PROVATI PRIMA DI SALIRE DI LIVELLO NELL’AUTORITÀ

Culto del 14 Ott 2018
Predicatore: Apostolo Lirio Porrello
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Investigami, o Eterno, e mettimi alla prova; purifica col fuoco la mia mente e il mio cuore. Salmo 26:2

Redazione a cura di Caterina Di Miceli

Dalla Parola di Dio apprendiamo che tutti coloro i quali hanno creduto hanno ricevuto dal Signore autorità, ma non tutti i credenti dimostrano di avere lo stesso livello di autorità. Perché? Perché nell’autorità si cresce di livello man mano che si superano le prove della vita.
Per crescere spiritualmente, tutti abbiamo bisogno di essere trasformati, e come nel versetto su citato (Salmo 26:2) il salmista chiede a Dio di purificare la sua mente e il suo cuore, così noi abbiamo bisogno di purificazione quando i nostri pensieri e le emozioni del nostro cuore non concordano con la Sua Parola. Egli permette che prove di vario genere giungano nella nostra vita per mostrarci in cosa siamo carenti, proprio come nel corso di una prova d’esame, in presenza di domande a cui non sa rispondere, lo studente individua le proprie carenze.

La Bibbia afferma che tutti gli uomini, anche i non credenti, vengono provati, ma per i figli di Dio le prove spirituali servono a produrre una trasformazione che gradualmente li renda conformi all’immagine e somiglianza di Cristo.

Apocalisse 3:10 Poiché hai custodito la parola della mia costanza, anch’io ti custodirò dall’ora della prova che verrà su tutto il mondo, per mettere alla prova coloro che abitano sulla terra.

Dio ci fa crescere nell’autorità man mano che superiamo le prove. Ad esempio: Davide fu unto re quando era un ragazzo, ma dopo essere stato unto tornò a pascolare le pecore. Dovette superare molte prove prima di diventare re di una sola tribù d’Israele, e solo dopo altro tempo divenne re di tutta la nazione.
Dio vuole promuoverci sia spiritualmente che materialmente. Vuole che tutti siamo prosperi, ma in realtà non tutti lo siamo, perché non tutti veniamo da Lui approvati. Egli non può darci molte cose perché non siamo ancora in grado di gestirle.
Come nel deserto, luogo pieno di insidie, Dio mise alla prova il Suo popolo allo scopo di fargli del bene, facendogli comprendere che non era autosufficiente e che aveva bisogno di Lui, tanto che fu Lui a provvedere tutto il necessario per vivere, allo stesso modo nel tempo delle prove Egli vuole umiliarci, cioè farci comprendere che abbiamo bisogno di Lui, ed evidenziare cosa c’è nel nostro cuore, ma il Suo scopo è quello di farci del bene.

Deuteronomio 8:15 che ti ha condotto attraverso questo grande e terribile deserto, luogo di serpenti ardenti e di scorpioni, terra arida senz’acqua; che ha fatto sgorgare per te l’acqua dalla roccia durissima; 16 che nel deserto ti ha nutrito di manna che i tuoi padri non conoscevano, per umiliarti e per provarti e per farti alla fine del bene. Questo processo Dio lo usa per trasformarci dalla mente e condotta carnale alla mente e condotta di Cristo.

Per gli Israeliti Dio scelse la via del deserto perché voleva mettere in luce cosa c’era nel loro cuore, ma soltanto alcuni furono approvati e giunsero nella terra promessa, gli altri morirono nel deserto. Nella nostra vita le prove possono essere di vario tipo: difficoltà, delusioni, imprevisti dolorosi, eventi spiacevoli, ecc. (Gv. 2:1-2), ma se non vogliamo che i nostri bisogni rimangano insoddisfatti, in ogni circostanza dobbiamo attingere alle risorse celesti.
Il tempo della prova serve per farci passare dalla mente e dalla condotta carnale alla mente e alla condotta di Cristo. In presenza di problemi Gesù sapeva sempre cosa fare. Quando si trovò davanti a una moltitudine da sfamare, mentre i discepoli Gli dicevano che non c’era modo di dar da mangiare a tanta gente, Lui sapeva cosa fare e dal naturale li portò a pensare in modo soprannaturale. Questo vuol dire che noi non riceveremo mai un miracolo se rimaniamo con la mente naturale.

Le prove spirituali sono un mezzo che Dio usa per insegnarci le Sue vie.
Salmi 25:12 Chi è l’uomo che teme l’Eterno? Egli gli insegnerà la via che deve scegliere. 13 Egli vivrà nella prosperità, e la sua progenie erediterà la terra. 14 Il segreto dell’Eterno è rivelato a quelli che lo temono, ed egli fa loro conoscere il suo patto.

In questi versetti il re Davide afferma che, a chi Lo teme, Dio insegna le Sue vie, dà prosperità, rivela i Suoi segreti e alla sua progenie dà in eredità la terra; chi non ha timor di Dio non può ricevere queste benedizioni.
Ogni volta che raggiungiamo un traguardo veniamo provati ed evidenziamo se siamo più attaccati alla posizione o a Colui che ce l’ha data. Purtroppo alcuni, dopo avere ricevuto una posizione di autorità, invece di disporsi a servire, come dovrebbero, assumono modi e toni dittatoriali. Ma la posizione e l’autorità che Dio ci dà servono per benedire gli altri, non per sottometterli alla nostra volontà.

Una delle prove a cui Dio ci sottopone affinché portiamo più frutto è la potatura. Molti si ritengono soddisfatti dei risultati raggiunti e cessano di portare frutto, entrano in un atteggiamento passivo, ma Dio li pota, possibilmente privandoli di ciò che aveva loro dato, per vedere se sono più legati a Lui o a ciò che avevano ricevuto.

Giovanni 15:2 Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie via; ma ogni tralcio che porta frutto, lo pota affinché ne porti ancora di più.
L’apostolo Lirio fa notare che l’espressione “lo toglie via” è una traduzione inesatta del testo originale e che la traduzione corretta è: “lo solleva”. Il contesto si riferisce infatti a quei rami della vite che poggiano a terra e sulla terra poggia anche il loro frutto, che pertanto è destinato a essere mangiato dai vermi. I tralci della vite devono stare in alto e la potatura è riservata a quei tralci che hanno frutto, affinché ne portino di più. Questo vuol dire che ad alcuni credenti Dio toglie quello che hanno, per stimolarli a portare più frutto. In definitiva, permette le prove perché vuole la nostra trasformazione.
Daniele 12:10 Molti saranno purificati, imbiancati e affinati; ma gli empi agiranno empiamente e nessuno degli empi capirà, ma capiranno i savi.

Dio vuole purificarci attraverso il fuoco, come si raffinano l’argento e l’oro, ma solo un terzo supera la prova. Costoro invocheranno il Suo nome e saranno esauditi.

Zaccaria 13:8 E in tutto il paese avverrà», dice l’Eterno, «che i due terzi vi saranno sterminati e periranno, ma un terzo vi sarà lasciato. 9 Farò passare questo terzo per il fuoco, lo raffinerò come si raffina l’argento e lo proverò come si prova l’oro. Essi invocheranno il mio nome e io li esaudirò. Io dirò: Questo è il mio popolo, ed esso dirà: L’Eterno è il mio Dio».

Dobbiamo riconoscere i tempi in cui viviamo. La venuta del Signore è vicina ed Egli sta preparando la Sua Sposa; vuole renderla perfetta, gloriosa, santa e irreprensibile.

Efesini 5:24 Parimenti come la chiesa è sottomessa a Cristo, così le mogli devono essere sottomesse ai loro mariti in ogni cosa. 25 Mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la chiesa e ha dato se stesso per lei, 26 per santificarla, avendola purificata col lavacro dell’acqua per mezzo della parola, 27 per far comparire la chiesa davanti a sé gloriosa, senza macchia o ruga o alcunché di simile, ma perché sia santa e irreprensibile.

Alla base della nostra predicazione deve esserci Cristo e Cristo crocifisso. È la croce che ci aiuta a crocifiggere la nostra carne, ma chi non predica la croce è come se autorizzasse a vivere nelle sue concupiscenze.

Rinnegare se stessi vuol dire non prendere iniziative personali e dipendere dal Signore

Luca 9:23 Poi disse a tutti: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso (l’io adamico), prenda ogni giorno la sua croce e mi segua.
Galati 5:24 Ora quelli che sono di Cristo hanno crocifisso la carne con le sue passioni e le sue concupiscenze.

Purtroppo nella Chiesa di Cristo alcuni vivono come se fossero nel mondo. C’è chi conduce uno stile di vita di peccato, ma non si può essere con Cristo se non si è con Lui morti al peccato e con Lui risuscitati a una nuova vita di santità. Se si rimuove la predicazione della croce, le persone si sentono autorizzate a vivere carnalmente, credono che la grazia dia loro la licenza di peccare e sembrano ignorare che, invece, essa dà la forza di non peccare.

Galati 6:14 Ma quanto a me, non avvenga mai che io mi vanti all’infuori della croce del Signor nostro Gesù Cristo, per la quale il mondo è crocifisso a me e io al mondo.

1Corinzi 1:23 ma noi predichiamo Cristo crocifisso, che è scandalo per i Giudei e follia per i Greci; 24 ma a quelli che sono chiamati, sia Giudei che Greci, noi predichiamo Cristo, potenza di Dio e sapienza di Dio.

Se noi siamo stati crocifissi con Cristo siamo morti, dato che nessun crocifisso rimane vivo e i morti non peccano. È possibile che occasionalmente sbagliamo e cadiamo nel peccato, ma non è possibile che perseveriamo in esso.

Colossesi 1:21 E voi stessi, che un tempo eravate estranei e nemici nella mente con le vostre opere malvagie, 22 ora vi ha riconciliati nel corpo della sua carne, mediante la morte, per farvi comparire davanti a sé santi, irreprensibili e senza colpa, 23 se pure perseverate nella fede, essendo fondati e fermi senza essere smossi dalla speranza dell’evangelo che voi avete udito e che è stato predicato ad ogni creatura che è sotto il cielo e di cui io Paolo, sono divenuto ministro.

Noi siamo stati battezzati con lo Spirito Santo e col fuoco perché avevamo bisogno di essere purificati, solo Gesù non ebbe bisogno di tale battesimo, perché aveva la natura divina e non necessitava di purificazione.

Luca 3:16 Giovanni rispose, dicendo a tutti: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, al quale io non sono neppure degno di sciogliere il legaccio dei sandali; egli vi battezzerà con lo Spirito Santo e col fuoco.

Atti 2:3 E apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano, e andarono a posarsi su ciascuno di loro. 4 Così furono tutti ripieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, secondo che lo Spirito dava loro di esprimersi.

Cos’è che nell’uomo attiva l’inventiva? La necessità. Madre dell’inventiva è la necessità, tanto che sono i poveri ad averne di più.
Qual è la madre della trasformazione? Il dolore. Ogni trasformazione, infatti, avviene con dolore. A nessuno piace soffrire, ma senza sofferenza non si cambia. Anche un sincero pentimento dei propri peccati avviene con dolore. Se non passiamo attraverso il dolore, in noi non c’è conversione né cambiamento di carattere. Molti arrivano a Cristo perché si sono ravveduti, sperimentano un iniziale cambiamento, ma poi si fermano, non vogliono soffrire, non vogliono rinunciare al proprio io e quindi non cambiano.
Come sul piano naturale la crescita, specialmente nella fase dell’adolescenza, avviene con dolore, così è sul piano spirituale: se vogliamo cambiare e crescere dobbiamo accettare di soffrire.

Tornando al tema dell’autorità, l’apostolo Lirio ribadisce che, se vogliamo crescere di livello, dobbiamo essere provati e approvati da Dio.
Viene presa in esame la storia di Giuseppe, che dovette superare sette prove (7 è il numero della perfezione) per lo più in famiglia, prima di diventare viceré d’Egitto.

Genesi 37:3 Or Israele amava Giuseppe più di tutti i suoi figli, perché era il figlio della sua vecchiaia; e gli fece una veste lunga fino ai piedi. 4 Ma i suoi fratelli, vedendo che il loro padre lo amava più di tutti gli altri fratelli, presero ad odiarlo e non gli potevano parlare in modo amichevole. 5 Or Giuseppe fece un sogno e lo raccontò ai suoi fratelli; e questi lo odiarono ancora di più. 6 Egli disse loro: «Udite, vi prego, il sogno che ho fatto…. 11 E i suoi fratelli gli portavano invidia ma suo padre serbava la cosa dentro di sé, …24 poi lo presero e lo gettarono nel pozzo. Or il pozzo era vuoto, senz’acqua dentro. … 28 Come quei mercanti Madianiti passavano, essi sollevarono e tirarono Giuseppe fuori dal pozzo e lo vendettero agli Ismaeliti per venti sicli d’argento. E questi condussero Giuseppe in Egitto.

I suoi fratelli lo odiavano a causa della predilezione che il padre aveva per lui (Ge. 37:5). Aveva una chiamata per servire i suoi fratelli, ma essi lo odiavano.
I suoi fratelli lo odiarono ancora di più a causa del suo sogno.
Lo invidiarono a causa del suo secondo sogno (Ge. 37:11), ma lui continuò ad amarli nonostante nutrissero nei suoi confronti odio e invidia.
Volevano ucciderlo, ma poi decisero di gettarlo in un pozzo (Ge. 37:24).
Per venti sicli d’argento lo vendettero ad alcuni mercanti che lo portarono in Egitto (Ge. 37:28).
La moglie di Potifar cercava di sedurlo, ma lui non cedette mai. Se lo avesse fatto avrebbe perduto la chiamata del Signore (Ge. 39:7-12).
Accusato ingiustamente, fu gettato in prigione (Ge. 39:20).

Riguardo alle prove da lui patite, il salmista scrive:
Salmi 105:17 Egli mandò davanti a loro un uomo, Giuseppe, che fu venduto come schiavo. 18 Gli serrarono i piedi in ceppi e fu oppresso con catene di ferro. 19 La parola dell’Eterno lo mise alla prova, finché si adempì ciò che egli aveva detto.20 Allora il re mandò a farlo sciogliere, il dominatore di popoli mandò a liberarlo, 21 e lo fece signore della sua casa e governatore sopra tutti i suoi beni, 22 per legare i suoi principi a suo giudizio e insegnare ai suoi anziani la sapienza.

Giuseppe dovette superare sette prove per adempiere il destino che era scritto in cielo. Il Signore gli aveva fatto sapere in sogno che i suoi fratelli si sarebbero inchinati davanti a lui, ma per realizzare il suo destino dovette perseverare nell’obbedienza a Dio e superare le prove. Aveva timor di Dio e superò le prove quando era ancora schiavo. Anche noi veniamo messi alla prova, non riceviamo automaticamente le promesse di Dio, ma per essere da Lui approvati e avanzare nell’autorità spirituale c’è sempre un prezzo da pagare, perché riguardo all’obbedienza e alle prove non ci sono sconti

Salmi 12:6 Le parole dell’Eterno sono parole pure, come argento raffinato in una fornace di terra, purificato sette volte.
Anche noi saremo provati sette volte prima di fare nostra la promessa di Dio per la nostra vita.
Non sempre ci è possibile avere il controllo delle cose che ci accadono, ma quando ci accade qualcosa possiamo controllare il nostro comportamento e agire in accordo alla Parola.

Matteo 13:20 E quello che ha ricevuto il seme in luoghi rocciosi, è colui che ode la parola e subito la riceve con gioia 21 ma non ha radice in sé, ed è di corta durata; e quando sopraggiunge la tribolazione o persecuzione, a causa della parola, ne è subito scandalizzato.

Il popolo d’Israele fu provato sette volte nel deserto e lo stesso avvenne a Davide, prima di realizzare il suo destino. Giuseppe superò tutte le prove perché la presenza dell’Eterno era costantemente con lui (Ge. 39:2,3,21,23), e la cosa era evidente, visto che prosperava in tutto ciò che faceva (Ge 39:2,3, 23). Questo ci insegna che nella nostra vita la presenza di Dio non può mancare, qualunque sia la prova a cui veniamo sottoposti.

Dopo che fu provato e approvato, Giuseppe passò all’improvviso dalla cella al palazzo del Faraone, dalla condizione di prigioniero a viceré d’Egitto. Che salto di autorità!

Genesi 41:39 Allora il Faraone disse a Giuseppe: «Poiché DIO ti ha fatto conoscere tutto questo, non vi è alcuno che sia intelligente e savio come te. 40 Tu sarai sopra la mia casa e tutto il mio popolo obbedirà ai tuoi ordini; per il trono soltanto io sarò più grande di te». 41 Il Faraone disse a Giuseppe: «Vedi io ti stabilisco su tutto il paese d’Egitto». 42 Poi il Faraone si tolse l’anello dalla propria mano e lo mise alla mano di Giuseppe; lo fece vestire di abiti di lino fino e gli mise al collo una collana d’oro. 43 Lo fece quindi montare sul suo secondo carro e davanti a lui si gridava: «In ginocchio!». Così il Faraone lo costituì su tutto il paese d’Egitto.