.. spensero la forza del fuoco, scamparono al taglio della spada, trassero forza dalla debolezza, divennero forti in guerra, misero in fuga gli eserciti stranieri. Ebrei 11:34
Studiando la vita di Davide abbiamo appreso che sapeva confidare nel Signore in ogni tempo, anche nei momenti di maggiore difficoltà e di debolezza, cioè quando, pur avendo più bisogno di Dio, generalmente si è portati ad allontanarsi da Lui. Esaminando la Scrittura, tuttavia, ci si accorge che Davide non fu esente da paure e debolezze e che nessun personaggio biblico, eccezion fatta di Gesù, è stato perfetto. Nelle precedenti predicazioni abbiamo potuto conoscere il suo valore, il coraggio, i momenti di gloria, la fede, il costante desiderio di piacere a Dio e di adorarLo, ma la Bibbia parla anche dei suoi errori, dei suoi fallimenti, dei suoi compromessi, delle sue paure. Offrendoci un quadro completo del vissuto di personaggi come lui, il Signore ci vuole ammaestrare affinché dai loro errori traiamo giovamento.
Quando seppe di essere ricercato da tremila uomini assoldati dal re Saul allo scopo di ucciderlo, nonostante avesse ricevuto dal Signore la promessa secondo cui sarebbe diventato re d’Israele, Davide fuggì e cercò rifugio in territorio nemico, fuori dai confini della sua Nazione, perché si lasciò assalire da una paura così grande che gli impedì di confidare in Dio.
Anche noi, quando siamo presi dalla paura, rischiamo di comportarci come lui. Pur conoscendo le conseguenze a cui andiamo incontro se prendiamo decisioni senza consultare il Signore, scegliamo di risolvere da soli i nostri problemi.
1Samuele 21:10 Quel giorno Davide si levò e fuggì dalla presenza di Saul, e andò da Akish, re di Gath. 11 I servi di Akish gli dissero: «Non è costui Davide, il re del paese? Non è di costui che cantavano in coro nelle danze, dicendo: “Saul ha ucciso i suoi mille e Davide i suoi diecimila?». 12 Davide ritenne in cuore queste parole, ed ebbe grande paura di Akish, re di Gath. 13 Così cambiò il suo modo di agire davanti a loro e nelle loro mani si fingeva pazzo: tracciava sgorbi sui battenti delle porte e lasciava scorrer la saliva sulla barba. 14 Allora Akish disse ai suoi servi: «Ecco, vedete, costui è pazzo; perché me lo avete condotto? 15 Mi mancano forse dei pazzi, che mi conducete questo tale a fare il pazzo in mia presenza? Costui non entrerà in casa mia!».
Davide credeva che nel territorio dei Filistei non sarebbe stato riconosciuto, ma non fu così, i servi di Akish, re di Gath, riconobbero in lui il re d’Israele ed egli ebbe tanta paura di essere ucciso da decidere di fingersi pazzo, visto che in quel luogo c’era la convinzione che toccando i pazzi ci si esponeva allo spirito di pazzia.
Davide, il grande adoratore di Dio, colui che era stato unto re d’Israele, oltre a rifugiarsi in casa dei suoi nemici, per paura di perdere la vita si finse pazzo!
In quel luogo fu raggiunto da quattrocento persone in difficoltà che si misero al suo seguito, ma fu raggiunto anche dai suoi genitori, ed egli ritenne opportuno chiedere al re dei Moabiti, anch’essi nemici di Israele, di ospitarli. Ottenne ciò che aveva chiesto ed essi rimasero in quel luogo per tutto il tempo in cui Davide si fermò ad Adullàm.
Nella Sua fedeltà, però, Dio non lo perse di vista e gli inviò il veggente Gad per esortarlo a tornare in Giuda.
1Samuele 22:1 Poi Davide partì di là e si rifugiò nella caverna di Adullam; quando i suoi fratelli e tutta la casa di suo padre lo seppero, scesero laggiù da lui. 2 E tutti quelli che erano in difficoltà, che avevano debiti o che erano scontenti si radunarono presso di lui, ed egli divenne loro capo. C’erano con lui circa quattrocento uomini. 3 Di là Davide andò a Mitspah di Moab e disse al re di Moab: «Deh, permetti che mio padre e mia madre vengano a stare con voi, finché io sappia ciò che DIO farà per me». 4 Così egli li condusse davanti al re di Moab, ed essi rimasero con lui tutto il tempo che Davide fu nella fortezza. 5 Poi il profeta Gad disse a Davide: «Non rimanere più nella fortezza, ma parti e va’ nel paese di Giuda». Davide allora partì e andò nella foresta di Hereth.
Davide non diede ascolto al profeta, anzi fece tutto l’opposto. Poiché con lui c’erano tante persone che avevano bisogno di un luogo in cui abitare, si recò dal re Akish, da cui per un po’ ricevette ospitalità, ma poi, avendogli chiesto una città in cui vivere con i suoi uomini, ottenne la città di Tsiklag, dove rimase per un anno e quattro mesi.
1Samuele 27:1 Or Davide disse in cuor suo: «Un giorno o l’altro io perirò per mano di Saul; non vi è nulla di meglio per me che mettermi in salvo nel paese dei Filistei; così Saul desisterà dal ricercarmi ancora in tutto il territorio d’Israele così scamperò dalle sue mani». 2 Perciò Davide si levò e si recò con i seicento uomini che aveva con sé, da Akish figlio di Maok, re di Gath. 3 Così Davide rimase con Akish a Gath, lui e i suoi uomini, ciascuno con la sua famiglia; Davide con le sue due mogli: Ahinoam la Jezreelita, e Abigail la Karmelita, già moglie di Nabal. 4 Fu quindi riferito a Saul che Davide era fuggito a Gath, ed egli non lo cercò più. 5 Davide disse ad Akish: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, mi sia dato un luogo in una città della campagna dove io possa abitare. Perché dovrebbe il tuo servo abitare con te nella città reale?». 6 Così quel giorno Akish gli diede Tsiklag; per questo Tsiklag è appartenuta ai re di Giuda fino al giorno d’oggi. 7 Il tempo che Davide rimase nel paese dei Filistei fu di un anno e quattro mesi.8 Davide e i suoi uomini salivano e facevano razzie nel paese dei Gheshuriti dei Ghirziti e degli Amalekiti; queste popolazioni abitavano da tempi antichi il paese, estendendosi da Shur fino al paese d’Egitto. 9 Davide devastava il paese e non lasciava in vita né uomo né donna, prendeva quindi pecore, buoi, asini, cammelli e indumenti, e ritornava e andava da Akish. 10 Quando Akish chiedeva: «Dove avete fatto razzie quest’oggi?» Davide rispondeva: «Contro il sud di Giuda contro il sud del Kenei».11 Davide non lasciava in vita né uomo né donna, perché potevano portare notizie, e diceva: «Potrebbero dare notizie a nostro riguardo e dire: “Così ha fatto Davide”». Questo fu il suo modo di agire tutto il tempo che rimase nel paese dei Filistei 12 Così Akish si fidava di Davide e diceva: «Egli si è reso odioso al suo popolo Israele e così sarà per sempre mio servo».
Da un’attenta lettura di questo brano possiamo rilevare che in quel periodo Davide visse nella menzogna e nel compromesso. Per sopravvivere compiva razzie nei territori nemici di Akish, nel paese dei Gheshuriti, dei Ghirziti e degli Amalekiti e uccideva tutti gli uomini e le donne che vi abitavano per non lasciare in vita alcun testimone, visto che per ingraziarsi il re filisteo non gli diceva la verità, gli diceva che effettuava le razzie nel territorio di Giuda. In altri termini, in quel periodo Davide dimenticò le promesse di Dio, non diede ascolto al profeta Gad e visse nella menzogna.
Dov’era finita la fede che aveva quando uccise l’orso, il leone, il gigante Golia? Dove finì il grande adoratore del Signore? Di certo a causa della persecuzione nella sua mente si erano infiltrati pensieri negativi che lo fecero dubitare di Dio e danneggiarono la sua fiducia in Lui.
Se confrontiamo la sua vita con la nostra troviamo delle analogie, infatti anche noi come lui per mezzo della nostra fede abbiamo ricevuto tanto dal Signore, ma anche noi nei momenti di maggiore difficoltà non Lo abbiamo consultato, abbiamo preso decisioni avventate e siamo scesi nel compromesso.
Questa fase negativa della sua vita, tuttavia, non oscura la sua figura, ma è certo che egli non visse sempre in modo coerente alla sua fede. Quali furono le conseguenze? Le medesime che sperimentiamo noi quando non confidiamo in Dio: non riceviamo le Sue benedizioni, la Sua grazia e i Suoi favori, mentre quando confidiamo in Lui ci risponde, ci benedice, ci dà guarigione, ci usa per aiutare, salvare e guarire altri, per portare loro conforto, consolazione e ristoro, ci dà vittoria sulle situazioni negative.
Quando nella nostra vita all’improvviso avviene qualcosa che ci traumatizza e ci fa sprofondare nella paura, rischiamo di veder naufragare la nostra fede e cominciamo a vivere come chi non conosce Dio. Proprio come fece Davide, che visse così per tutti i sedici mesi in cui si fermò a Tsiklag. Ad un certo momento, però, avvenne qualcosa che lo fece svegliare e lo costrinse ad uscire dal compromesso.
1Samuele 30:1 Quando Davide e i suoi uomini giunsero a Tsiklag il terzo giorno, gli Amalekiti avevano fatto una razzia nel Neghev e a Tsiklag; avevano preso Tsiklag e l’avevano incendiata; 2 essi avevano fatto prigionieri le donne e tutti quelli che vi erano, piccoli e grandi; non avevano ucciso nessuno, ma li avevano condotti via e se n’erano andati. 3 Quando Davide e i suoi uomini giunsero alla città, ecco la città era distrutta dal fuoco, e le loro mogli, i loro figli e le loro figlie erano stati condotti via prigionieri. 4 Allora Davide e tutti quelli che erano con lui alzarono la voce e piansero finché non ebbero più forza di piangere. 5 Le due mogli di Davide, Ahinoam, la Jezreelita e Abigail la Karmelita, già moglie di Nabal, erano anch’esse prigioniere. 6 Davide fu grandemente angosciato perché la gente parlava di lapidarlo, avendo tutti l’animo amareggiato, ciascuno a motivo dei suoi figli e delle sue figlie; ma Davide si fortificò nell’Eterno, il suo DIO. 7 Poi Davide disse al sacerdote Abiathar, figlio di Ahimelek: «Ti prego, portami l’efod». Abiathar portò l’efod a Davide. 8 Così Davide consultò l’Eterno e chiese: «Devo inseguire questa banda? La raggiungerò?». L’Eterno rispose: «Inseguila, perché la raggiungerai certamente e ricupererai senz’altro ogni cosa».
Mentre Davide e i suoi uomini si trovavano a fare razzie, gli Amalekiti incendiarono Tsiklag, fecero prigionieri tutti coloro che vi abitavano e portarono via i loro beni, cosicché quando essi rientrarono in città, nel vedere tanta distruzione e non trovando più le loro mogli e i loro figli, per il dolore piansero disperatamente e versarono tutte le loro lacrime. Davide si era creata una tranquillità basata sulla menzogna e sul compromesso e alla fine si ritrovò senza nulla, per di più col rischio di essere lapidato da alcuni dei suoi. Resosi conto che ciò che stava costruendo era frutto di compromesso e che la città in cui abitava non gli era stata data da Dio, finalmente si svegliò e tornò ad essere quello di prima. Indossò l’abito di sacerdote (visto che era sacerdote oltre che re), si fortificò in Dio e Gli chiese consiglio. Il Signore gli rispose ed egli non esitò ad obbedire.
1Samuele 30:17 Davide li attaccò dal crepuscolo fino alla sera del giorno dopo; nessuno di loro scampò, ad eccezione di quattrocento giovani, che montarono sui cammelli e fuggirono. 18 Così Davide ricuperò tutto ciò che gli Amalekiti avevano portato via; Davide ricuperò anche le sue mogli. 19 Niente andò loro perduto, né piccolo né grande, né figli né figlie, né bottino né alcun altra cosa che avevano loro preso. Davide ricuperò tutto.
Quando tornò a Dio ed mise in atto il Suo suggerimento, Davide ebbe vittoria! Questa volta agì mosso dalla fede. Non aveva paura e poté recuperare tutto ciò che aveva perduto: le mogli, i figli, i beni.
Nel frattempo Saul era morto in guerra, così egli poté uscire dal compromesso e dalla sottomissione ad Akish e tornare in Israele.
Ripercorrendo col pensiero il triste periodo di deserto appena finito, Davide scrisse il Salmo 56.
Salmi 56:8 Tu hai contato i passi del mio vagare; riponi le mie lacrime nel tuo otre; non le hai registrate nel tuo libro? 9 Nel giorno che griderò a te, i miei nemici volteranno le spalle. Questo lo so, perché DIO è per me. 10 Con l’aiuto di DIO celebrerò la sua parola; con l’aiuto dell’Eterno celebrerò la sua parola. 11 Ho posto la mia fiducia in DIO, non temerò. Che cosa mi può fare l’uomo? 12 I voti fatti a te, o DIO, mi vincolano. Ti renderò lode.
Quando capì di avere sbagliato e prese la decisione di tornare con tutto il cuore a fidarsi di Dio, scoprì il Suo cuore paterno, perché si rese conto che anche in quei difficili momenti gli era stato vicino e aveva raccolto le sue lacrime. Riconobbe inoltre che non lo aveva trattato come avrebbe meritato, infatti non appena tornò a Lui fu subito esaudito, ricevette misericordia.
Salmi 103:10 Egli non ci tratta come meritano i nostri peccati, e non ci castiga in base alle nostre colpe. 11 Poiché, quanto sono alti i cieli al di sopra della terra, tanto è grande la sua benignità verso quelli che lo temono… 13 Come un padre è pietoso verso i suoi figli, così è pietoso l’Eterno verso quelli che lo temono. 14 Perché egli conosce la nostra natura e si ricorda che siamo polvere.
La sua esperienza ci sia d’insegnamento!
La paura ha il potere di farci dimenticare quanto Dio ci ama, ci fa credere che noi ci amiamo di più e ci fa entrare nell’incredulità, col risultato che finiamo con l’agire di testa nostra, commettendo errori su errori. La verità è che siamo noi ad allontanarci da Lui, non viceversa, e che Egli ci ama anche quando non ce ne rendiamo conto. Davide aveva avuto paura perché aveva smesso di credere nell’amore di Dio e pensava di doversi proteggere da solo.
Se a causa di qualche problema ci siamo allontanati dal Signore e ci troviamo in una condizione di compromesso, facciamo tesoro dell’esperienza e della testimonianza di Davide, che ci incoraggia a tornare a Lui con fiducia e a rimediare alle nostre decisioni sbagliate.
Il Nuovo Testamento ci offre l’esempio dell’apostolo Giovanni, che credeva fermamente all’amore di Dio.
1Giovanni 4:16 E noi abbiamo conosciuto e creduto all’amore che Dio ha per noi. Dio è amore, e chi dimora nell’amore dimora in Dio e Dio in lui. 17 In questo l’amore è stato reso perfetto in noi (perché abbiamo fiducia nel giorno del giudizio): che quale egli è, tali siamo anche noi in questo mondo. 18 Nell’amore non c’è paura, anzi l’amore perfetto caccia via la paura, perché la paura ha a che fare con la punizione, e chi ha paura non è perfetto nell’amore. 19 Noi lo amiamo, perché egli ci ha amati per primo.
Redazione a cura di Caterina Di Miceli