FARE LE STESSE OPERE DI GESÙ

Culto del 22 Feb 2015
Predicatore: Evan. Antonio D'India
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Siamo in un tempo in cui il mondo ha bisogno di miracoli. La prima condizione perché essi avvengano nella nostra vita è quella di afferrare l’iniziativa del cielo e ubbidire alla Sua direzione.

Così come accadde in Esodo 17:1-6: “Poi tutta l’assemblea dei figli d’Israele partì dal deserto di Sin, marciando a tappe secondo gli ordini dell’Eterno, e si accampò a Redifim. Ma non c’era acqua da bere per il popolo. Allora il popolo contese con Mosè e disse: «Dacci dell’acqua da bere». Mosè rispose loro: «Perché contendete con me? Perché tentate l’Eterno?». Là il popolo ebbe sete di acqua e mormorò contro Mosè, dicendo: «Perché ci hai fatti salire dall’Egitto per farci morire di sete noi, i nostri figli e il nostro bestiame?». Così Mosè gridò all’Eterno, dicendo: «Che farò io per questo popolo? Ancora un po’ ed essi mi lapideranno». L’Eterno disse a Mosè: «Passa davanti al popolo e prendi con te degli anziani d’Israele; prendi anche nella tua mano il tuo bastone col quale percuotesti il fiume, e va’. Ecco, io starò davanti a te, là sulla roccia in Horeb; tu percuoterai la roccia, ne scaturirà dell’acqua e il popolo berrà». Mosè fece così davanti agli occhi degli anziani d’Israele”.

L’episodio del libro dell’Esodo ci mostra il popolo d’Israele che grida per avere l’acqua nel deserto. Dio diede delle direttive a Mosè, ovvero di percuotere la roccia. Questa fu una iniziativa divina proveniente dal Cielo e – poiché obbedirono – il miracolo avvenne.

Il profeta Isaia, in Isaia 48:21, scrive: ”Essi non hanno avuto sete, quando li ha condotti attraverso i deserti. Egli ha fatto scaturire per loro acqua dalla roccia; ha spaccato la roccia e sono sgorgate le acque”.

Egli stesso, dunque, testimonia secoli dopo il miracolo di Dio compiuto per Israele.

Noi stessi, dunque, possiamo assistere a miracoli e come – ci testimonia la Parola – possiamo compiere le stesse opere che Gesù ha fatto. Perché ciò avvenga è necessario vedere, ascoltare e obbedire.

Questo è il modo in cui Gesù ha detto di operare ed è, soprattutto, il modo in cui Gesù ha operato, come è scritto in Giovanni 8:38: “Io parlo di ciò che ho visto presso il Padre mio”. E ancora in Giovanni 5:19: ”In verità, in verità vi dico che il Figlio non può far nulla da se stesso, se non quello che vede fare dal Padre; le cose infatti che fa il Padre, le fa ugualmente anche il Figlio”.

Mormorare e lamentarsi, dunque, sono condizioni che impediscono l’adempiersi dei miracoli perché ci allontanano dall’ascoltare la voce di Dio e dalla Sua guida. Noi dobbiamo avere un cuore come quello di Gesù. È scritto, infatti, in Filippesi 2:5-10: “Abbiate in voi lo stesso sentimento che già è stato in Cristo Gesù, il quale, essendo in forma di Dio, non considerò qualcosa a cui aggrapparsi tenacemente l’essere uguale a Dio, ma svuotò se stesso, prendendo la forma di servo, divenendo simile agli uomini; e, trovato nell’esteriore simile ad un uomo, abbassò se stesso, divenendo ubbidiente fino alla morte e alla morte di croce. Perciò anche Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato un nome che è al di sopra di ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio”.

Gesù, dunque, ci testimonia, in Ebrei 5:8-9, che “Benché fosse Figlio, imparò l’ubbidienza dalle cose che soffrì, e reso perfetto, divenne autore di salvezza eterna per tutti coloro che gli ubbidiscono”.

L’ubbidienza, dunque, produce miracoli, così come ascoltare Dio cambia le situazioni.

Ne è un esempio l’episodio di Naaman, il lebbroso siriano che troviamo in 2 Re:5: 4-14: “Così Naaman venne con i suoi cavalli e i suoi carri e si fermò alla porta della casa di Eliseo. Allora Eliseo gli inviò un messaggero a dirgli: «Va’ a lavarti sette volte nel Giordano, e la tua carne tornerà come prima e sarai mondato». Ma Naaman si adirò e se ne andò dicendo: «Ecco, io pensavo: “Egli uscirà certamente incontro a me, si fermerà, invocherà il nome dell’Eterno, il suo Dio, agiterà la mano sulla parte malata e mi guarirà dalla lebbra”. I fiumi di Damasco, l’Abanah e il Farpar, non sono forse migliori di tutte le acque d’Israele? Non potrei lavarmi in quelli ed essere mondato?». Così si voltò e se ne andò tutto infuriato. Ma i suoi servi gli si avvicinarono e gli parlarono, dicendo: «Padre mio, se il profeta ti avesse ordinato una grande cosa, non l’avresti fatta? Tanto più ora che ti ha detto: “Lavati e sarai mondato. Allora egli scese e si immerse sette volte nel Giordano, secondo la parola dell’uomo di Dio; la sua carne tornò come la carne di un piccolo fanciullo e fu mondato”.

Naaman era un siriano che – per la testimonianza della sua serva israelita – ricercò il profeta di Dio per ricevere la guarigione. Viaggiò affrontando una grossa spesa per sostenere il gruppo per tutto il tempo e portò con sé molti soldi perché si aspettava di pagare per la sua guarigione. Quando finalmente incontrò Eliseo, il messaggio che ricevette lo deluse: lavarsi sette volte nel fiume Giordano. Era qualcosa che il suo orgoglio e la sua razionalità non potevano accettare. Egli però ubbidì e ricevette guarigione. Non fu l’acqua a guarirlo, ma la parola del profeta nata dall’iniziativa del Cielo.

Noi non siamo benedetti per le metodologie umane, ma per la Parola di Dio. Dobbiamo poggiare la nostra fede sul Rhema che abbiamo ricevuto da Dio per la nostra vita.
È scritto, infatti, che l’uomo non vive di solo pane, ma di ogni parola che procede dalla bocca di Dio. Comprendere di più di Gesù ci avvicina al soprannaturale e, quindi, alla condizione di ricevere miracoli.

Il pastore ci esorta a credere alle verità bibliche, alle parole stesse di Gesù in Giovanni 14:12-14: “In verità, in verità vi dico: chi crede in me farà anch’egli le opere che io faccio; anzi ne farà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel nome mio la farò, affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se chiedete qualche cosa nel nome mio, io la farò”.

Questo ci dà rivelazione su come ricevere miracoli. E ci fa vedere miracoli compiersi nella vita di coloro ai quali parliamo di Gesù quando ubbidiamo al grande mandato in Matteo 10:7: ”Andate e predicate, dicendo: «Il regno dei cieli è vicino»” e in Matteo 10:8: “Guarite gli infermi, mondate i lebbrosi, risuscitate i morti, scacciate i demoni; gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”.

In questo modo il regno doveva essere esteso. Non dovevano solo predicare la parola, ma adempierla nei fatti; La Parola è la spada a doppio taglio della proclamazione e della dimostrazione.
Noi sappiamo che non possiamo far nulla senza Dio, ma con Dio tutte le cose sono possibili.

Quando attiviamo i nostri sensi spirituali, Dio ispirerà le immagini spontanee, parole e pensieri per trasmettere le sue istruzioni per ogni bisogno. Dio dà grazia sufficiente per rispondere ad ogni nostro bisogno.

Se ogni giorno la nostra fiamma sarà accesa, se ogni giorno manteniamo viva la comunione con lo Spirito Santo, ogni giorno sarà una opportunità per vedere la gloria di Dio manifestarsi nella nostra vita e nella vita di coloro ai quali stiamo parlando di Gesù.
Gesù monda i lebbrosi, libera i posseduti, guarisce gli infermi, salva i perduti. Così anche noi dobbiamo avere un cuore desideroso di vedere mondata la nostra città, liberata dalla schiavitù del peccato. Noi vogliamo che venga il Regno di Dio sulla terra. Vogliamo che le anime siano salvate, che le anime siano mondate. In questo tempo molti non credono nei segni e nei prodigi. Non si aspettano che Dio guarisca o compia miracoli ancora oggi.

Altri non stanno adempiendo il mandato perché vivono in una idea futuristica del regno. Essi credono che il Regno di Dio è un evento futuro e non si rendono conto, invece, che il regno dei cieli è adesso e non solo nel futuro.

Altri – più semplicemente – non hanno capito come si può accedere a questo aiuto dal Cielo. Essi non capiscono che Dio ha dato tutta la grazia per compiere miracoli oggi, dandoci i sensi spirituali per accedere alla sua potenza.

Altre persone non camminano nelle opere miracolose di Gesù e pensano che la nostra cultura cristiana attuale ci ha dato conoscenza fine a sé stessa. La maggior parte del sistema attuale nella chiesa, purtroppo, potrebbe continuare senza l’opera dello Spirito Santo.

Dio, invece, sta facendo sorgere un esercito di credenti che dichiarano: “Venga il tuo Regno e sia fatta la tua volontà, in terra come in cielo”. Occorre proclamare il Regno di Dio per dare testimonianza della verità della Parola di Dio!

Un altro episodio della Parola in 1Re 17:17-24 ci testimonia e ricorda la sua Grazia: ”In seguito a queste cose, il figlio della donna, che era la padrona di casa si ammalò; la sua malattia fu così grave, che non gli rimase più soffio di vita. Ella allora disse ad Elia: «Che ho io da far con te o uomo di Dio? Sei forse venuto da me per farmi ricordare il mio peccato e per uccidermi il figlio?». Egli le rispose: «Dammi tuo figlio». Così lo prese dal suo seno, lo portò nella stanza di sopra e lo coricò sul suo letto. Poi invocò l’Eterno e disse: «O Eterno, Dio mio, hai forse colpito di sventura anche questa vedova, che mi ospita, facendole morire il figlio?». Si distese, quindi, tre volte sul fanciullo e invocò l’Eterno, dicendo: «O Eterno Dio mio, ti prego, fa che l’anima di questo fanciullo ritorni in lui». L’Eterno esaudì la voce di Elia: l’anima del fanciullo ritornò in lui ed egli riprese vita. Allora Elia prese il fanciullo, lo porto giù dalla stanza di sopra in casa e lo diede a sua madre dicendole: «Guarda, tuo figlio è vivo!». Allora la donna disse ad Elia: «Ora riconosco che tu sei un uomo di Dio e che la parola dell’Eterno sulla tua bocca è verità».

Gesù non è venuto per condannare, ma per convincere. In questo episodio la donna pensava di essere accusata dal profeta, ma il Vangelo ci ricorda, invece, che Gesù è venuto per salvare e benedire, per compiere miracoli e prodigi sulla terra. I segni e i prodigi sono la testimonianza di Dio sulla terra, così come è scritto in Atti 2:22: ”Uomini d’Israele, ascoltate queste parole: Gesù il Nazareno, uomo accreditato da Dio tra di voi per mezzo di potenti operazioni, prodigi e segni che Dio fece tra di voi per mezzo di lui, come anche voi sapete”.

E ancora in Ebrei 2:4: ”Mentre Dio ne rendeva testimonianza con segni e prodigi, con diverse potenti operazioni e con doni dello Spirito Santo distribuiti secondo la sua volontà”.

Anche noi possiamo ricevere miracoli se ascoltiamo la voce di Dio, se ci accostiamo a Gesù. Vedremo miracoli – che siano di testimonianza e per la sua gloria – anche nella vita di coloro ai quali avremo parlato di Gesù per mezzo dell’unzione dello Spirito Santo. Ubbidiamo, quindi, al grande mandato e proclamiamo il Regno di Dio sulla terra e vedremo manifestata la Sua opera!

Dio ci Benedica!

Redazione a cura di Naomi Chiaramonte