INIZIARE A COMPRENDERE LA GLORIA | Prima parte

Culto del 11 Giu 2023
Predicatore: Apostolo Lirio Porrello
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Redazione a cura di Sara Cottone

Dio vuole che tutti i Suoi figli scorrano nel soprannaturale. Cristiano significa “Uno che è unto” ed è unto per fare qualcosa. La fede è la base su cui si poggiano le cose del cielo ed è ciò che permette a Dio di rilasciare le cose del cielo sulla terra. Essa è infinita, poiché tutto è possibile a chi crede e noi possiamo crescere di fede in fede, questo significa che se io ho raggiunto un livello di fede allora devo predispormi a raggiungere il successivo, ciò che non ha una fine ci riserva sempre dell’altro. Di fede in fede, di gloria in gloria. Dio è infinito.
Ebrei 11:1 Or la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di cose che non si vedono.
Poiché tendiamo umanamente ad andare nel razionale e nei sensi naturali, la fede va sempre nutrita perché Dio ha detto che il giusto vivrà per fede. Non scoraggiarti se ancora hai dei dubbi ma non fermarti al dubbio e cresci nella fede poiché ci sono cose che avvengono solo quando hai una totale certezza e franchezza. Abrahamo non è nato con una fede matura ma vi è arrivato, questo ci dimostra che la fede è un processo di crescita. A volte non partiamo dalla certezza ma dal dubbio e arriviamo alla certezza. Il mondo naturale e visibile, è nato da ciò che è soprannaturale e invisibile, la fede ci permette di collegarci con il mondo invisibile che ha dato origine al mondo visibile. In altri termini: con la fede ti agganci all’autore di tutte le cose, alla Sua rivelazione e alla Sua Parola.
Marco 9:23 E Gesù gli disse: «Se tu puoi credere, ogni cosa è possibile a chi crede». Non c’è limite alla fede perché Gesù ha detto che tutte le cose sono possibili a chi crede.
I discepoli in questo episodio non hanno ben rappresentato Gesù e quando l’uomo si è accostato a Lui, non si accostò con fede, ma con dubbio. La fede non ha limiti ed essa funziona con la legge dell’aspettativa: quando ti presenti davanti a Dio devi arrivare sempre con un’aspettativa, perché se non ti aspetti niente, non ricevi niente. Poni le tue aspettative su Dio perché quando vai a Lui cambia sempre il tuo tempo successivo. La donna con il flusso di sangue è andata a Gesù con aspettativa perché credeva che quando avrebbe toccato il lembo della Sua veste sarebbe stata guarita. La fede pone sempre un tempo definito in cui deve accadere qualcosa. Molti altri hanno toccato Gesù ma la loro aspettativa non era quella giusta, per questo potenza uscì da Gesù quando la donna Lo toccò, perché la sua fede aveva posto aspettativa su di Lui per ottenere un miracolo. Dio non delude le tue aspettative.
Nel Regno dell’unzione invece, l’unzione può essere sopra o dentro.
Atti 1:8 Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme e in tutta la Giudea, in Samaria e fino all’estremità della terra»
Se l’unzione è su di te significa che tu sei sotto, e se sei sotto allora sei sottomesso e ubbidisci. Gesù era così; Lui non faceva nulla da se stesso, in altre parole era così sottomesso da non avere iniziativa personale.
L’unzione ci rende testimoni. Quando lo Spirito viene su di noi e noi ubbidiamo a Lui, significa che non stiamo più agendo noi ma è Lo Spirito che agisce attraverso di noi.
La fede siamo noi che ci accordiamo con la verità di Dio, l’unzione è Dio che opera attraverso di noi, ma la gloria è Dio che opera sovranamente e in nostro favore. Nella fede e nell’unzione c’è bisogno di noi; l’unzione funziona con due leggi: la legge della domanda e dell’offerta e la legge dello scambio. Ma nella gloria Dio agisce sovranamente in tuo favore. Il popolo d’Israele quando uscì dall’Egitto non ha mai chiesto la nuvola, è Dio che l’ha mandata; non era risultato della loro fede ma della fedeltà di Dio con se stesso, poiché aveva sovranamente scelto di prendere il popolo e tirarlo fuori dalla schiavitù d’Egitto e portarlo nella terra promessa per mezzo della Sua gloria.
1Giovanni 2:20 Ma voi avete l’unzione dal Santo e conoscete ogni cosa.
Qui Dio non ci sta dicendo che sappiamo ogni cosa ma che ogni volta che veniamo a conoscenza della verità, abbiamo discernimento sulla bugia. Quando conosciamo ciò che è vero, non saremo ingannati da ciò che è falso, come i bancari riconoscono al tatto le banconote false da quelle vere. Noi conosciamo la verità per mezzo dello Spirito di verità e la verità è che l’unzione si deve confessare. Tu sei unto e hai l’unzione perché Dio te l’ha data.
1Giovanni 2:27 Ma quanto a voi, l’unzione che avete ricevuto da lui dimora in voi e non avete bisogno che alcuno v’insegni; ma, come la sua unzione v’insegna ogni cosa ed è verace e non è menzogna, dimorate in lui come essa vi ha insegnato.
L’unzione è gelosa, non vuole che dimori fuori, ma dimori dentro: noi dimoriamo in Cristo e Cristo dimora in noi. Vi è l’unzione individuale e l’unzione collettiva. Nel Corpo di Cristo, quando la Chiesa è radunata, l’unzione cresce ed è molto più facile ricevere. Nell’Antico Testamento l’unzione era sopra di loro e non in loro, come invece è nel Nuovo Testamento in cui siamo divenuti tempio dello Spirito Santo. L’olio dell’unzione originale aveva 5 componenti; esso era molto profumato e nessuno doveva contraffarlo. Dio lo aveva rivelato a Mosè e veniva fatto secondo l’arte del profumiere. 5 componenti, come il numero della grazia: l’unzione è una manifestazione della graziosità di Dio che unge le persone per rispondere ai tuoi bisogni.
Esodo 30:22 L’Eterno parlò ancora a Mosè, dicendo: 23 «Procurati anche i migliori aromi: cinquecento sicli di mirra liquida, duecentocinquanta, cioè la metà, di cinnamomo aromatico e duecentocinquanta di cannella aromatica, 24 cinquecento sicli, in base al siclo del santuario, di cassia e un hin (circa un litro) di olio d’oliva. 25 E ne farai un olio per l’unzione sacra, un profumo composto con arte di profumiere: sarà l’olio per l’unzione sacra.
Tutto ciò che vi era nel tempio era profumato; nel tempio di Dio c’è il profumo della Sua presenza. L’unzione manifesta parte dell’eccellenza di Dio, per questo gli aromi dovevano essere i migliori. Quando Gesù è nato, i magi hanno portato in dono oro, rappresentazione della natura divina, incenso, rappresentazione dell’adorazione poiché Lui è venuto come figlio dell’uomo per onorare il Padre e la Sua vita è stata una continua adorazione a Lui, e mirra, rappresentazione del dolore e della sofferenza poiché Gesù è venuto come Agnello di Dio che viene immolato per togliere il peccato del mondo. Quindi nei tre doni che i magi hanno fatto troviamo anche il Suo destino e chi Lui è.
I cinque componenti dell’olio dell’unzione: 1. La Mirra è un’erba amara con un aroma dolce che significa sofferenza, dolore, angoscia, prove, tribolazioni, persecuzioni e morte ed è il prezzo che paghiamo per l’unzione (Filippesi 3:8), poiché sei stato messo a parte per uno scopo preciso. 2. La Cannella o cinnamomo rappresenta compattezza e stabilità, e tali elementi riguardano il carattere cristiano, fondamentali per operare nell’unzione, poiché l’unzione non viene data a persone perfette ma a persone imperfette, però la mancanza di carattere può far perdere l’unzione (Saul era unto, ma ha perso l’unzione per mancanza di carattere), per questo Dio vuole che abbiamo carattere per sostenere l’unzione, affinché nessuno sia scandalizzato a causa nostra. 3. Il Calamo o cannella aromatica è una canna lunga e dritta con colorazione verde e rossa che profuma un po’ come lo zenzero ed è associato ai doni dello Spirito Santo e all’autorità divina, quindi chi è unto ha i doni dello Spirito in manifestazione. La spezia, inoltre, è indicativa dell’unzione che scorre in noi quando ci sottomettiamo all’autorità perché, come il peperoncino in un pasto, quando l’unzione c’è la senti perché prevale su tutto il resto. 4. La Cassia è un cespuglio profumato di fiori gialli, le cui foglie vengono essiccate e polverizzate per preparare l’olio dell’unzione. La parola cassia deriva da una radice che significa “inchinarsi per onore e riverenza” quindi nell’unzione noi dobbiamo onorare e avere riverenza verso Colui che ci ha unto, questo fiore difatti rappresenta la nostra vita di preghiera, la lode e l’adorazione, in sintesi chi è unto deve essere un adoratore. 5. Olio d’oliva per l’unzione doveva essere fresco, esso è estratto dall’olivo e rappresenta lo Spirito Santo. Importante caratteristica dell’olio è che l’olio non rimane fermo, come si usa dire “si allarga a macchia d’olio”, perché dove c’è olio c’è influenza e una persona unta ha influenza sugli altri.
Ogni componente dell’olio dell’unzione aveva quindi uno significato e uno scopo preciso. Quando esso veniva posto sulle persone spandeva tutto attorno profumo; l’unzione deve portare il profumo della conoscenza di Cristo.
La gloria va sempre associata alla parola “perfezione”. La perfezione non vi è sulla terra, quindi l’origine della gloria è sempre il cielo. Gli Ebrei usavano il termine “Kabod” che significa peso, splendore, onore, abbondanza. Paolo dice “peso eterno di gloria” nel Nuovo Testamento. Nel greco la parola che viene usata per gloria invece è “Doxa” e significa fama, lode, alta opinione e si riferisce spesso alla manifestazione stessa di Dio. I rabbini invece usavano la parola “Shekinah”, derivante dal termine dimorare, significa “Dio che dimora in mezzo agli uomini”. Quando la nuvola della gloria è scesa nel deserto, era Dio che dimorava in mezzo a loro e provvedeva ad ogni bisogno. Questa parola non è nella Bibbia, ma la troviamo negli scritti che i rabbini usavano per rendere più fruibile e comprensibile al popolo la Parola. Quando si parla di gloria spesso l’idea nella Chiesa è ridotta. Fede e gloria sono collegate: tu non puoi far manifestare la gloria, ma mai si manifesterà se non la credi. La gloria è manifestazione della sovranità di Dio, non puoi quindi provocarla ma puoi credere che Lui la provocherà al momento giusto.
Quando Lazzaro è morto, le sorelle “rimproverarono” Gesù di non essere arrivato prima perché loro si aspettavano una guarigione, ma Dio vedeva una resurrezione e non può esserci resurrezione senza un morto. Dio non è mai in ritardo.
Giovanni 11:40 Gesù le disse: «Non ti ho detto che se credi, vedrai la gloria di Dio?».
In questi versi Dio collega fede e gloria. La resurrezione di Lazzaro è una manifestazione della gloria di Dio, poiché sono una serie di miracoli messi insieme. Gesù ha ringraziato il Padre prima di resuscitare Lazzaro perché Dio manifesta sovranamente la Sua gloria, ma ha bisogno che tu ci credi. Solo chi crede vedrà la gloria di Dio. Abbiamo quindi necessità di credere nella gloria. In una Chiesa con deficit di fede, c’è deficit di gloria. Quando c’è un deficit nella base del soprannaturale, avrai difficoltà a comprendere la gloria.
Giovanni 5:30 Io non posso far nulla da me stesso; giudico secondo ciò che odo e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà del Padre che mi ha mandato.
Qui Gesù parla come Figlio dell’Uomo, perché come Figlio di Dio è onnisciente, onnipotente e onnipresente. Qui Gesù ci sta dicendo che Lui ha rinunciato a se stesso per stare sottomesso allo Spirito. Gesù parla per la verità che Gli è rivelata per mezzo dello Spirito. In questi versi ci sta insegnando come noi possiamo funzionare nell’unzione poiché, se sono sotto lo Spirito non posso fare nulla di mia iniziativa ma sono ubbidiente a Lui e a ciò che mi dice. Gesù è il nostro esempio: non poteva agire da se stesso perché volontariamente aveva deciso di stare sotto l’unzione. Dipendeva dal Padre che l’ha mandato e dallo Spirito che Lo guidava.
L’unzione non è per tutti uguale, varia per ogni persona, poiché l’unzione è per adempiere un proposito e il proposito non è uguale per tutti. L’unzione è quindi variabile secondo il proposito che Dio dà ed essa testimonia di Dio agli uomini usando uomini. L’unzione parla dell’umanità, è limitata alla terra e usa canali imperfetti, mentre la gloria parla del cielo e manifesta la perfezione di Dio.
2Re 2:9 Dopo che furono passati, Elia disse ad Eliseo: «Chiedi ciò che vuoi che io faccia per te, prima che sia portato via da te». Eliseo rispose: «Ti prego, fa’ che una doppia porzione del tuo spirito venga su di me». 10 Elia disse: «Tu hai chiesto una cosa difficile; tuttavia, se mi vedrai quando sarò portato via da te, ciò ti sarà concesso, altrimenti non l’avrai». 11 Ora, mentre essi camminavano discorrendo, ecco un carro di fuoco e cavalli di fuoco li separarono l’uno dall’altro, ed Elia salì al cielo in un turbine. 12 Eliseo vide ciò e si mise a gridare: «Padre mio, padre mio, carro d’Israele e sua cavalleria!». Poi non lo vide più. Allora afferrò le sue vesti e le stracciò in due pezzi. 13 Raccolse quindi il mantello di Elia che gli era caduto di dosso, tornò indietro e si fermò sulla riva del Giordano. 14 Poi prese il mantello di Elia che gli era caduto di dosso, percosse le acque e disse: «Dov’è l’Eterno, il DIO di Elia?». Quando anch’egli ebbe percosso le acque, queste si divisero di qua e di là ed Eliseo passò.
L’unzione è per la terra; Elia è stato preso ma il mantello è rimasto, questo ci fa comprendere che l’unzione serve qui e che qualcun altro deve continuare ad adempiere il proposito con un manto e un’unzione che Dio dà. Eliseo aveva il cuore di figlio e per lui Elia non era solo il suo maestro ma era suo padre; l’unzione non passa da maestro ad alunno ma da padre in figlio. L’unzione che Eliseo aveva richiesto rappresentava la primogenitura, poiché solo i primogeniti prendevano il doppio. Elia rimette la decisione nelle mani di Dio poiché era qualcosa che non dipendeva dalla sua volontà ma da quella di Dio: se Dio avesse aperto gli occhi di Eliseo allora significava che Lui lo aveva esaudito, come difatti avvenne. Il mantello cadde da Elia perché l’unzione non è per il cielo ma per la terra. Gesù non è asceso in cielo con l’unzione ma con la gloria. La gloria non va insegnata ma rivelata. Lo Spirito della gloria rivela la gloria, quindi senza relazione con Dio non potrai mai comprenderla anche se ascolti i migliori insegnanti. L’unzione, poiché è per la terra, usa vasi di terra e quindi imperfetti, ma bisogna fare una distinzione tra il vaso e il contenuto. Davide non uccise Saul per rispetto dell’unzione che era su di lui nonostante quest’ultimo non stesse facendo la volontà di Dio. Davide rispettò ciò che Dio aveva messo in Saul nonostante il suo comportamento sbagliato, poiché se non abbiamo rispetto per l’unzione dell’altro, non possiamo pretendere rispetto per la nostra unzione. Anche Davide stesso era unto, ma ha avuto carenze. Un altro esempio è Aaronne, unto ma debole nel carattere, facilmente influenzabile, fece costruire il vitello d’oro al popolo nel deserto. Sansone era unto ed è l’uomo più forte della storia ma non aveva stabilità nel carattere. Dio unge persone imperfette perché perfette non ce ne sono. Non aspettarti quindi perfezione dagli unti ma aspettati che la loro unzione risponda al tuo bisogno poiché essa viene dall’alto, mentre il vaso è fragile e si può rompere. Abbi discernimento tra contenuto e contenitore. Dio non ritira l’unzione quando il cuore è sincero perché l’unzione è per un proposito e il proposito non cambia. Gesù ebbe la transizione tra l’unzione e la gloria. Dopo la resurrezione Gesù non ha camminato più per l’unzione ma per la gloria, quindi salì di livello.
Salmi 68:18 Tu sei salito in alto, hai fatto prigioniera la prigionia, hai ricevuto doni fra gli uomini anche fra i ribelli, affinché tu, o Eterno DIO, possa dimorare là. 19 Benedetto sia il Signore, che giorno per giorno porta per noi i nostri pesi; egli è il DIO della nostra salvezza. (Sela)
L’ascensione di Gesù era già stata profetizzata nell’Antico Testamento. Nella mente ebraica “salire” o “ascendere” significa ricevere una promozione, salire di livello.
Proverbi 30:4 Chi è salito in cielo e ne è disceso? Chi ha raccolto il vento nelle sue mani? Chi ha racchiuso le acque nella sua veste? Chi ha stabilito tutti i confini della terra? Qual è il suo nome e il nome di suo figlio, se lo sai?
Questi versi sono una profezia della prima venuta di Gesù sulla terra e della Sua ascensione.
Giovanni 3:13 Or nessuno è salito in cielo, se non colui che è disceso dal cielo, cioè il Figlio dell’uomo che è nel cielo.
Questi versi ci parlano della doppia cittadinanza: Gesù era sulla terra ma è cittadino del cielo. Anche noi siamo come Lui: cittadini della terra ma seduti nei luoghi celesti come cittadini del cielo.
Efesini 4:9 Or questo: «È salito» che cosa vuol dire se non che prima era pure disceso nelle parti più basse della terra? 10 Colui che è disceso è lo stesso che è anche salito al di sopra di tutti i cieli per riempire tutte le cose. È nella salita che condusse prigioniera la prigionia.
Paolo ci rivela che Gesù è sceso anche sotto terra. Gesù è andato nel seno di Abrahamo a predicare la redenzione, la salvezza, la nuova nascita a tutti i santi dell’Antico Testamento la cui destinazione era il cielo; ma è anche disceso negli inferi e ha strappato le chiavi della morte e dell’Ades spogliando il nemico di ogni autorità. Gesù è asceso perché la redenzione sarebbe stata compiuta quando, dopo la resurrezione, si sarebbe seduto alla destra del Padre come nostro mediatore. Noi siamo salvati in virtù del Suo sacrificio e della mediazione di Cristo. L’ascesa di Gesù ha compiuto la redenzione e per essa ha potuto mandare il Suo Spirito qui sulla terra.
Giovanni 1:14 E la Parola si è fatta carne ed ha abitato fra di noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, come gloria dell’unigenito proceduto dal Padre, piena di grazia e di verità.
Vi sono livelli diversi di gloria. La gloria che i discepoli hanno visto è la gloria dell’Unigenito Figlio di Dio, modello di perfezione di come vivere sulla terra senza peccare. Se imiti Gesù non sbaglierai mai. Gesù ha manifestato la gloria del Figlio, come un figlio di Dio deve vivere perfettamente.
Giovanni 17:11 Ora io non sono più nel mondo, ma essi sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, conservali nel tuo nome, quelli che tu mi hai dato, affinché siano uno come noi, 12 Mentre ero con loro nel mondo io li ho conservati nel tuo nome; io ho custodito coloro che tu mi hai dato, e nessuno di loro è perito, tranne il figlio della perdizione, affinché si adempisse la Scrittura.
In questi versi Gesù conferma la Sua doppia cittadinanza: è nella terra ma è cittadino del cielo.
Giovanni 17:22 E io ho dato loro la gloria che tu hai dato a me, affinché siano uno, come noi siamo uno. 23 Io sono in loro e tu in me, affinché siano perfetti nell’unità, e affinché il mondo conosca che tu mi hai mandato e li hai amati, come hai amato me. 24 Padre, io voglio che dove sono io, siano con me anche coloro che tu mi hai dato, affinché vedano la mia gloria che tu mi hai dato, perché tu mi hai amato prima della fondazione del mondo.
Gesù qui parla di una gloria presente e una gloria futura. Al presente Dio ci ha dato la gloria perché ci ha dato il Suo Spirito, al futuro Dio ha preparato la gloria eterna che un giorno vedremo quando saremo con Lui. Di gloria in gloria poiché vi sono diversi tipi di gloria: la gloria dell’Unigenito Figlio di Dio; la gloria della resurrezione; la gloria dell’ascensione; la gloria del ministero alla destra del Padre; la gloria eterna. Dio ci ha chiamati e destinati alla gloria eterna.