GLI INTERCESSORI: SENTINELLE E GUARDIANI

Culto del 19 Feb 2023
Predicatore: Past. Joe Porrello
Download PDF

Redazione a cura di Gandolfa Brucato.

La predicazione odierna continua la trattazione del tema già iniziato sugli intercessori e porta il titolo “INTERCESSORI : SENTINELLE E GUARDIANI”. Il pastore Joe inizia con un breve riepilogo di quanto già detto: In tutto l’AT, vediamo la parola “sentinella”, in particolare sono elencati due esempi:

Ezechiele 33:7 Così, o figlio d’uomo, io ti ho stabilito sentinella (tsaphah) per la casa d’Israele; perciò ascolta la parola dalla mia bocca e avvertili da parte mia.

Abacuc 2:1 Io starò al mio posto di guardia, mi porrò sulla torre e starò attento (tsaphah) per vedere ciò che egli mi dirà e ciò che dovrò rispondere circa la rimostranza fatta.

Possiamo usare anche il termine “guardiano” in modo intercambiabile con intercessore perché nell’amministrazione e nella funzione sono simili. Ci sono tre parole ebraiche con le quali vengono indicati: tsaphah, natsar e shamar. Le parole “natsar” e “shamar” possono essere usate in modo intercambiabile perché significano essenzialmente “garantire e proteggere, vegliare, fare una siepe intorno per difendere”. La siepe era utilizzata per delimitare un terreno col vicino, noi siamo chiamati a proteggere quello che Dio ci ha dato, il sacrificio di Gesù, la parola di Dio, l’amore che Lui ci dona.

Isaia 5:2 La circondò con una siepe, ne tolse via le pietre, vi piantò viti di ottima qualità, vi costruì in mezzo una torre e vi scavò un torchio. Egli si aspettava che producesse uva buona, invece fece uva selvatica. Nell’AT le sentinelle erano chiamate ad ascoltare Dio e a parlare. Questa è una funzione dell’intercessione. Gli intercessori hanno il compito di custodire e proteggere con la preghiera. Quando la sentinella riceve l’avvertimento in preghiera è sua responsabilità avvertire il popolo. Adamo doveva essere un guardiano per l’Eden, doveva “coltivarlo e custodirlo (shamar)”, ma purtroppo lo ha solo coltivato e non custodito, permettendo al serpente di entrare ed ingannare.

Genesi 2:15 L’Eterno DIO prese dunque l’uomo e lo pose nel giardino dell’Eden perché lo lavorasse e lo custodisse.

Dio ci chiama a guardare ciò che sta’ succedendo, a tenere gli occhi aperti nello spirito, ad intravedere pericoli imminenti, Egli vuole darci una prospettiva più ampia. Le chiese, i ministeri, le famiglie, i matrimoni, le aziende e le comunità hanno bisogno di intercessori che siano sentinelle. Sentinelle shamar che custodiscono e proteggono ciò che è stato affidato alle loro cure, difendendolo nella preghiera. Le sentinelle sono anche tsaphah! La parola “tsaphah” significa “sporgersi avanti e scrutare in lontananza” o “sorvegliare e guardare da vicino”. Viene mostrata un’immagine di donne anziane affacciate ai balconi che parlottano e criticano i fatti che si svolgono intorno a loro, questa è l’immagine della nostra cultura, noi siamo chiamati a cambiarla, possiamo però prendere le cose buone di essa e trasformarle per il Regno; è positivo interessarsi delle cose, ma non per criticare bensì per potere avere una visione più ampia di quello che succede, per poter combattere nel modo giusto e corretto. Una sentinella riconosce le sentinelle negative e nemiche, in quanto il nemico, definito il principe di questo mondo, gestisce questo mondo ed ha delle sentinelle, ma noi dobbiamo avere gli occhi aperti per riconoscere tali sentinelle diaboliche. Dio sia quando agiamo da guardiani, sia quando agiamo da sentinelle, ci ha chiamati a proteggere e custodire ciò che ci è stato affidato. Nelle città antiche dotate di porte, i guardiani avevano torri all’interno della porta su cui dovevano salire e sia i guardiani che le sentinelle avevano una responsabilità di protezione nei confronti delle mura e delle porte, erano tenuti a sorvegliare, ma il loro incarico e la loro posizione sono diversi. Entrambi gli incarichi sono importanti e devono lavorare insieme come una squadra. L’uomo di guardia come sentinella vede ciò che sta arrivando prima di giungere alle porte della città (scrutando e guardando profeticamente), ma è responsabilità del guardiano custodire ciò che entra ed esce dalle porte. Le sentinelle sono come chi gestisce la torre di controllo del traffico aereo, ma i guardiani sono gli agenti del gate. Niente entrerà senza autorizzazione. Noi possiamo rivestire sia il ruolo di sentinelle che di guardiani a seconda delle esigenze, in quanto i ruoli sono intercambiabili, ma considerato che nella nostra cultura si è abituati a maledire con molta facilità, dobbiamo stare attenti a ciò che esce dalla nostra bocca.

Matteo 18:18 In verità vi dico che tutte le cose che voi avrete legate sulla terra saranno legate nel cielo; e tutte le cose che avrete sciolte sulla terra saranno sciolte nel cielo.

Una sentinella deve vedere il pericolo e combatterlo, dev’essere viva nello spirito, vigile, non può sonnecchiare; siamo anche guardiani e in quanto tali ci sono state assegnate le porte della città, un territorio. Qual è il nostro territorio? E’ la famiglia, la casa, le persone che ci amano, la chiesa, il luogo dove ci riuniamo per partecipare al servizio di culto, dobbiamo proteggere e pregare per ciò che ci è stato affidato, ma alla nostra preghiera deve seguire l’azione ad essa corrispondente (non possiamo pregare per le autorità della nostra città e nel contempo biasimarle per il loro operato), inoltre dobbiamo stare attenti ad evitare le piccole cose sbagliate che siamo abituati a fare, in quanto fanno parte della normale prassi, ma non corrispondono a una mente rinnovata, non sono di buona testimonianza per il nostro ruolo di credenti e figli di Dio. I guardiani sorvegliano città, regioni e territori, sono spesso assegnati alle “porte della città” o a una regione per proteggere i suoi confini. Tutti noi siamo guardiani di qualcosa che ci viene affidato da Dio, così come della nostra vita e delle nostre famiglie. L’intercessore prega normalmente non solo per la propria famiglia, ma anche per il servizio di culto domenicale, per la città sentendosi parte attiva in tutto il territorio che gli è stato assegnato, senza crogiolarsi che lo faranno altri che reputa più capaci, tutti siamo chiamati ad intercedere, ad essere guardiani o sentinelle in momenti o periodi diversi. La preghiera crea l’atmosfera, l’adorazione la mantiene ed è importante pregare per ciò che potrebbe avvenire dopo che una Parola è stata rilasciata, perchè il nemico è lì pronto ad attaccarci proprio mentre viviamo sensazioni belle e profonde.

Efesini 6:18 ci dice di “pregare sempre nello Spirito” e di stare all’erta in ogni tempo. Noi dobbiamo rimanere sempre connessi come Gesù, al quale sicuramente non saranno mancate le tentazioni. Chissà quante volte in seguito alle delusioni subite per i comportamenti dei discepoli avrà avuto la voglia di mollare tutto, ma ha continuato ad essere connesso, la vera sfida è rimanere connessi anche quando ingiustamente qualcuno cerca di darci fastidio, quando ci troviamo ad affrontare le difficoltà quotidiane, quando possiamo fare la differenza e la differenza si può fare soltanto rimanendo connessi.

1Corinzi 16:9 perché mi si è aperta una porta grande ed efficace, e vi sono molti avversari.

Quando Dio apre nuove porte nascono subito attacchi, se non diamo fastidio al nemico significa che non stiamo servendo Dio, se non lo disturbiamo con la preghiera, l’intercessione, la consacrazione non stiamo facendo nulla di buono su questa terra. A volte entriamo nel misticismo credendo che qualunque porta si apre ciò avviene per volontà del Signore, ma purtroppo non sempre è così, anche il diavolo può aprire delle porte e illuderci che Dio ne è l’autore. Noi cerchiamo segni, ma questo evidenzia immaturità (Gedeone) e finisce per manipolare Dio; quando riceviamo direzione da Dio Lui aprirà delle porte, ma in alcuni casi abbiamo delle idee sbagliate pensando che se tutto fila liscio è volontà di Dio, ciò è errato, anzi quando è da parte di Dio arrivano subito gli attacchi del nemico per scoraggiarci; la richiesta di segni è valida quando si è già ricevuto un rhema, ma se chiediamo segni cercando un rhema stiamo sicuramente cercando di manipolare Dio, il quale vuole darci nuove porte, opportunità, idee, iniziative e visioni. La funzione di guardiano dell’intercessione corrisponde a quella della tribù di Issacar che non solo conosceva i tempi, ma sapeva anche cosa avrebbe dovuto fare Israele (1 Cronache 12:32). Quando riceviamo una parola profetica, anche il nemico la ascolta. Ci fa guerra quasi immediatamente, combattendo contro la Parola! È responsabilità dell’intercessore andare in guerra immediatamente per custodire, difendere e proteggere la Parola, la visione, il sogno o l’iniziativa. Questo è il motivo per cui è importante che gli intercessori siano conoscitori della Parola, sobri, e dediti a molto studio. Dobbiamo essere guardiani incessantemente all’opera, infatti quando la sentinella intravede pericoli avverte i guardiani che si apprestano a serrare i cancelli. Ci sono persone che attribuiscono valore massimo ad una parola ricevuta da un profeta, dimenticando che ciò equivale a rimanere fermi all’A.T., rendendo inefficace il sacrificio di Gesù che ha ripristinato la nostra relazione col Padre e in qualità di figli possiamo parlare direttamente con Lui ed ottenere parole, risposte e guida. La parola di un profeta serve soltanto a confermare ciò che Dio ha già messo nel nostro cuore. L’apostolo Lirio consiglia di scrivere o registrare quello che abbiamo ricevuto per non dimenticarlo. Ricordiamoci che quando Dio rilascia una Parola rilascia anche la strategia per poterla adempiere. È compito dell’intercessore non solo ascoltare la Parola, ma pregare nella strategia e andare in guerra. La preghiera è una strategia di guerra, dobbiamo ritenerci responsabili verso la parola che Dio ci ha rilasciato, rimanendo continuamente sul Posto di Guardia; è ovvio che ciò risulta facile quando tutto va bene nella nostra vita, ma non sempre tutto va bene, però la sentinella rimane al suo posto di giorno, di notte, anche con le intemperie, anche quando tutto ciò che la circonda la porta nella difficoltà di gestire, procurandole stress. Guardiani e sentinelle sono in servizio in ogni momento. Entrambe le funzioni di intercessione (sentinelle e guardiani) sono importanti. Ogni ministero, ogni città, ogni regione ha bisogno di entrambi! Molti entrano in confusione perchè non comprendono qual è il loro territorio, la loro città, Dio ci ha chiamati ad essere guardiani e sentinelle, vuole aprire i nostri occhi e comunicarci qualcosa per farci vedere nel mondo spirituale. La differenza tra i due ruoli è il posto dove si esercita, la sentinella vive la battaglia da su, il guardiano da giù, ma qualunque sia il posto siamo comunque vincitori. Le sentinelle e i guardiani devono lavorare insieme, non possiamo lavorare nel Regno da soli! Abbiamo bisogno di intercessori ovunque – in ogni strato della società – che guardino, proteggano, difendano, veglino, preghino, vedano e coprano!

Giovanni13; 34Io vi do un nuovo comandamento: che vi amiate gli uni gli altri. Come io vi ho amati, anche voi amatevi gli uni gli altri. Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri».

Notiamo che abbiamo bisogno gli uni degli altri per comprendere l’amore, quello vero e puro, non quello libero, a volte la libertà che viene eretta a vessillo nel mondo è soltanto finzione, la vera libertà risiede nella parola di Dio, tutto il resto è schiavitù e finzione.

Efesini 4:15 ma dicendo la verità con amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo.16 Dal quale tutto il corpo ben connesso e unito insieme, mediante il contributo fornito da ogni giuntura e secondo il vigore di ogni singola parte, produce la crescita del corpo per l’edificazione di sé stesso nell’amore.

Dobbiamo operare nel Regno come un solo corpo, dobbiamo conquistare insieme, la sentinella ha bisogno del guardiano e viceversa, siamo la famiglia di Dio e dobbiamo essere uniti, immaginiamo la sentinella addormentata ed il guardiano che lascia i cancelli aperti, non v’è dubbio che i nemici potranno entrare indisturbati, dobbiamo vegliare e vigilare, se non crediamo nell’unità possiamo compromettere l’unità degli altri, possiamo rovinare il piano se non stiamo al nostro posto. Il Regno è un esercito pieno di soldati addestrati. Ognuno deve dare il proprio contributo, ogni singola cellula del corpo ha un ruolo fondamentale e contribuisce a mantenere il corpo in salute, l’unità si realizza quando ciascuno occupa il suo ruolo nel corpo di Cristo. Solo quando siamo uniti possiamo imparare ad operare insieme. Se il Signore ci ha chiamati ad essere sentinelle saremo sentinelle, se ci ha chiamati ad essere guardiani, saremo guardiani. La posizione può cambiare in base al “bisogno”, ma è importante sapere dove lo Spirito ha bisogno di ciascuno di noi. Questo è il motivo per cui la devozione costante, così come uno stile di vita di consacrazione, sono fondamentali. Succede che a volte Dio ci dice qualcosa e non lo comprendiamo, razionalizziamo ma Lui vuole stimolare la nostra fede, il coraggio, il rischio, ci chiama ad occupare i posti migliori nella società, per questo motivo è importante lo studio, ci chiama ad essere eccellenti in ogni area, vuole che occupiamo posti di autorità per poter proclamare il vangelo ed essere ascoltati, per parlare della parola senza paura, il nostro obiettivo è conquistare la società, influenzare, la chiesa deve fare la differenza, dev’essere la città posta sopra un monte. Il profeta Daniele possedeva un’intelligenza 10 volte superiore alla media, ma non solo per lo spirito, infatti ha studiato, è stato criticato, messo da parte, ma il suo sacrificio ha portato frutto, il sacrificio procura eccellenza, Gesù ha studiato, si è sacrificato, non stava mai fermo, andava sempre in giro adoperandosi per il Regno. A questo punto il pastore Joe ci mostra come Gesù stimolava sempre nei suoi discepoli l’istinto di sentinella e guardiano ed esamina l’episodio della moltiplicazione dei pani e dei pesci da tutti e quattro i vangeli. Gesù espone ai discepoli la necessità di sfamare la folla, arrivata in quel luogo per ascoltare la predicazione. Chiaramente avrebbe potuto provvedere senza chiedere il loro intervento, ma Lui vuole sempre stimolarci a mettere in atto il Suo ammaestramento. A volte noi viviamo il Vangelo pensando che Dio debba fare tutto e che noi non dobbiamo fare nulla, ma Gesù andava e si muoveva continuamente ed ha stimolato i discepoli per metterli alla prova, sapeva cosa avrebbe fatto, ma voleva capire quanto essi fossero guardiani e sentinelle.

Matteo 14:17 Essi gli risposero: «Non abbiamo qui altro che cinque pani e due pesci».

Matteo si limita a rispondere che avevano solo 5 pani e 2 pesci in maniera alquanto generica.

Marco 6:38 Egli domandò loro: «Quanti pani avete? Andate a vedere». Essi si accertarono e risposero: «Cinque, e due pesci».

Marco indica che Gesù chiese di controllare la situazione e che lo hanno fatto.

Luca 9:13 Ma egli disse loro: «Date loro voi da mangiare». Ed essi obiettarono: «Noi non abbiamo altro che cinque pani e due pesci; a meno che non andiamo noi a comprare dei viveri per tutta questa gente».

Luca propone una soluzione che ritiene irrealizzabile, acquistare il pane per tantissima gente senza possedere una somma di denaro sufficiente. Dio a volte ci chiede cose impossibili per metterci alla prova.

Giovanni 6:5-9 Gesù dunque, alzati gli occhi e vedendo che una gran folla veniva verso di lui, disse a Filippo: «Dove compreremo del pane perché questa gente abbia da mangiare?» Diceva così per metterlo alla prova; perché sapeva bene quello che stava per fare. Filippo gli rispose: «Duecento denari di pani non bastano perché ciascuno [di loro] ne riceva un pezzetto». Uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro, gli disse: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cosa sono per così tanta gente?»

Ma poi arriva la sentinella che ha intimità con Dio (con molta probabilità è l’apostolo Giovanni che stava sempre attaccato a Gesù), che scrive l’ultimo vangelo e descrive l’accaduto con dovizia di particolari, indica che Gesù chiese a Filippo per metterlo alla prova, perchè sapeva ciò che voleva fare. Quando Dio ci chiede qualcosa non dobbiamo avere paura, sa dove vuole arrivare, conosce la conclusione e vuole portarci ad un finale splendente e vittorioso, ma dobbiamo fidarci, Lui vuole trarre il meglio da noi. Poi Giovanni continua indicando Andrea, di cui gli altri 3 vangeli non hanno fatto cenno, il quale si è accorto che un ragazzino aveva 5 pani e 2 pesci, ma era titubante se dirlo a Gesù, pensando che tanto non sarebbero serviti a nulla, però in mezzo a tanti dubbi ha parlato e conosciamo il finale ( miracolo della moltiplicazione). Giovanni è sempre attento ai dettagli, un ottimo osservatore, è proprio una sentinella eccellente, ma dal suo racconto emerge che la vera sentinella, il vero guardiano risulta essere Andrea che ha notato il dettaglio che ha fatto la differenza ed ha rischiato, ma Dio cerca chi è pronto a rischiare e si occupa dei dettagli non solo delle grandi cose Noi tendiamo a generalizzare però Lui non si occupa di noi per grandi linee, ma dei dettagli, quindi prendiamo esempio e impariamo ad occuparci anche noi dei dettagli, senza il dettaglio non ci sarebbe stato il miracolo. Dio ha messo i discepoli alla prova e rimasero 12 ceste piene che affidò ai 12 guardiani, è andato al di là, vuole affidarci prosperità da gestire, vuole farci guardiani per gestire i Suoi tesori, per beneficiarne noi e per essere fonte di benedizione per altri. Siamo nel tempo della PROVISION, i cammelli stanno arrivando ma dobbiamo prepararci ad accoglierli, la sentinella vede i cammelli da lontano e avverte il guardiano per aprire i cancelli. Dio ci chiede di metterLo alla prova, di prepararci perchè siamo entrati in un nuovo anno, dimentichiamo il passato e prepariamoci ad entrare nel territorio che Dio ci ha preparato, non accontentiamoci, non lasciamoci scappare il ragazzino, permettiamo a Dio di metterci alla prova, saliamo sulla torre di guardia, ci ha dato nuova autorità, vuole fare cose nuove e potenti, non limitiamoci a stare sulla terra per gestire al meglio le cose della nostra famiglia, ma per essere fonte di benedizione, lasciamo quindi schemi e comodità e prepariamoci a prenderci cura dei dettagli di Dio.