II REDENTORE DELLA FAMIGLIA

Culto del 22 Dic 2019
Predicatore: Apostolo Lirio Porrello
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Redazione a cura di Caterina Di Miceli

In riferimento al tema dell’evangelismo, che è stato oggetto delle predicazioni delle scorse domeniche, viene ricordato che il primo pensiero di Andrea, dopo che conobbe Gesù e trascorse un giorno con Lui, avendo ricevuto la rivelazione che era il Messia, fu quello di parlare di Lui a suo fratello Simone e di farglielo conoscere.

Giovanni 1:41 Costui trovò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato Il Signore che, tradotto, vuol dire: “Il Cristo”»; 42 e lo condusse da Gesù. Gesù allora, fissandolo, disse: «Tu sei Simone, figlio di Giona; tu sarai chiamato Cefa che vuol dire: sasso».

Al fine di evidenziare il valore che per ciascuno di noi deve avere la famiglia ed esortare la chiesa ad avere in cuore un peso per la salvezza dei propri cari, l’apostolo Lirio pone enfasi sul fatto che l’aver conosciuto Gesù e avere capito che era il Messia atteso, suscitò in Andrea un forte bisogno di farlo conoscere ad altri, a partire dalla propria famiglia. E la famiglia è in qualche modo al centro dell’odierna predicazione.

Dopo questa breve premessa, viene illustrato il parallelismo esistente tra il libro della Genesi e il Vangelo di Giovanni. Il libro della Genesi inizia con l’espressione: “Nel principio” (Genesi 1:1), traduzione imperfetta, considerato che solo Dio è il principio e solo Lui è la fine, per cui forse sarebbe meglio tradurre la parola originale ebraica bereshit “In un principio”, per indicare che Dio ha creato il tempo, che è come una bolla all’interno dell’eternità. Un giorno il tempo finirà e tutto ritornerà nell’eternità. Il libro della Genesi parla della creazione, che gli evoluzionisti vorrebbero cancellare, ma non possono, perché anche scientificamente si può dimostrare che la teoria evoluzionistica è un inganno. Basta considerare il fatto che da Adamo in poi tutto il creato è sempre stato in continuo regresso.

Tutto il primo capitolo della Genesi è dedicato a illustrare l’attività creatrice di Dio. Il primo giorno creò la luce, non gli astri, e separò le tenebre dalla luce al fine di permettere una chiara visione delle cose. Il secondo giorno creò il firmamento, il terzo giorno creò la terra e le piante, il quarto giorno creò gli astri, il quinto giorno creò i pesci e gli uccelli, il sesto giorno creò gli animali e l’uomo, il settimo giorno si riposò. Nel secondo capitolo viene spiegato che Dio creò l’uomo (Genesi 2:7) per dargli dominio e autorità sulla terra. Aveva già creato il suo spirito, poi formò il suo corpo con la polvere della terra col preciso compito di fare adempiere sulla terra la volontà di Dio come è fatta nei cieli.
Per realizzare questo proposito, Dio istituì il matrimonio; per questo li creò maschio e femmina, e fu il Padre celeste in persona che portò ad Adamo la sua sposa. Il Suo gesto ci spiega perché anche oggi nelle celebrazioni nuziali è il padre che porta la sposa al suo futuro marito.

Genesi 2:20 E l’uomo diede dei nomi a tutto il bestiame, agli uccelli del cielo e ad ogni animale dei campi; ma per l’uomo non si trovò alcun aiuto conveniente per lui. 21 Allora l’Eterno DIO fece cadere un profondo sonno sull’uomo, che si addormentò; e prese una delle sue costole, e rinchiuse la carne al suo posto. 22 Poi l’Eterno DIO con la costola che aveva tolta all’uomo ne formò una donna e la condusse all’uomo. 23 E l’uomo disse: «Questa finalmente è ossa delle mie ossa e carne della mia carne. Lei sarà chiamata donna perché è stata tratta dall’uomo». 24 Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e saranno una sola carne.

Adamo diede il nome a tutti gli animali creati, oltre quattrocento milioni di specie in tutta la terra. Noi non possiamo neppure immaginare quanto grandi dovevano essere le sue capacità mentali, la sua fantasia e la sua memoria. Sicuramente aveva capacità straordinarie, ma non aveva compagnia. Con lui c’erano gli animali, ma non lo soddisfacevano. Questo ci fa pensare che quando le persone si creano la compagnia di animali, si trovano in una condizione di regresso.
Allora Dio fece cadere l’uomo in un sonno profondo, prese una delle sue costole, richiuse la carne, e con quella costola formò la donna e la condusse all’uomo. Di fatto istituì il matrimonio. Così nacque la prima famiglia. Il verso 24 dice che l’uomo deve lasciare il padre e la madre, mentre oggi assistiamo sempre più alla separazione dei coniugi e al loro rientro nella casa paterna!

Anche il Vangelo di Giovanni inizia, come la Genesi, con l’espressione: “Nel principio”. La Bibbia, quindi, ci mette a conoscenza di due creazioni: la prima fu fatta dal Padre, ma ce n’è un’altra, che fu fatta dal Figlio a motivo della caduta di Adamo.
2Corinzi 5:17 Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, tutte le cose sono diventate nuove.

Per la prima volta si torna a parlare di figli di Dio, perché con la caduta Adamo perdette l’immagine e la somiglianza con Dio e decadde dall’essere Suo figlio. Di conseguenza tutta la sua discendenza, fino ad oggi, è separata da Dio, tanto che ai Giudei Gesù disse che erano progenie di satana (Gv. 8:44).
Giovanni 1:12 ma a tutti coloro che lo hanno ricevuto, egli ha dato l’autorità di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome, 13 i quali non sono nati da sangue né da volontà di carne, né da volontà di uomo, ma sono nati da Dio.

Nel primo capitolo della Genesi Dio creò l’uomo a Sua immagine e somiglianza, nel primo capitolo di Giovanni viene indicato il modo in cui si può tornare ad essere figli di Dio: ricevere Gesù nel cuore. Chi Lo riceve acquista uno spirito nuovo e il diritto di diventare figlio di Dio.

È da notare che quando Dio creò la luce non pensò, disse, perché la parola crea quando viene dichiarata, non crea se viene solo pensata.
Genesi 1:3 Poi DIO disse: “Sia la luce!”. E la luce fu.

Nel primo capitolo del suo Vangelo, Giovanni afferma che Gesù è la luce.
Giovanni 1:4 In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini. 5 E la luce risplende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno compresa.

Nel verso 35 Gesù ci esorta a camminare con Lui per non finire nelle tenebre, in una condizione di confusione e di smarrimento in cui si perde la cognizione della propria meta, della propria destinazione, infatti molti pensano che tutto finisca in una tomba. Solo la luce mette in chiaro cosa c’è davanti a noi e ci mostra il nostro destino eterno.
Giovanni 12:35 Gesù allora disse loro: «La luce è con voi ancora per un po’; camminate mentre avete la luce, affinché non vi sorprendano le tenebre; chi cammina nelle tenebre non sa dove va».
Nel primo capitolo di Giovanni, per quattro volte è scritto: “Il giorno dopo…”.

Nel secondo capitolo della Genesi è scritto che Dio formò l’uomo e la donna, quindi istituì il matrimonio. Poi avvenne la caduta.
Il secondo capitolo di Giovanni inizia con le parole: “Tre giorni dopo…”. Gesù partecipò a una festa di nozze in Cana di Galilea, dove compì il primo miracolo e dove simbolicamente iniziò la redenzione della famiglia.

Giovanni 2:1 Tre giorni dopo, si fecero delle nozze in Cana di Galilea, e la madre di Gesù si trovava là. 2 Or anche Gesù fu invitato alle nozze con i suoi discepoli. 3 Essendo venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino». 4 Gesù le disse: «Che cosa c’è tra te e me o donna? L’ora mia non è ancora venuta», 5 Sua madre disse ai servi: «Fate tutto quello che egli vi dirà».6 Or c’erano là sei recipienti di pietra, usati per la purificazione dei Giudei, che contenevano due o tre misure ( fra 77 e 117 litri,) ciascuno.7 Gesù disse loro: «Riempite d’acqua i recipienti». Ed essi li riempirono fino all’orlo. 8 Poi disse loro: «Ora attingete e portatene al maestro della festa». Ed essi gliene portarono. 9 E come il maestro della festa assaggiò l’acqua mutata in vino (or egli non sapeva da dove venisse quel vino, ma ben lo sapevano i servi che avevano attinto l’acqua), il maestro della festa chiamò lo sposo, 10 e gli disse: «Ogni uomo presenta all’inizio il vino migliore e, dopo che gli invitati hanno copiosamente bevuto, il meno buono; tu, invece, hai conservato il buon vino fino ad ora». 11 Gesù fece questo inizio dei segni in Cana (luogo di canne) di Galilea e manifestò la sua gloria, e i suoi discepoli credettero in lui.

Il numero tre apre il secondo capitolo. Gesù si trova in Cana di Galilea in qualità di invitato a una festa di nozze con i Suoi discepoli. Siamo al settimo giorno, (i primi quattro sono citati nel capitoli 1, gli altri tre nel capitolo 2). Ma cosa ci ricorda il numero tre? Gesù rimase nelle tomba tre giorni, dopo risuscitò … e avvenne la redenzione!
Sette è il numero della perfezione e la redenzione è il progetto perfetto di Dio.
La festa di nozze presso gli Ebrei durava sette giorni e a metà di quella festa venne a mancare il vino. Che magra figura per lo sposo! Ma la presenza di Gesù risolse il problema, Egli infatti, come vedremo, redense quel matrimonio.
Sua madre, Maria, Lo informò che era finito il vino ed Egli le rispose che la Sua ora non era ancora venuta, ma poi fece il miracolo, perché? Sembra una contraddizione! Lo fece perché si trattava di un miracolo simbolico. Cambiare l’acqua in vino, che raffigura il sangue, significava che la purificazione non avviene con l’acqua, come facevano gli Ebrei, ma con il sangue. Gesù disse che l’ora sua non era venuta perché la purificazione del popolo sarebbe avvenuta alla croce. Ordinò ai servi di riempire d’acqua i sei recipienti di pietra che si trovavano là e che servivano per la purificazione. Erano di pietra, non di terracotta, perché era vietato usare oggetti fatti dall’uomo per la purificazione, mentre la pietra è opera di Dio. Essi li riempirono fino all’orlo; complessivamente oltre cinquecento litri di acqua!
Pur essendo la Parola fatta carne, per fare il miracolo Gesù parlò, perché se la Parola non viene dichiarata non crea, rimane inefficace. I servi Gli avevano obbedito quando riempirono i recipienti d’acqua, ma il loro compito non era finito, il miracolo avvenne quando Gesù disse: “Ora attingete e portatene al maestro della festa” ed essi agirono subito quando comandò: “Ora!”. Obbedirono e sapevano qual era l’origine di quel vino, mentre gli altri non si erano accorti di nulla.

Dopo tre giorni Gesù fece questo inizio dei segni in Cana di Galilea e tre giorni dopo la Sua morte portò il Suo sangue in cielo. I Giudei pensavano che per la purificazione bastasse l’acqua, ma Gesù mutò l’acqua in vino, che simboleggiava il sangue. Il problema sorto in quel matrimonio fu risolto grazie alla Sua presenza e allo stesso modo la Sua presenza può risolvere i problemi di ogni matrimonio.

Quando Sua madre gli fece sapere che era finito il vino, Egli la chiamò: “Donna”, appellativo che potrebbe sembrare irriverente, ma non lo è, semmai è profetico, infatti in Genesi 3:15 è scritto che dalla progenie della donna sarebbe venuto Colui che avrebbe schiacciato la testa del serpente.

Genesi 3:15 E io porrò inimicizia fra te e la donna e fra il tuo seme e il seme (maschile) di lei; esso ti schiaccerà il capo, e tu ferirai il suo calcagno».
Giovanni 2:4 Gesù le disse: «Che cosa c’è tra te e me o donna? L’ora mia non è ancora venuta»,

Alle nozze di Cana, Gesù iniziò il Suo ministero terreno e iniziò anche la sua sfida al nemico. In quell’occasione chiamò Sua madre “donna” e la chiamò “donna” anche alla croce, alla fine del Suo ministero, quando sconfisse satana (Gv. 19:26).

Giovanni 19:26 Gesù allora, vedendo sua madre e presso di lei il discepolo che egli amava, disse a sua madre: «Donna, ecco tuo figlio!».

All’inizio del ministero intese dire che era lei la donna di cui si parla in Genesi 3:15 e che Lui era la sua progenie; alla fine del Suo ministero disse ancora che era lei quella donna, che sulla croce aveva schiacciato la testa al serpente e che aveva portato a termine l’opera per la quale era nata.

Come mai i discepoli credettero in Lui sol perché videro il miracolo dell’acqua mutata in vino? Anche nell’A.T. c’erano stati miracoli per opera dei profeti, anche se non erano figli di Dio, ma evidentemente in lui i discepoli videro qualcosa che noi non vediamo: videro lo Sposo Redentore preannunciato dai profeti.

Nel libro del profeta Ezechiele leggiamo la profezia del Nuovo Patto.
Ezechiele 16:8 Io ti passai vicino e ti guardai, ed ecco, il tuo tempo era il tempo dell’amore. Così stesi il lembo della mia veste su di te e copersi la tua nudità, ti feci un giuramento, stabilii un patto con te e tu divenisti mia», dice il Signore, l’Eterno.

Dopo avere accennato al primo patto, Ezechiele parla del Patto Eterno, della Nuova ed Eterna Alleanza che Gesù avrebbe fatto dopo avere espiato sulla croce i nostri peccati e versato tutto il Suo sangue.
Ezechiele 16:60 «Tuttavia mi ricorderò del patto stabilito con te nei giorni della tua giovinezza e stabilirò con te un patto eterno. 61 Allora ti ricorderai della tua condotta e ti vergognerai, quando riceverai le tue sorelle, quelle che sono più grandi
e quelle che sono più piccole di te; e io le darò a te per figlie, ma non in virtù del tuo patto. 62 IO stabilirò il mio patto con te e tu riconoscerai che io sono l’Eterno 63 perché ti ricordi, ti vergogni e non apra più la tua bocca a motivo della tua confusione quando avrò fatto espiazione per tutto ciò che hai fatto», dice il Signore, l’Eterno.

Alle nozze di Cana i discepoli non videro solo un miracolo, videro l’adempimento delle profezie di Ezechiele e videro lo Sposo Redentore profetizzato da Isaia.

Isaia 54:4 Non temere, perché non sarai confusa; non aver vergogna, perché non dovrai arrossire; dimenticherai anzi la vergogna della tua giovinezza e non ricorderai più il disonore della tua vedovanza. 5 Poiché il tuo creatore è il tuo sposo; il suo nome è l’Eterno degli eserciti, il tuo Redentore è il Santo d’Israele, chiamato DIO di tutta la terra.

Nel capitolo 1 Giovanni Battista presenta Gesù come l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo…
Giovanni 1:29 Il giorno seguente, Giovanni vide Gesù che veniva verso di lui e disse: «Ecco l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo! (Redentore).
… nel capitolo tre Lo presenta come lo Sposo!
Giovanni 3:29 Colui che ha la sposa è lo sposo, ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ode, si rallegra grandemente alla voce dello sposo; perciò questa mia gioia è completa.
Anche nel Vangelo di Marco, Gesù si presenta come lo Sposo Redentore.
Marco 2:19 E Gesù disse loro: «Possono forse gli amici dello sposo digiunare, mentre lo sposo è con loro? Per tutto il tempo che hanno lo sposo con loro, non possono digiunare.

Gesù afferma che per Lui la morte sarebbe stata motivo di glorificazione e non sarebbe stata sterile, perché Gli avrebbe consentito di portare molto frutto.
Giovanni 12:23 Ma Gesù rispose loro, dicendo: «L’ora è venuta, in cui il Figlio dell’uomo deve essere glorificato. 24 In verità, in verità vi dico: Se il granel di frumento caduto in terra non muore, rimane solo; ma se muore, produce molto frutto.

All’approssimarsi della Sua morte, pregò il Padre di glorificarLo, affinché anch’Egli Lo avrebbe potuto glorificare obbedendoGli fino alla morte e alla morte della croce.
Giovanni 17:1 Queste cose disse Gesù, poi alzo gli occhi al cielo e disse: «Padre, l’ora è venuta: glorifica il Figlio tuo, affinché anche il Figlio glorifichi te,

I Giudei si servivano dell’acqua per togliere i peccati, ma l’acqua non poteva togliere la natura di peccato. La loro religiosità non era in grado di rimuovere l’aridità del loro cuore.

L’apostolo Giovanni dice infatti che Gesù è venuto con acqua e sangue.
1Giovanni 5:6 Questi è colui che è venuto con acqua e sangue, cioè, Gesù Cristo; non con acqua soltanto, ma con acqua e con sangue. E lo Spirito è colui che ne rende testimonianza
L’acqua fu mutata in vino, che rappresenta il sangue, e lo Spirito Santo testimonia che Egli non è venuto solo con acqua, ma con acqua e sangue, perché è col sangue che ci purifica da ogni peccato, da ogni trasgressione, da ogni iniquità.

Il primo peccato avvenne nella famiglia. Eva si lasciò sedurre dal maligno e anche Adamo cadde nella seduzione, ma Dio non rimosse la famiglia, la disciplinò: Adamo avrebbe mangiato il pane con sudore per la fatica ed Eva avrebbe partorito con dolore. Certamente a causa della caduta la famiglia è stata danneggiata, ma Dio non la rimuoverà mai, rimane sempre il Suo progetto originale. Sulla croce, Gesù non ha redento solo gli esseri umani presi singolarmente, ha redento anche la famiglia, e il fatto che abbia compiuto il primo miracolo in una famiglia vuol dire che è interessato ad adempiere la promessa fatta ad Abramo: “In te saranno benedette tutte le famiglie della terra”, quindi è interessato a restaurarla e benedirla. Ecco perché il nemico cerca in ogni modo di distruggerla, ma Dio vuole riportarla al Suo pensiero originale e alla Sua benedizione.