DIO È VENUTO A VIVERE IN NOI | Prima parte

Culto del 07 Mag 2023
Predicatore: Apostolo Lirio Porrello
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Redazione a cura di Caterina Di Miceli

Gesù, appena fu battezzato uscì fuori dall’acqua; ed ecco i cieli gli si aprirono, ed egli vide lo Spirito di DIO scendere come una colomba e venire su di lui;  Matteo 3:16

Conclusa la serie di predicazioni sull’intercessione, oggi viene introdotto un nuovo tema riguardante lo Spirito Santo, finalizzato a dare alla chiesa istruzioni su come crescere nella capacità di ascoltarLo e di collaborare con Lui.

In apertura viene preso in esame il versetto di Matteo 3:16, nel quale è scritto che quando Gesù fu battezzato i cieli si aprirono su di Lui e lo Spirito Santo discese su di Lui. Viene da chiedersi: “Perché solo su di Lui?”. La risposta è semplice: lo Spirito Santo non può dimorare su chi ha la natura di peccato, e in quel tempo sulla terra Egli era l’unico a non avere la natura di peccato. La Scrittura afferma infatti che ai peccatori è stata promessa la salvezza per grazia mediante la fede, ma solo chi è stato salvato ed è diventato figlio di Dio può ricevere lo Spirito Santo.

Nel calendario ebraico, l’anno in cui ci troviamo è il 5783 e, come abbiamo appreso in precedenti predicazioni, il tre appresenta lo Spirito Santo, infatti le prime tre lettere dell’alfabeto ebraico sono: alef, che rappresenta il Padre; bet, che rappresenta il Figlio; ghimel, che rappresenta lo Spirito Santo. Ghimel significa anche cammello, animale capace di bere una quantità di acqua enorme, anche più di cento litri, cosa che gli consente di affrontare le traversate del deserto. Ma cosa significa questo per noi? Poiché anche a noi può accadere di trovarci ad attraversare un deserto, cioè le prove che la vita non ci risparmia, per poterle affrontare e superare indenni in quest’anno dobbiamo imparare a bere dallo Spirito di Dio.

Gesù parlò di questo durante la festa dei Tabernacoli.

Giovanni 7:37 Or nell’ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù si alzò in piedi ed esclamò dicendo: «Se qualcuno ha sete, venga a me e beva. 38 Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, da dentro di lui sgorgheranno fiumi d’acqua viva». 39 Or egli disse questo dello Spirito, che avrebbero ricevuto coloro che avrebbero creduto in lui; lo Spirito Santo infatti non era ancora stato dato, perché Gesù non era stato ancora glorificato.

Pronunciando queste parole, con le quali stava profetizzando sul giorno di Pentecoste, Gesù ci esorta a bere continuamente dallo Spirito, per ricevere da Lui l’energia che ci occorre per attraversare i periodi di deserto, dei quali Dio si serve per farci crescere.

Della necessità di essere ripieni dello Spirito ci parla anche l’apostolo Paolo quando esortò gli Efesini a non inebriarsi di vino, perché fa venire fuori da noi la parte peggiore, e di essere invece ripieni dello Spirito di Dio, che fa venire fuori da noi la parte migliore, la natura divina.

Efesini 5:18 E non vi inebriate di vino, nel quale vi è dissolutezza, ma siate ripieni di Spirito.

Inoltre Paolo fece per gli Efesini una preghiera (che dovremmo fare anche noi) con la quale chiese per loro spirito di sapienza e di rivelazione. Prima la sapienza, perché necessaria per potere gestire la rivelazione e la relativa conoscenza di Dio.

Efesini 1:16 non cesso mai di rendere grazie per voi, ricordandovi nelle mie preghiere, 17 affinché il Dio del Signor nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia lo Spirito di sapienza e di rivelazione, nella conoscenza di lui, 18 e illumini gli occhi della vostra mente, affinché sappiate qual è la speranza della sua vocazione e quali sono le ricchezze della gloria della sua eredità tra i santi, 19 e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi che crediamo secondo l’efficacia della forza della sua potenza, 20 che egli ha messo in atto in Cristo risuscitandolo dai morti e facendolo sedere alla sua destra nei luoghi celesti.

L’apostolo Lirio pone enfasi sulla nostra necessità di conoscere Dio e quindi il Suo amore per noi, perché averne consapevolezza fa sparire ogni paura che il nemico cerca di insinuare nella nostra mente.

Paolo prega per gli Efesini Dio in particolare per tre cose.

  1. Affinché avessero la chiara percezione del futuro che li attendeva. Gli chiese di illuminare la loro immaginazione, dato che il nostro intelletto è condizionato, e quindi limitato, dalle percezioni naturali, mentre l’immaginazione non ha limiti. Noi, infatti, non possiamo conoscere Dio in virtù delle nostre capacità naturali, ma solo attraverso l’immaginazione, che è illimitata. Conoscendo Dio possiamo conoscere il futuro che ha preparato per noi e di conseguenza avere la sapienza necessaria per vivere adeguatamente il nostro presente.

  2. Affinché conoscessero le ricchezze della Sua eredità.

  3. Affinché conoscessero la straordinaria grandezza della Sua potenza in noi e verso di noi che crediamo. La stessa potenza che ha risuscitato Gesù dai morti e che Lo ha portato fino al terzo cielo alla destra del Padre, oggi abita in noi, anche se ancora non abbiamo visto le stesse manifestazioni che c’erano al tempo degli apostoli. Evidentemente loro avevano una rivelazione dello Spirito che noi ancora non abbiamo e nella quale dobbiamo crescere.

Il nostro razionalismo può indurci a pensare che sia giusto avere fede in Dio, ma che non basti e che serva dell’altro. Non è così, perché Egli è sufficiente in ogni cosa. Solo in Cristo infatti ci sono tutte le risposte,  tutte le soluzioni ai nostri problemi.

Colossesi 2:9 poiché in lui abita corporalmente tutta la pienezza della Deità.

Che vuol dire che in Cristo abita tutta la pienezza della deità? Vuol dire che, anche se Gesù è una persona della Trinità, non opera mai separatamente dal Padre e dallo Spirito Santo; pur essendo distinte, infatti, le tre persone della Trinità sono perfettamente unite e operano insieme simultaneamente.

Per venire sulla terra, Gesù rinunciò alla Sua onnipotenza, agì come uomo, e per questo poté operare grazie all’unzione dello Spirito; rinunciò alla Sua onniscienza e riceveva dallo Spirito ciò che sapeva; non era onnipresente, era limitato nel tempo e nello spazio. Era esattamente come noi, eppure ci dimostrò che si può vivere senza peccare.

Sapendo che presto sarebbe morto, preparò i Suoi discepoli affinché imparassero a dipendere dallo Spirito Santo.

Giovanni 14:16 Ed io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore, che rimanga con voi per sempre

Giovanni 16:7 Tuttavia io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma se me ne vado, io ve lo manderò.

La differenza tra la presenza di Gesù sulla terra e quella dello Spirito Santo in noi è che, mentre Gesù era limitato, lo Spirito Santo non ha rinunciato alla Sua deità ed è presente contemporaneamente in ogni luogo. Per tale motivo tutti quelli che fanno parte della Chiesa di Cristo possono essere Sua dimora e avere con Lui una relazione personale.

Giovanni 14:17 lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce; ma voi lo conoscete, perché dimora con voi e sarà in voi. 18 Non vi lascerò orfani; tornerò a voi.

Ai discepoli Gesù preannunciò che lo Spirito Santo, che fino ad allora era stato con loro, sarebbe stato in loro. Il verso 17 precisa che il mondo non può ricevere lo Spirito Santo, infatti, perché questo avvenga, occorre avere ricevuto la salvezza e così essere divenuti figli di Dio.

Sin dal principio Dio ha desiderato avere una famiglia sulla terra e dimorare con i Suoi figli, ma il peccato di Adamo produsse una separazione tra Lui e l’uomo. Si rese necessaria la redenzione, che Cristo portò a compimento e che Gli permette di realizzare il progetto originale.

Sul piano naturale possiamo constatare che non è facile coltivare le relazioni, soprattutto in ambito familiare, dove dovrebbero regnare l’unità, la pace, l’armonia, la complicità, ma se vengono meno questi presupposti, se ci sono sensi di colpa o motivi che inducono a indossare delle maschere, le relazioni si guastano.

Gesù morì il 14 di Nisan e risuscitò tre giorni dopo, all’alba del diciottesimo giorno, allorché apparve prima a Maria di Magdala, poi alle donne, quindi nel pomeriggio dello stesso giorno ai discepoli sulla via di Emmaus, che ammaestrò e ai quali aprì la mente affinché comprendessero le Scritture.

Luca 24:44 Poi disse loro: «Queste sono le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: che si dovevano adempiere tutte le cose scritte a mio riguardo nella legge di Mosè, nei profeti e nei salmi». 45 Allora aprì loro la mente, perché comprendessero le Scritture, 46 e disse loro: «Così sta scritto, e così era necessario che il Cristo soffrisse e risuscitasse dai morti il terzo giorno 47 e che nel suo nome si predicasse il ravvedimento e il perdono dei peccati a tutte le genti, cominciando da Gerusalemme. 48 Or voi siete testimoni di queste cose.

Soltanto dopo che i discepoli compresero che Gesù era davvero  risuscitato e che quello che riportavano le Scritture riguardo alla Sua morte e risurrezione, di cui erano stati testimoni, era la verità,  Egli comandò loro di predicare il ravvedimento e il perdono dei peccati. Quella stessa sera Gesù, che prima li aveva lasciati, apparve loro mentre erano a porte chiuse e soffiò su di loro.

Giovanni 20:19 Ora, la sera di quello stesso giorno (domenica della risurrezione), il primo della settimana, mentre le porte del luogo dove erano radunati i discepoli erano serrate per paura dei Giudei, Gesù venne e si presentò là in mezzo, e disse loro: «Pace a voi!». 20 E, detto questo, mostrò loro le sue mani e il costato. I discepoli dunque, vedendo il Signore, si rallegrarono. 21 Poi Gesù di nuovo disse loro: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, così io mando voi». 22 E, detto questo, soffiò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo. 23 A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati, e a chi li riterrete, saranno ritenuti».

Quale fu lo scopo del soffio di Gesù sui discepoli?  Forse dare loro lo Spirito Santo? No! Soffiò per infondere in loro la nuova nascita e quindi la salvezza. Gesù aveva portato a termine la redenzione, essi avevano creduto nel valore del Suo sacrificio e quindi erano pronti per nascere di nuovo!

Il libro degli Atti narra che Gesù raccomandò loro di attendere la promessa del Padre, cioè lo Spirito Santo, che presto si sarebbe manifestato, cosa che avvenne dopo dieci giorni, esattamente nel giorno di Pentecoste

 Atti 1:4 E, ritrovandosi assieme a loro, comandò loro che non si allontanassero da Gerusalemme, ma che aspettassero la promessa del Padre: «Che, egli disse, voi avete udito da me. 5 Perché Giovanni battezzò con acqua, ma voi sarete battezzati con lo Spirito Santo, fra non molti giorni».

Nel giorno di Pentecoste i discepoli furono battezzati nello Spirito Santo e furono ripieni.

Atti 2:1 Come giunse il giorno della Pentecoste, essi erano tutti riuniti con una sola mente nello stesso luogo. 2 E all’improvviso venne dal cielo un suono come di vento impetuoso che soffia, e riempì tutta la casa dove essi sedevano. 3 E apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano, e andarono a posarsi su ciascuno di loro. 4 Così furono tutti ripieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, secondo che lo Spirito dava loro di esprimersi

 Ricordiamo che quando Gesù fu battezzato, lo Spirito Santo discese su di Lui sotto forma di colomba e i cieli si aprirono solo su di Lui; nel giorno di Pentecoste invece un suono come di vento impetuoso che soffia riempì tutta la casa dove essi sedevano.

Il fatto che tutta la casa fosse piena vuol dire che per prima cosa Dio battezzò la Chiesa nel suo insieme, dato che tutti erano immersi in quella manifestazione dello Spirito Santo.

In questo versetto viene precisato inoltre che essi sedevano: si riferisce al fatto che, essendo Gesù seduto alla destra del Padre,  mandò lo Spirito su persone che erano nate di nuovo e sedute con Lui nei luoghi celesti.

Soltanto dopo,  quando apparvero loro come lingue di fuoco che si posarono su ciascuno di loro, gli apostoli fecero un’esperienza individuale: tutti furono ripieni e iniziarono a parlare in altre lingue.

Il grandioso progetto che nel Suo grande amore Dio ha stabilito per i Suoi figli, suscita in noi un grande desiderio di ricevere Spirito di sapienza e di rivelazione, di avere gli occhi della nostra mente illuminati, allo scopo di poterLo conoscere come è realmente e di avere una maggiore comunione con Lui.