FRANCHEZZA IN CRISTO

Culto del 03 Ago 2014
Predicatore: Past. Lirio Porrello
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Dopo la predicazione della scorsa domenica, in cui si è parlato della franchezza necessaria per portare agli altri la Parola di Dio, oggi viene approfondito lo stesso tema allo scopo di insegnare alla chiesa che nelle varie circostanze, se si vuole muovere il braccio di Dio, bisogna dichiarare con coraggio la Sua Parola.

Spesso i credenti subiscono l’intimidazione della cultura di questo mondo, che è ispirata dal maligno, il quale, per tappare la loro bocca e impedire che siano testimoni di Cristo, utilizza l’arma della vergogna. Molti sono timidi perché hanno avuto genitori autoritari che li hanno tenuti in soggezione, per cui, anche nella fede si ritrovano a dovere combattere il gigante della timidezza che li inibisce e fa loro credere di essere incapaci e inferiori agli altri.

Viene ricordato che l’apostolo Paolo, che spesso veniva attaccato e anche picchiato a motivo della predicazione, un giorno a Corinto fu esortato dal Signore a parlare e a non tacere. Anche il suo discepolo Timoteo, che prima di diventare apostolo era timido e timoroso, ebbe bisogno del suo incoraggiamento.

2Timoteo 1:6 Per questa ragione ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te per l’imposizione delle mie mani.7 Dio infatti non ci ha dato uno spirito di paura, ma di forza, di amore e di disciplina. 8 Non vergognarti dunque della testimonianza del Signor nostro, né di me suo prigioniero, ma soffri anche tu con me per l’evangelo, sostenuto dalla potenza di Dio,

In questi versetti Paolo ricorda a Timoteo che il Signore gli aveva dato un dono e che per ravvivarlo doveva usarlo. Forse anche noi non usiamo i doni che Dio ci ha dato, ma cosa può impedirci di usarli? Possibilmente il timore di essere giudicati dagli altri o la falsa immagine che abbiamo di noi stessi o il pensare di non essere all’altezza di parlare del Signore e credere che gli altri siano più bravi di noi, ma affinché il dono che abbiamo ricevuto si manifesti deve trovare le condizioni idonee, non può venire fuori se ci lasciamo intimidire.

Paolo esortò Timoteo a non lasciarsi intimorire dagli oppositori e a non vergognarsi di predicare la Parola di Dio, di pregare in presenza di altri e di testimoniare le esperienze fatte col Signore. La sua esortazione è diretta anche a noi, che pure abbiamo bisogno di imparare ad avere una fede coraggiosa che ci permetta di parlare e di agire nei luoghi in cui c’è chi tende a ridicolizzare, schernire e deridere. Probabilmente tutti abbiamo sperimentato che le persone sono disponibili a parlare di qualsiasi argomento fuorché di Dio, ma questo avviene perché il sistema di questo mondo, che è ispirato dal maligno, vuole impedire che si parli di Gesù e usa l’intimidazione, il ridicolo, l’asserzione che la Bibbia è cosa d’altri tempi. Dio però non ci ha dato uno spirito di paura, per cui non dobbiamo lasciarci spaventare e inibire dalle opposizioni.

Nel primo libro dei Re si parla di Achab, il quale, disobbedendo al comando di Dio di non sposare donne straniere, sposò Jezebel, donna spietata e idolatra, adoratrice di Baal, che influenzò il popolo al punto di farlo divenire anch’esso idolatra. il profeta Elia notò che pioveva, contrariamente all’avvertimento del Signore secondo cui avrebbe chiuso i cieli se il popolo si fosse dato all’idolatria, e Gli chiese come mai non si verificava ciò che aveva promesso. Il Signore gli rispose che lo avrebbe fatto se avesse trovato uno disposto a credere alle Sue parole. Elia disse di crederci e con la massima franchezza andò a comunicare al re che a causa dell’idolatria non ci sarebbe stata più pioggia né rugiada per anni.

1Re 17:1 Elia, il Tishbita, uno degli abitanti di Galaad disse ad Achab: «Com’è vero che vive l’Eterno, il DIO d’Israele, alla cui presenza io sto, non ci sarà né rugiada né pioggia in questi anni, se non alla mia parola».

Probabilmente molti avranno pensato che fosse pazzo, ma poi si saranno accorti che i mesi e gli anni passavano senza che piovesse. Trascorsero tre anni e sei mesi dall’annuncio dato dal profeta prima che, alla sua parola, tornasse a piovere. Dio dovette tollerare l’idolatria e tenne la Sua mano ferma fino a quando non trovò uno che  proclamasse con franchezza la Sua promessa. Questa è per noi una lezione importante, perché molti non fanno che dire: “Perché Dio non fa nulla?”. La verità è che Dio vuole fare, ma non può finché la Sua Parola non viene creduta e proclamata con piena fiducia, perché è allora che il braccio di Dio entra in azione ed opera. La Parola scritta rimane inefficace fino a quando, anche davanti alle insinuazioni distruttive del maligno, non viene creduta e proclamata.

 L’apostolo Paolo disse di non vergognarsi dell’Evangelo di Cristo, che continuava a predicare e proclamare con coraggio.

Romani 1:16 Infatti io non mi vergogno dell’evangelo di Cristo, perché esso è la potenza di Dio per la salvezza, di chiunque crede, del Giudeo prima e poi del Greco 17 Perché la giustizia di Dio è rivelata in esso di fede in fede, come sta scritto: «Il giusto vivrà per fede».

 Studiando la Scrittura, Martin Lutero scoprì che la giustificazione si ottiene solo per grazia mediante la fede, non per opere, e poiché viveva in un ambiente religioso minaccioso in cui veniva insegnato che bastava pagare per essere perdonati e accedere al Paradiso, si rese conto che quello era un sistema inventato dagli uomini, non da Dio. Non esitò a prendere posizione, a dichiarare pubblicamente qual era la verità e a dire che Gesù ha pagato per darci la Sua giustizia. A causa della sua franchezza fu perseguitato e sarebbe stato messo a morte se Dio non lo avesse protetto.

 Il grande riformatore della Chiesa rischiò la vita per proclamare la giustificazione per fede, è stato diffamato per cinquecento anni e finalmente oggi la chiesa cattolica, pur continuando a predicare il valore delle opere ai fini della salvezza, riconosce che aveva ragione.

Lutero fu molto attaccato dal nemico, che cercava di tenerlo nel senso di colpa per i peccati del passato. Si racconta che un giorno in cui gli ricordava tutti i suoi peccati, con una penna rossa scrisse su un foglio: “Il sangue di Gesù Cristo, mio Signore, mi ha liberato da ogni iniquità e da ogni peccato”.

Continuò imperterrito a dichiarare la verità della Parola di Dio senza lasciarsi intimidire dalle opposizioni e la sua franchezza fu determinante ai fini del risveglio che ne seguì.

Così nascono i risvegli: proclamando con franchezza la verità, perché è allora che le tenebre svaniscono, le persone aprono gli occhi e vedono la luce di Cristo, la Sua potenza e la Sua gloria.

A determinare in noi la franchezza è la consapevolezza del patto di amicizia che abbiamo col Signore.

2Corinzi 3:4 Or questa fiducia noi l’abbiamo per mezzo di Cristo presso Dio; 5 non già che da noi stessi siamo capaci di pensare alcuna cosa come proveniente da noi stessi, ma la nostra capacità viene da Dio, 6 il quale ci ha anche resi ministri idonei del nuovo patto, non della lettera, ma dello Spirito, poiché la lettera uccide, ma lo Spirito dà vita. 7 Or se il ministero della morte, che era scolpito in lettere su pietre, fu glorioso tanto che i figli d’Israele non potevano fissare lo sguardo sul volto di Mosè, per la gloria del suo volto che però doveva essere annullata, 8 quanto più glorioso sarà il ministero dello Spirito?9 Se infatti il ministero della condanna fu circondato di gloria, molto più abbonderà in gloria il ministero della giustizia. 10 Per cui, sotto questo aspetto anche ciò che fu reso glorioso non fu veramente glorioso, se messo a confronto con la più eccellente gloria. 11 Perché, se ciò che doveva essere annullato fu circondato di gloria, sarà molto più glorioso ciò che è duraturo. 12 Avendo dunque questa speranza, usiamo una grande franchezza nel parlare

La grande franchezza di Paolo dipendeva dal fatto di sapere che aveva un patto con Dio. Egli si reputava un ministro del Nuovo Patto, che è un Patto di grazia in virtù del quale tutti possono godere, per il ministero dello Spirito Santo, del Suo tocco, del Suo amore, della Sua unzione, della Sua gloria, della Sua potenza miracolosa. Talvolta la nostra franchezza può venire scambiata per arroganza, mentre è solo fiducia nella relazione di patto che abbiamo con Dio.

La franchezza ci viene dal sapere che siamo giusti, dato che in noi c’è la giustizia di Dio.

La Bibbia afferma che l’empio vive nella paura, mentre il giusto se ne sta sicuro perché dentro di sé ha la giustizia di Gesù, il Leone della tribù di Giuda.

Proverbi 28:1 L’empio fugge anche se nessuno lo insegue, ma il giusto è sicuro come un leone.

Noi abbiamo la giustizia del leone della tribù di Giuda.

Avendo adempiuto tutta la legge, Gesù ha preso la Sua giustizia e l’ha donata a noi; quindi siamo giusti non perché noi abbiamo obbedito, ma perché Lui ha obbedito al posto nostro, ed ha obbedito fino alla morte della croce.

Romani 5:17 Infatti, se per la trasgressione di quell’uno solo la morte ha regnato a causa di quell’uno, molto di più coloro che ricevono l’abbondanza della grazia e del dono della giustizia regneranno nella vita per mezzo di quell’uno, che è Gesù Cristo. 18 Per cui, come per una sola trasgressione la condanna si è estesa a tutti gli uomini, così pure con un solo atto di giustizia la grazia si è estesa a tutti gli uomini in giustificazione di vita.19 Infatti, come per la disubbidienza di un solo uomo i molti sono stati costituiti peccatori, così ancora per l’ubbidienza di uno solo i molti saranno costituiti giusti.

La franchezza viene dall’amore per la verità.

L’apostolo Giovanni afferma che Colui che è in noi è più grande di colui che è nel mondo.

 1Giovanni 4:4 Voi siete da Dio, figlioletti, e li avete vinti, perché colui che è in voi è più grande di colui che è nel mondo. 5 Essi sono dal mondo; per questo parlano di cose del mondo e il mondo li ascolta. 6 Noi siamo da Dio; chi conosce Dio ci ascolta; chi non è da Dio non ci ascolta; da questo riconosciamo lo Spirito della verità e lo spirito dell’errore.

Noi stessi possiamo facilmente sperimentare che quando parliamo di Dio i più si allontanano, evidentemente perché lo Spirito della verità mette in fuga chi è dominato dallo spirito dell’errore!

Se in questa vita vogliamo fare cose di qualità, dobbiamo fare scelte impopolari e avere atteggiamenti diversi da quelli della massa, come fece Davide quando si trovò in presenza di Goliath. Il re aveva paura, l’esercito era terrorizzato, mentre il giovane Davide si dichiarò pronto a sfidare il minaccioso Filisteo. Il suo coraggio veniva dal fatto che era un adoratore e confidava nell’amore di Dio.

Col suo comportamento egli ci dà alcuni insegnamenti sul modo di affrontare e abbattere i giganti. Attraverso di lui, per darci vittoria, Dio ci rivela qual è il punto debole di ogni gigante.

1. La franchezza non è mai limitata dalle circostanze naturali. Pur essendo il più giovane degli otto figli di Isai e quello tenuto in minor considerazione, Davide era un adoratore e riusciva a vedere le cose con gli occhi di Dio, con gli occhi di chi conosce il patto che ha col Signore.

2. La franchezza tiene gli occhi sul premio. Abbattendo il gigante, Davide avrebbe ricevuto in premio la figlia del re. Anche Gesù poté sopportare l’atroce sofferenza della croce perché pensava alle moltitudini che Lo avrebbero adorato. Probabilmente il Padre Gli avrà mostrato in visione le immense moltitudini di persone che avrebbero creduto in Lui.

Ebrei 12:2 tenendo gli occhi su Gesù, autore e compitore della nostra fede, il quale, per la gioia che gli era posta davanti, soffrì la croce disprezzando il vituperio e si è posto a sedere alla destra del trono di Dio

3. La franchezza incontra sempre opposizioni. Quando Davide si offrì per affrontare Goliath, suo fratello, orgoglioso e maligno, con tono di disprezzo lo scoraggiò. Anche Saul cercò di scoraggiarlo dicendogli che quello era un guerriero, mentre lui non era esperto nelle armi.

      1Samuele 17:28 Eliab, suo fratello maggiore lo sentì mentre parlava con quegli uomini, così Eliab si accese d’ira contro Davide e disse: «Perché sei sceso qui? A chi hai lasciato quelle poche pecore nel deserto? Io conosco il tuo orgoglio e la malignità del tuo cuore: sei sceso qui per vedere la battaglia?».

Così fa il maligno: per intimidirci ci mostra un’immagine di noi diversa da quella vera, ma conoscendo le sue trame dobbiamo rispondergli che con Gesù siamo più che vincitori e che lo distruggeremo.

4.   La franchezza trae forza dalle passate vittorie che Dio ci ha dato.

 Davide non si tirò indietro, perché traeva forza dalle vittorie che Dio gli aveva dato nel passato.

1Samuele 17:34 Ma Davide rispose a Saul: «Il tuo servo pascolava il gregge di suo padre quando un leone o un orso veniva a portar via una pecora dal gregge, 35 io lo inseguivo, lo colpivo e la strappavo dalle sue fauci; se poi quello si rivoltava contro di me, io l’afferravo per la criniera, lo colpivo e l’ammazzavo 36 Sì, il tuo servo ha ucciso il leone e l’orso; e questo incirconciso Filisteo sarà come uno di loro, perché ha insultato le schiere del DIO vivente».

  5.    La franchezza non usa armature umane, ma fede divina.

Per aiutarlo, Saul gli diede l’armatura. Forse credeva che grazie ad essa avrebbe potuto salvarsi.

1Samuele 17:38 Poi Saul rivestì Davide della sua armatura, gli mise in capo un elmo di bronzo e gli fece indossare la corazza. 39 Davide quindi cinse la spada di Saul sopra l’o, armatura e cercò di camminare, perché non vi era abituato. Ma Davide disse a Saul: «Io non posso camminare con questa armatura perché non ci sono abituato». Così Davide se la tolse di dosso.

  6.   La franchezza guarda il gigante con gli occhi della fede

Toltasi di dosso l’armatura, Davide prese la sua fionda, cinque pietre, e armato della fede, andò incontro al gigante, il quale lo maledisse. Davide allora pensò a ciò che è scritto: “Io maledirò chi ti maledirà” e capì che Goliath aveva pronunciato la propria sentenza. Decretò che lo avrebbe ucciso e gli avrebbe staccato la testa, cosa che puntualmente si avverò, infatti Davide colpì il gigante alla fronte, l’unica parte del corpo scoperta.

7. La franchezza mette in azione la potenza di Dio

1Samuele 17:37 Davide soggiunse: «L’Eterno che mi libera dalla zampa del leone e dalla zampa dell’orso, mi libererà anche dalla mano di questo Filisteo». Allora Saul disse a Davide: «Va’ e l’Eterno sia con te».

Quando un giovinetto coraggioso vinse il gigante, tutti i Filistei fuggirono e il popolo d’Israele, prima impaurito, si diede ad inseguirli.

8.   La franchezza si basa sul patto  di grazia e di amicizia che Dio ha fatto con noi.

1Corinzi 11:25 Parimenti, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue; fate questo ogni volta che ne bevete in memoria di me».

Noi facciamo pare del Nuovo Patto, la Nuova ed Eterna Alleanza, e come Davide non si dimenticò del patto che aveva con Dio, non dobbiamo dimenticarcene neanche noi.

 Dio promette di perdonare tutte le nostre iniquità, di guarire tutte le nostre infermità e di condurci alla vittoria, purché noi usiamo franchezza davanti alle opposizioni e rifiutiamo qualunque intimidazione e qualunque paura.

 Non permettiamo, quindi, alle bugie di entrare nel nostro cuore e alla paura di dominarci; dichiariamo con franchezza la Parola di Dio, fiduciosi nel glorioso ministero dello Spirito Santo che ci conduce alla vittoria. Così vedremo la gloria del Nuovo Patto.

 

 

Redazione a cura di Caterina Di Miceli