I TRIBUNALI DEI CIELI

Culto del 03 Mar 2019
Predicatore: Past. Luigi La Torre
Download PDF

[Salmo di Asaf] DIO sta nell’assemblea di DIO; egli giudica in mezzo agli dei. Salmi 82:1

Redazione a cura di Caterina Di Miceli

Oggi viene approfondito il tema, avvincente e poco conosciuto in ambito evangelico, accennato la scorsa domenica.
Il pastore Luigi La Torre esorta i presenti a riflettere sull’abitudine, molto diffusa tra i credenti, di decidere di pregare con forza e insistenza quando ci si trova in presenza di situazioni difficili o di problemi da risolvere o di risposte che non arrivano. Così facendo però si finisce col fare enfasi sul proprio sforzo, come se il buon esito fosse opera propria. Questo è vero solo in parte, perché non è tanto la preghiera quanto la rivelazione della preghiera che ci permette di ricevere. Affinché le nostre preghiere risultino efficaci è necessario che siano mirate e soprattutto che siano frutto di una rivelazione che viene dall’alto. Ricordiamoci che lo sforzo produce solo frustrazione, mentre la rivelazione produce frutti.

La rivelazione va cercata come si cerca un tesoro, va investigata. Se vogliamo di più dalla Parola di Dio dobbiamo mettere più impegno nella ricerca dei segreti di Dio, anche dedicandoci a studi in campo biblico, visto che i social abbondano anche in questo campo. Non riteniamoci soddisfatti delle rivelazioni che domenica dopo domenica ci vengono condivise dal nostro apostolo, perché se investighiamo le scritture, senza dubbio crescerà anche la nostra rivelazione personale.

Proverbi 25:2 È gloria di DIO nascondere una cosa, ma è gloria dei re investigarla.
Chi sono i re che devono investigare? Siamo noi, i veri credenti. Gesù non ci ha solo amati e perdonati, ci ha anche portati a un’alta condizione, ci ha costituiti re e sacerdoti.

Apocalisse 1:5 e da Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dai morti e il Principe dei re della terra. A lui, che ci ha amati, ci ha lavati dai nostri peccati nel suo sangue, 6 e ci ha fatti re e sacerdoti per Dio e Padre suo, a lui sia la gloria e il dominio nei secoli dei secoli. Amen.
Apocalisse 5:10 e ci hai fatti re e sacerdoti per il nostro Dio, e regneremo sulla terra».

Quest’ultimo versetto potrebbe indurci a credere che regneremo in un lontano futuro, ma il Signore vuole darci la rivelazione che il senso di questa parte della scrittura non è che per regnare dobbiamo attendere di arrivare in cielo, bensì che dobbiamo regnare sulla terra adesso, anche se attualmente il Regno è invisibile.

La Bibbia ci insegna che il peccato di Adamo ha tolto all’uomo l’autorità, ma che il sacrificio di Gesù gliel’ha restituita.
Romani 5:17 Infatti, se per la trasgressione di quell’uno solo la morte ha regnato a causa di quell’uno, molto di più coloro che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo di quell’uno, che è Gesù Cristo.

Poiché l’intenzione originale di Dio era che l’uomo regnasse sulla terra, grazie alla redenzione acquistata per noi da Cristo Gesù, grazie all’abbondanza della grazia e al dono della giustizia che da Lui abbiamo ricevuto, oggi possiamo regnare.
Questi doni ci sono stati dati, ma noi dobbiamo riceverli. Non possiamo andare a Dio con il peso del peccato sulle spalle, lo possiamo grazie all’abbondanza della grazia che ci ha tolto quel peso e al dono della giustizia che ci permette di stare davanti alla Sua santità. Non ci sono peccati che Dio non possa perdonare, perché Egli è un grande perdonatore e usa una grazia abbondante verso chi si ravvede.
Chi ci insegnerà a regnare? La Chiesa di Cristo! È la chiesa, infatti, che ci insegna come si fa a regnare e a vincere, perché la chiesa è una scuola di vittoria!

La Bibbia fa riferimento a tre ambienti in cui pregare: la cameretta, ambiente familiare (Matteo 6:6), che è luogo d’intimità col Padre; l’ambiente in cui si intercede per altri, anche questo ambiente familiare (Luca 15:5-8); l’ambiente giudiziario, dove ci sono un avversario che ci accusa, un Giudice che deve farci giustizia e un Avvocato a cui chiedere la difesa.
In Luca 18:1-8 si parla di una vedova che chiede insistentemente un verdetto favorevole a un giudice iniquo; è da notare che la donna non parla all’avversario. Questo ci insegna che quando chiediamo giustizia non dobbiamo sgridare alcun demone e che dobbiamo rivolgere il nostro appello in preghiera al nostro Giusto Giudice, che è anche nostro Padre, e Lui prontamente ci farà giustizia. Se mettiamo fede nel Giudice, Egli onora la nostra fede e sblocca subito le situazioni!

L’avversario ci accusa giorno e notte e non cessa di suscitare litigi, contese e controversie per farci perdere di vista il proposito di Dio per la nostra vita. Lo ha fatto con Adamo ed Eva e continua a farlo ancor oggi. Ha un solo obiettivo: danneggiarci in ogni modo, ma c’è Uno che ci difende e vuole restituirci quello che il nemico ci ha rubato.

Apocalisse 12:10 Allora udii una grande voce nel cielo che diceva: «Ora è giunta la salvezza, la potenza e il regno del nostro Dio e la potestà del suo Cristo, poiché è stato gettato giù l’accusatore dei nostri fratelli, colui che li accusava davanti al nostro Dio giorno e notte.

Quando entriamo nella dimensione dello spirito, interviene la fede nella giustizia di Dio e approcciamo il Suo trono. Così mettiamo a tacere l’accusatore e subito arrivano i miracoli, la salvezza e il regno del nostro Dio.
A proposito di accusa viene ricordata la storia di Giobbe. L’avversario lo accusava davanti a Dio non perché avesse fatto qualcosa di male, ma perché secondo lui Giobbe aveva una fede in Dio egoistica, dovuta al fatto che era benedetto. Affermava che, se nella sua vita fosse accaduto qualcosa di negativo, la sua fede sarebbe svanita.

Giobbe 1:9 Allora Satana rispose all’Eterno e disse: «È forse per nulla che Giobbe teme DIO? 10 Non hai tu messo un riparo tutt’intorno a lui, alla sua casa e a tutto ciò che possiede? Tu hai benedetto l’opera delle sue mani e il suo bestiame è grandemente cresciuto nel paese. 11 Ma stendi la tua mano e tocca tutto ciò che possiede e vedrai se non ti maledice in faccia».

Dio permise che molte avversità lo colpissero, ma Giobbe continuò a confidare in Lui e ad adorarLo. Con quale risultato? Gli fu restituito il doppio di quello che gli era stato tolto. Aspettiamoci anche noi il doppio, non rassegniamoci ad essere perdenti, perseveriamo in preghiera e saremo ricompensati.

L’apostolo Pietro manifestò tutto il suo orgoglio quando disse a Gesù che, seppure gli altri lo avessero abbandonato, lui non lo avrebbe mai fatto. Quante volte anche noi siamo pronti a puntare il dito per sminuire gli altri, ma poiché invano cercheremo di farci giustizia con le nostre forze, sarà molto meglio vestirci di umiltà e chiedere scusa all’altro, anche se non saremo necessariamente dalla parte del torto. Così avremo messo a tacere l’accusatore e avremo salvato una relazione, poiché la vera vittoria non è imporre il proprio io, ma mettere ogni cosa nelle mani di Dio.

Luca 22:31 Il Signore disse ancora: «Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano. Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di processarti!

Quando siamo sotto accusa, Gesù prega per noi ed è pronto a darci la vittoria.

Zaccaria 3:1 Poi mi fece vedere il sommo sacerdote Giosuè, che stava ritto davanti all’angelo dell’Eterno, e Satana che stava alla sua destra per accusarlo.(vv.2-7)

Il sommo sacerdote Giosuè aveva peccato e, mentre satana lo accusava, stava ritto davanti all’Angelo dell’Eterno. Satana accusa, ma perde le cause. Accusò Giobbe, e questi ottenne il doppio; accusò Pietro, che divenne un grande apostolo; accusò il sommo sacerdote, che fu ristabilito nella sua carica e contribuì alla costruzione del secondo tempio.
Satana non vince mai, ma non si arrende; mentre noi, che siamo chiamati a vincere tutte le cause nei tribunali dei cieli, dovremmo avere una maggiore costanza per ottenere risultati favorevoli.
Apocalisse 12:11 Ma essi l’hanno vinto per mezzo del sangue dell’Agnello e per mezzo della parola della loro testimonianza; e non hanno amato la loro vita, tanto da esporla alla morte.

Questo versetto parla di noi, i redenti, che abbiamo vinto grazie al sangue dell’Agnello e alla nostra parola che testimonia la fede che abbiamo nell’opera di Cristo, il quale ha pagato al posto nostro e che è il nostro Avvocato difensore.
Dobbiamo sapere, però, che la nostra vittoria nei tribunali del cielo non è automatica e che neppure la difesa di Gesù lo è. Gesù non è un Avvocato d’ufficio e perché ci difenda dobbiamo darGli mandato ad assumere la difesa della nostra causa.
Nel mondo spirituale non c’è nulla di automatico, infatti, ad esempio, se non riconosciamo i nostri peccati e non chiediamo perdono a Dio, il sangue dell’Agnello rimane inefficace nei tribunali del cielo; se invece riconosciamo i nostri peccati, interviene il Giudice, perché è necessario che qualcuno paghi, ma si fa avanti Gesù, che ci dichiara innocenti perché ha già pagato al posto nostro.

Il profeta Daniele, nome che vuol dire: “Dio è il mio giudice”, pregò e digiunò per ventuno giorni. Dopo ebbe una visione nel corso della quale un angelo gli disse che, dal momento in cui si era messo in cuore di umiliarsi e di pregare, era andato in suo soccorso.
Nei tribunali del cielo ci sono libri in cui vengono riportate tutte le nostre azioni, delle quali dovremo rendere conto. Questo dovrebbe indurci ad avere meno ipocrisia e più lealtà.

Il nemico non cessa di accusarci, ed anche se vince qualche battaglia, di certo perderà la guerra e per di più sarà annientato per sempre!

Daniele 7:25 Egli proferirà parole contro l’Altissimo, perseguiterà i santi dell’Altissimo con l’intento di sterminarli e penserà di mutare i tempi e la legge; i santi saranno dati nelle sue mani per un tempo, dei tempi e la metà di un tempo. 26 Si terrà quindi il giudizio e gli sarà tolto il dominio, che verrà annientato e distrutto per sempre.27 Poi il regno, il dominio e la grandezza dei regni sotto tutti i cieli saranno dati al popolo dei santi dell’Altissimo; il suo regno è un regno eterno, e tutti i domini lo serviranno e gli ubbidiranno”.

Cosa rappresenta il monte Sion nella Scrittura? Rappresenta il quartier generale di Dio, luogo di assoluta intimità, dove stanno i primogeniti. Viene precisato che non tutti coloro che sono figli sono primogeniti, perché figli si diventa attraverso l’opera della croce, primogeniti si diventa con una totale consacrazione a Dio. Con costoro il Signore ha un rapporto intimo particolare.
Il monte Sion è un luogo di governo in cui si esercita la giustizia, è il luogo in cui sta assiso il Giudice di tutti, al quale dovrà rendere conto della propria vita chi non Lo ha conosciuto come Padre.

Ebrei 12: 22 Ma voi vi siete accostati al monte Sion e alla città del Dio vivente, che è la Gerusalemme celeste e a miriadi di angeli, 23 all’assemblea universale e alla chiesa dei primogeniti che sono scritti nei cieli, a Dio, il giudice di tutti, agli spiriti dei giusti resi perfetti,24 e a Gesù, il mediatore del nuovo patto, e al sangue dell’aspersione, che dice cose migliori di quello di Abele.

Salmi 2:6 e dirà: «Ho insediato il mio re sopra Sion, il mio santo monte.

Dal monte Sion viene emesso un giudizio, sul monte Sion viene fatta giustizia.
Isaia 2:1 Parola che Isaia, figlio di Amots ebbe in visione riguardo a Giuda e a Gerusalemme.2 Negli ultimi giorni avverrà che il monte della casa dell’Eterno sarà stabilito in cima ai monti e si ergerà al di sopra dei colli, e ad esso affluiranno tutte le nazioni. 3 Molti popoli verranno dicendo: «Venite, saliamo al monte dell’Eterno, alla casa del Dio di Giacobbe; egli ci insegnerà le sue vie e noi cammineremo nei suoi sentieri». Poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola dell’Eterno.

Cosa vuol dire oggi per noi il monte Sion? Il Vangelo di Matteo parla di una delega che abbiamo ricevuto dal Signore.
Matteo 18:18 In verità vi dico che tutte le cose che voi avrete legate sulla terra saranno legate nel cielo; e tutte le cose che avrete sciolte sulla terra saranno sciolte nel cielo.
In altri termini questo versetto afferma che ciò che accade sulla terra influenza le cose del cielo. Quello che viene legato sulla terra viene legato anche in cielo e quello che viene sciolto sulla terra viene sciolto anche nel cielo. Per “legare e sciogliere” deve intendersi il dichiarare legale o illegale. Come re e sacerdoti possiamo dichiarare, ad esempio, che nel nostro corpo la malattia è illegale, che nella nostra casa la povertà è illegale, che nella nostra famiglia la divisione è illegale. Possiamo fare decreti, e ciò che decretiamo sulla terra viene utilizzato nei tribunali del cielo. Di fronte alle situazioni negative non accordiamoci mai con ciò che vediamo, ma con quello che dice Dio e che noi crediamo. Facciamo decreti su tutto, anche per i nostri figli e i nostri nipoti. Non atteggiamoci a succubi di un destino a cui non sappiamo ribellarci. Il nostro destino dipende molto da noi.

Malachia 3:16 Allora quelli che temevano l’Eterno si sono parlati l’uno all’altro. L’Eterno è stato attento ed ha ascoltato e un libro di ricordo è stato scritto davanti a lui per quelli che temono l’Eterno e onorano il suo nome. 17 «Essi saranno miei», dice l’Eterno degli eserciti, «nel giorno in cui preparo il mio particolare tesoro, e li risparmierò, come un uomo risparmia il figlio che lo serve. 18 Allora vedrete nuovamente la differenza che c’è fra il giusto e l’empio, fra colui che serve DIO e colui che non lo serve».

In cielo esistono libri in cui vengono annotati i decreti di quelli che onorano Dio, ed anche davanti alle accuse del nemico, se rimaniamo fermi in preghiera e chiediamo giustizia al Giusto Giudice, alla fine il verdetto sarà a nostro favore; inoltre verremo risarciti del doppio.
I decreti sono efficaci, ma parziali, infatti dobbiamo anche presentare le nostre ragioni e lottare fino a quando non ci sarà reso un verdetto di giustizia.
Il desiderio di Dio è che ci eleviamo a un più alto livello di fede, a un più alto livello di preghiera, d’intimità, di perseveranza. Egli vuole che molte più persone, anzi che un’intera generazione salga fino a Lui camminando in santità, crescendo nella consacrazione e cercandoLo sempre più.

Salmi 24:3 Chi salirà al monte dell’Eterno? Chi starà nel suo santo luogo? 4 L’uomo innocente di mani e puro di cuore, che non eleva l’animo a vanità e non giura con frode. 5 Egli riceverà benedizioni dall’Eterno e giustizia dal DIO della sua salvezza. 6 Tale è la generazione di quelli che lo cercano, che cercano la tua faccia, o Dio di Giacobbe.
Per approcciare il trono di Dio bisogna avere azioni sante, motivazioni sante, linguaggio puro. In altri termini bisogna essere perfetti. Ma allora, chi è all’altezza di approcciare il Suo trono? Chi può andare alla Sua presenza per ottenere giustizia?
Noi, perché non andiamo in virtù della nostra giustizia, ma per la Giustizia di Cristo Gesù, che per noi ha pagato sulla croce un prezzo molto elevato.
Non andiamo mai alla Sua presenza cercando di giustificarci, perché la nostra giustizia è come un abito sporco, piuttosto riconosciamo i nostri peccati, pentiamoci e confessiamoli, chiediamoGli perdono. Allora il nostro Avvocato ci dichiarerà innocenti. Non permettiamo al nemico di impoverirci con il peccato, con l’orgoglio, con la falsa umiltà, con l’ipocrisia, perché per il nostro peccato Gesù ha pagato e noi non dobbiamo giustificarlo né affermare che peccare è più forte di noi. Non dimentichiamo mai che siamo abilitati a vincere e che in Cristo Gesù ci è assicurata la vittoria.