si è persone sposate, le quali però oltre all’anello hanno anche uno sposo/sposa, e come nessuno si accontenta solo dell’anello, così nessuno può accontentarsi solo del parlare in altre lingue.

Atti 10:45 E tutti i credenti circoncisi, che erano venuti con Pietro, rimasero meravigliati che il dono dello Spirito Santo fosse stato sparso anche sui gentili

In tutti i capitoli degli Atti degli Apostoli vediamo lo Spirito Santo all’opera. Gesù per primo non faceva nulla senza lo Spirito Santo, mentre noi facciamo troppe cose senza di Lui. Dobbiamo darGli valore, imparare ad ascoltare la Sua voce, darGli la possibilità di agire attraverso di noi se vogliamo sperimentare la Sua potenza.

Forse qualcuno pensa come doveva essere bello stare con Gesù, ma in realtà è molto meglio oggi, perché Gesù era limitato nello spazio, mentre oggi lo Spirito Santo non ha limiti e può operare in ogni luogo. Egli è sempre con noi e ce ne accorgiamo quando Gli diamo la possibilità di agire nella nostra vita. Talvolta mettiamo più fede nella nostra preghiera che sulla Sua presenza, pensiamo che la Sua risposta dipenda dall’entità o dalla qualità delle parole che pronunciamo, ma non è così, perché quello che conta è una fede sincera del cuore.
Giovanni 14:16 Ed io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore, che rimanga con voi per sempre

Non dimentichiamo mai che lo Spirito Santo abita dentro di noi e che è sempre con noi a casa, al lavoro, in macchina… non solo quando siamo in chiesa. Ma noi, ci comportiamo sempre da buoni cristiani? Abbiamo sempre parole di benedizione per tutti come facciamo in chiesa?

Giovanni 14:26 ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto.
Quante volte facciamo progetti e chiediamo a Dio di benedirli, invece di chiederGli preventivamente qual è il Suo progetto e assecondarlo! Egli non benedice i nostri progetti, ma i Suoi. Sta a noi entrare nel Suo piano e prendere la benedizione.

Giovanni 16:7 Tuttavia io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma se me ne vado, io ve lo manderò.
Gesù affermò che per noi sarebbe stato un bene che Lui andasse via e mandasse il Consolatore, lo Spirito Santo, mentre il versetto precedente afferma che Lo avrebbe mandato il Padre. Qual è la verità? Non c’è contraddizione, visto che Gesù e il Padre sono Uno.
Il pastore Luigi pone inoltre l’attenzione sulle parole: “Lo manderò”, che inducono a pensare che Gesù Lo abbia mandato dal cielo dopo essersi assiso alla destra del Padre. Non è così, perché quando Gesù andò in cielo, lo Spirito Santo era già onnipresente. Evidentemente bisogna attribuire alla parola “manderò” un significato diverso, precisamente quello di: “Gli darò un mandato specifico, prima era con voi, adesso sarà in voi”. Poiché nel mondo spirituale nessuno può agire per iniziativa personale e tutto funziona sulla base di una delega, di un mandato, anche ciascuno di noi deve sottomettersi all’autorità ministeriale da cui dipende, se vuole vivere nella pace, nel riposo, nel successo.

Oltre che un dono, lo Spirito Santo è la promessa del Padre, il quale ha compiuto la creazione e si è messo a sedere; Gesù ha compiuto la redenzione e si è messo a sedere alla Sua destra, lo Spirito Santo per Suo mandato sta operando sulla terra per mostrarci la potenza della redenzione di Cristo e la potenza di Dio, ma sta a noi far dimagrire il nostro io e far crescere Lui in noi (Luca 24:49; Atti 1:4; 2:33,38,39; Galati 3:13,14).

Atti 2:32 Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato; e di questo noi tutti siamo testimoni. 33 Egli dunque, essendo stato innalzato alla destra di Dio e avendo ricevuto dal Padre la promessa dello Spirito Santo, ha sparso quello che ora voi vedete e udite.

Qual è il lavoro dello Spirito Santo in noi?
È quello di modificare il nostro carattere e la nostra condotta al fine di renderci sempre più simili a Gesù.
Romani 8:29 Poiché quelli che egli ha preconosciuti, li ha anche predestinati ad essere conformi all’immagine (eikon = somiglianza) del suo

E qual è il lavoro che Egli fa attraverso di noi?
Attraverso di noi mostra Gesù al mondo, fa capire alle persone la differenza che c’è tra l’essere religiosi e servire un Dio vivente. Ricordiamoci che Gesù trattò male solo una categoria di persone: i religiosi, che chiamò sepolcri imbiancati, mentre attirava a Sé gli elementi peggiori della società.

1Giovanni 2:6 Chi dice di dimorare in lui, deve camminare anch’egli come camminò lui.
Gesù attirava tutti, sicuramente anche la Sua famiglia, che doveva starGli molto a cuore e di cui si parla poco, nonostante la Scrittura affermi che avesse almeno quattro fratelli e due sorelle.
Anche per noi la famiglia deve costituire una priorità, il luogo che influenziamo e in cui manifestiamo il frutto dello Spirito. Chiediamo a Dio di darci le strategie per conquistare le persone della nostra famiglia e di aiutarci a costruire ponti, non muri.

La Scrittura c’incoraggia a non trascurare il mondo dello spirito.
1Corinzi 12:1 Ora, fratelli, non voglio che siate nell’ignoranza riguardo ai (doni) spirituali.
La parola “doni” è stata aggiunta dai traduttori per dare significato alla frase, ma in realtà nel testo originale l’apostolo Paolo dice che non vuole che siamo ignoranti del mondo dello spirito. Poiché dietro ogni realtà naturale ce n’è una spirituale, il Signore vuole che riconosciamo quale realtà spirituale si nasconde dietro una realtà naturale. Solo così possiamo andare alla radice di quel problema, di quel peccato, di quella dipendenza, di quella rabbia, di quella ferita, e curarla. Le situazioni naturali vanno affrontate spiritualmente, e per farlo dobbiamo avere chiarezza sul mondo dello spirito.

Il desiderio di Dio è che ciascuno di noi riceva il dono dello Spirito Santo e che attraverso di Lui possiamo fluire nei Suoi doni. Nessuno di noi, però, possiede qualche dono, ad esempio quello di guarigione o di profezia, perché i doni sono dello Spirito e noi siamo solo canali, strumenti che Egli usa per manifestarli.
1Corinzi 12:7 Or a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per l’utilità comune. … 11 Or tutte queste cose le opera quell’unico e medesimo Spirito, che distribuisce i suoi doni a ciascuno in particolare come vuole.

In che modo possiamo collaborare con lo Spirito Santo?
MostrandoGli gratitudine e sensibilità sin dal nostro risveglio mattutino e poi chiedendoGli guida e consiglio in ogni momento della giornata (Romani 8:29; Giovanni 14:12,13).

Pregando che attraverso il corpo di Cristo vengano fatti segni, prodigi, e che ci sia franchezza nella predicazione del Vangelo.
Atti 4:29 Ed ora, Signore, considera le loro minacce e concedi ai tuoi servi di annunziare la tua parola con ogni franchezza, 30 stendendo la tua mano per guarire e perché si compiano segni e prodigi nel nome del tuo santo Figlio Gesù». 31 E, dopo che ebbero pregato, il luogo dove erano radunati tremò; e furono tutti ripieni di Spirito Santo, e annunziavano la parola di Dio con franchezza.

OffrendoGli la nostra disponibilità.
Giuda 20 Ma voi, carissimi, edificando voi stessi sulla vostra santissima fede, pregando nello Spirito Santo.
Questo versetto dice che, se vogliamo far crescere in noi l’uomo spirituale e mettere a tacere quello carnale, abbiamo bisogno di parlare in lingue. Molti non lo fanno perché non capiscono quello che dicono, ma anche se non comprendiamo ciò che diciamo e la mente rimane infruttuosa, il nostro spirito ben prega. Del resto è facile chiarirci se ciò che diciamo è ispirato dallo Spirito Santo o dalla nostra mente: se mentre preghiamo in lingue possiamo pensare ad altro, ad esempio alle faccende che ci aspettano, vuol dire che la nostra preghiera in lingue è ispirata dallo Spirito Santo, non dalla nostra mente, che è impegnata in altri pensieri. Comunque in preghiera possiamo chiedere a Dio di darci l’interpretazione delle lingue, perché riceverne la rivelazione vuol dire essere edificati ed entrare in una nuova dimensione nella relazione con lo Spirito Santo.

Riconoscendo ciò che Dio ha fatto e che sta facendo in noi.
Riconosciamo e valorizziamo le cose meravigliose che Dio ha fatto nella nostra vita!

Il nostro dono è lo Spirito Santo, la terza persona della Trinità.
Riconosciamo soprattutto che Egli è santo e che vivere nel peccato ci mette in grave pericolo. Ricordiamoci delle dieci vergini e di come cinque su dieci furono lasciate fuori da Gesù. Cerchiamo di non essere superficiali, perché in cielo andranno solo coloro i quali con Dio hanno fatto sul serio, hanno camminato in integrità nella Sua Parola, non hanno vanificato la croce e hanno apprezzato la grazia. Quando Gesù verrà, ci troverà pronti o faremo parte delle cinque vergini stolte? Se vogliamo essere avveduti, mettiamo il peccato fuori dalla nostra vita! Lo Spirito Santo è venuto per mostrare Gesù al mondo attraverso di noi, ma se viviamo nel peccato e invece di essere per il mondo una speranza siamo una vergogna, non abbiamo centrato il progetto di Dio.

Quando lasciamo lo Spirito Santo fuori dalla nostra vita siamo limitati, se invece vogliamo salire di livello nell’unzione, nella fede, nell’obbedienza, nello zelo, nell’amore, nel servizio, dobbiamo darGli spazio, perché solo sotto la Sua guida possiamo crescere spiritualmente. Se a guidarci non c’è Lui lo fa l’avversario, ingannatore per eccellenza, esperto nel mostrare la realtà distorta, e se non ascoltiamo lo Spirito Santo, ascoltiamo la voce della rabbia, del risentimento, dell’amarezza, della tristezza.
Giovanni 16:12 Ho ancora molte cose da dirvi, ma non sono ancora alla vostra portata 13 Ma quando verrà lui, lo Spirito di verità, egli vi guiderà in ogni verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutte le cose che ha udito e vi annunzierà le cose a venire.

Quando siamo sotto la guida dello Spirito Santo e desideriamo i Suoi doni, li usiamo per innalzare Lui, ma quando non siamo sotto la Sua guida e desideriamo i Suoi doni, li usiamo per innalzare noi.

1Corinzi 14:1,12 Desiderate l’amore e cercate ardentemente i doni spirituali, ma soprattutto che possiate profetizzare, 12 Così anche voi, poiché siete desiderosi di avere doni spirituali, cercate di abbondarne per l’edificazione della chiesa.

Nelle chiese ci sono persone che ambiscono ad esaltare se stesse, non si accontentano del posto in cui Dio le ha poste e aspirano ad esibirsi sul pulpito con un microfono in mano. Ma non è importante essere primi, perché ci vuole più fede ad essere secondi, terzi, quarti … ultimi, piuttosto che primi, l’importante è stare nel posto che Dio ci ha assegnato, perché il premio che riceveremo non dipenderà dal posto che avremo occupato, ma dalla fedeltà, dallo zelo, dalla passione con cui avremo assolto il ruolo che siamo stati chiamati ad assolvere. Così possiamo sperimentare benedizioni su benedizioni nella nostra vita, nella nostra casa, nella nostra famiglia.

L’apostolo Paolo ricordò al suo figlio spirituale Timoteo di ravvivare il Dono che era nella sua vita, cioè lo Spirito Santo, che è anche il Donatore. A Lui, l’Onnipotente, va tutta la gloria, tutto l’onore, tutto il ringraziamento, e noi siamo chiamati a collaborare con Lui per esaltare il nostro Signore Gesù Cristo.
2Timoteo 1:6 Per questa ragione ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te per l’imposizione delle mie mani.