DI GLORIA IN GLORIA

Culto del 13 Giu 2021
Predicatore: Apostolo Lirio Porrello
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Proverbi 29:23 L’orgoglio dell’uomo lo porta in basso, ma chi è umile di spirito otterrà gloria.

L’apostolo Lirio inizia la predicazione della Parola leggendo il verso di Proverbi 29 che mette in contrapposizione orgoglio e gloria. Il versetto 23 di questo capitolo ci mette in guardia contro l’orgoglio, in quanto esso è molto pericoloso e porta le persone in una condizione di bassezza in cui troviamo povertà, malattia, disperazione, dolore. Al contrario la gloria ci porta in alto e ci fa vivere partecipi della natura divina. Da ciò ricaviamo un importante principio: l’umiltà precede la gloria ma l’orgoglio precede la caduta. Dio ci ha dato una nuova posizione spirituale in Cristo e Cristo ora è in noi speranza di gloria. Quando nasciamo di nuovo riceviamo uno spirito rigenerato, ma la nostra anima deve essere ancora rinnovata attraverso la santificazione, così come il nostro corpo che aspetta la redenzione alla fine dei tempi. Quando spirito, anima e corpo saranno tutti e tre redenti, la salvezza che Gesù ci ha dato sarà perfettamente completa. Nel tempo che stiamo vivendo Dio però ha già messo dentro noi la Sua gloria che ci trasforma giorno dopo giorno, affinché chi vede noi veda l’immagine di Gesù. Ora sappiamo che il soprannaturale si manifesta attraverso la fede, l’unzione e la gloria, ma la gloria è ancora poco conosciuta e noi quindi dobbiamo imparare a conoscerla in profondità, affinché essa si manifesti attraverso di noi.

1Corinzi 2:9 Ma come sta scritto: «Le cose che occhio non ha visto e che orecchio non ha udito e che non sono salite in cuor d’uomo, sono quelle che Dio ha preparato per quelli che lo amano». 10 Dio però le ha rivelate a noi per mezzo del suo Spirito, perché lo Spirito investiga ogni cosa, anche le profondità di Dio.

Dio rivela ciò che ancora non è conosciuto dagli uomini che Lo amano. Paolo ha visto ciò che c’è nel cielo e ciò lo ha portato a non avere più bisogno di mettere fede in esso, perché lo ha sperimentato personalmente, così quando abbiamo rivelazione di ciò che Dio ci dice, quando gustiamo le Sue promesse, non abbiamo più bisogno di mettere fede in esse, perché ne facciamo esperienza, e ciò che vediamo e viviamo non ha bisogno di fede. Ciò che il Padre ci rivela non è tangibile, lo Spirito infatti ci svela le profondità di Dio, quindi nella gloria ci sono territori inesplorati che il Signore vuole farci conoscere.

Geremia 33:3 Invocami e io ti risponderò, e ti annunzierò cose grandi e impenetrabili che tu non conosci.

Abbiamo bisogno di crescere nella conoscenza e nella rivelazione del Padre. Egli vuole insegnarci, vuole rispondere alle nostre domande, ma noi dobbiamo essere disposti a parlare con Lui e a chiedere ciò di cui abbiamo bisogno. Forse in passato ci è stato insegnato che dobbiamo lottare e sudare per ottenere le benedizioni di Dio, ma oggi sappiamo che possiamo riposare in Lui e lodarLo con la certezza che Gesù ha già provveduto per noi tutto ciò di cui abbiamo bisogno.

Filippesi 4:19 Ora il mio Dio supplirà ad ogni vostro bisogno secondo le sue ricchezze in gloria, in Cristo Gesù.

Nella gloria tutto è compiuto. Ogni nostro bisogno è soddisfatto dal Padre secondo le Sue ricchezze in gloria. Il cristianesimo deve essere caratterizzato da uno slancio e una spinta spirituale progressiva in Cristo Gesù. Secondo le Scritture, le nostre vite sono programmate per passare progressivamente da un livello di gloria inferiore a uno superiore. Tutti noi possiamo renderci conto di questo, infatti le cose che prima ci sembravano difficili nel Signore, ora ci sembrano facili da fare perché siamo cresciuti nella conoscenza e nella rivelazione. Così, se inizialmente stiamo tanto tempo a pregare per vedere una persona guarita, in seguito ci basterà dichiarare la guarigione in Gesù; spesso infatti dobbiamo convincere noi stessi che Dio guarisce ancora attraverso i Suoi figli ma, man mano che cresciamo nella gloria, cominceremo a vedere con gli occhi dello spirito la guarigione prima ancora di vederla con i nostri occhi fisici. Il Padre non ci ha creato per essere statici, Egli vuole che entriamo nel movimento della gloria.

2Corinzi 3:18 E noi tutti, contemplando a faccia scoperta come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella stessa immagine (somiglianza) di gloria in gloria, come per lo Spirito del Signore.

Contemplare non significa dare uno sguardo sfuggente. Quando un ragazzo si innamora di una ragazza può essere attorniato da una folla, ma i suoi occhi sono solo su di lei, perché vede lei sola. Quando noi contempliamo qualcuno, tutta la nostra attenzione è assorbita da chi stiamo contemplando. Se una persona è centrata su se stessa finirà per contemplare i propri problemi, ma chi è centrato sul Signore si dimentica di se stesso e di ogni preoccupazione. Cosa stiamo contemplando? Quello che contempliamo ci trasforma. La chiesa deve contemplare la gloria del Signore. Contemplare Dio ci fa somigliare a Lui, ci fa avere la Sua stessa condotta, ma nessuno di noi può cambiare senza l’aiuto dello Spirito. A volte le persone hanno difficoltà a cambiare perché hanno paura di andare verso ciò che non conoscono e preferiscono restare in ciò che conoscono. Preferiscono restare nella tradizione che tutti accettano piuttosto che avere rivelazione da parte di Dio. Quindi per cambiare bisogna rinunciare al proprio modo di pensare, alla propria mentalità, così se si è cresciuti nella povertà si può avere difficoltà a pensare che il Signore desidera darci prosperità senza un cambiamento di pensiero. Per arrivare nella dimensione della gloria dobbiamo essere disposti a lasciare qualcosa, dobbiamo abbandonare il vecchio per ricevere il nuovo, non possiamo tenere entrambe le cose. Dio vuole fare tutto nuovo e tutto all’immagine e alla somiglianza di Gesù.

Matteo 14:25 Alla quarta vigilia, della notte, Gesù andò verso di loro, camminando sul mare. 28 E Pietro, rispondendogli disse: «Signore, se sei tu, comandami di venire da te sulle acque». 29 Egli disse: «Vieni!» E Pietro, sceso dalla barca, camminò sulle acque, per venire da Gesù. 30 Ma, vedendo il vento forte, ebbe paura e, cominciando ad affondare, gridò dicendo: «Signore, salvami!».

Nel Vangelo di Matteo leggiamo che i discepoli si trovavano nella barca in mezzo a una tempesta, quindi in una condizione naturale di pericolo, mentre Gesù era in una condizione soprannaturale che Gli consentiva di camminare sulle acque. Pietro però chiese a Gesù di permettergli di raggiungerlo, quindi di passare dalla dimensione della tempesta a quella in cui Gesù si trovava. Il Signore disse a Pietro “Vieni”, ed Egli camminò sulla Sua Parola, nonostante la tempesta. Questo ci fa comprendere che se camminiamo sulla Parola di Dio, guardando Gesù, saremo stabili e le circostanze si piegheranno davanti a noi. Se camminiamo con i nostri sensi naturali avremo paura, dubbi, e ci fermeremo, ma se abbiamo fiducia nella Parola che Lui ci ha dato, non ci sarà spazio per la paura, avremo coraggio e ciò ci permetterà di fare nuove conquiste ed esplorare nuovi territori. Quando Pietro camminò sulle acque, ritornò all’intenzione originale di Dio che diede dominio ad Adamo sulla terra per governare le leggi naturali. Allo stesso modo quando siamo nella gloria, non sono più le leggi naturali a controllare noi, ma siamo noi a controllare le leggi naturali.

Atti 17:28 Poiché in lui viviamo, ci muoviamo e siamo, come persino alcuni dei vostri poeti hanno detto: “Poiché siamo anche sua progenie”.

Dio vuole che andiamo di gloria in gloria, che siamo stabili ma non statici. Se restiamo fermi sempre nello stesso posto, significa che siamo dentro un circolo vizioso, ma questa non è la volontà di Dio per noi, Egli vuole che andiamo avanti. Noi siamo Suoi figli e il Padre vuole che progrediamo progressivamente per livelli fino a che arriviamo a comprendere che ogni circostanza che viene contro di noi non è mai superiore alla fede e alla forza che Dio ha dato a noi per dominarla.

Matteo 17:2 e fu trasfigurato alla loro presenza: la sua faccia risplendette come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. 3 Ed ecco, apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. 5 Mentre egli parlava ancora, ecco una nuvola luminosa li adombrò, e si udì una voce dalla nuvola che diceva: «Questi è il mio amato Figlio, in cui mi sono compiaciuto: ascoltatelo!».

Il termine trasfigurare indica una condizione in cui tutto ciò che è dentro esce fuori e viene espressa la vera essenza di qualcosa. Gesù portò i Suoi tre discepoli sul monte e si trasfigurò alla loro presenza, mostrando la Sua natura divina. Insieme a loro c’erano Mosè, che rappresenta le intenzioni originali di Dio, la Torah, quindi la legge, ed Elia, che rappresenta i profeti; egli aveva un’origine mista, era giudeo e gentile nello stesso tempo, quindi rappresenta anche la funzione profetica della chiesa. Mosè ed Elia però dopo un po’ sparirono e si sentì una voce che diceva: “Questo è il mio amato Figlio, in cui mi sono compiaciuto: ascoltatelo”, questo avvenne perché il Padre in passato aveva parlato per mezzo della legge e dei profeti ma da qual momento in poi, avrebbe parlato solo attraverso Suo Figlio. La gloria se n’era andata dalla Terra quando Adamo disubbidì a Dio, ma l’ubbidienza di Gesù l’ha riportata sulla Terra e ogni volta che ascoltiamo il Figlio, noi vedremo la Sua gloria manifestata in noi. Lo scopo della trasfigurazione, non è stato solo il dimostrare che Gesù è il Figlio di Dio, ma attraverso di essa il Padre ha voluto farci sapere che Egli è sempre disponibile per noi e che, come Pietro, Giacomo e Giovanni hanno visto la manifestazione divina del Signore, anche noi possiamo essere partecipi di questa dimensione di gloria. Attraverso Gesù ci sarà una definitiva transizione dall’unzione alla gloria. Oggi noi conosciamo il Signore attraverso lo studio della Parola, ma nella dimensione della gloria non c’è bisogno di studiare, perché s’impara per rivelazione diretta. Ecco perché gli apostoli riconobbero subito che gli uomini apparsi acanto a Gesù, erano Mosè ed Elia, senza che nessuno lo dicesse loro.

1Corinzi 13:12 Ora infatti vediamo come per mezzo di uno specchio, in modo oscuro, ma allora vedremo a faccia a faccia; ora conosco in parte, ma allora conoscerò proprio come sono stato conosciuto.

Nella gloria avremo una conoscenza completa, proprio come Dio ha una conoscenza completa di noi. Dio ci vuole fare salire di livello e ci vuole portare di gloria in gloria. Adamo nell’Eden viveva nella gloria, dopo la caduta la gloria ha accompagnato Israele nel deserto ed è scesa nel tabernacolo di Mosè, ma con Gesù la gloria è venuta ad abitare in un tabernacolo vivente.

Giovanni 1:14 E la Parola si è fatta carne ed ha abitato fra di noi, e noi abbiamo contemplato la sua gloria, come gloria dell’unigenito proceduto dal Padre, piena di grazia e di verità.

Adamo, quando è stato creato, possedeva la gloria di figlio di Dio che poi ha perso con il peccato, con Gesù la gloria di Figlio torna sulla Terra e Giovanni testimonia di aver visto questa gloria che ha portato agli uomini prima la grazia e poi la rivelazione della verità.

2Corinzi 4:6 perché il Dio che disse: «Splenda la luce fra le tenebre», è lo stesso che ha fatto brillare il suo splendore nei nostri cuori per illuminarci nella conoscenza della gloria di Dio, che rifulge sul volto di Gesù Cristo.

Dio negli ultimi tempi farà risplendere la Sua gloria su tutta la Terra e anche se le tenebre avvolgeranno i popoli, la Sua chiesa risplenderà della Sua luce. Gesù è il re di gloria e attraverso di Lui tutti hanno accesso a questa meravigliosa dimensione divina.

2Corinzi 3:18 E noi tutti, contemplando a faccia scoperta come in uno specchio la gloria del Signore, siamo trasformati nella stessa immagine (somiglianza) di gloria in gloria, come per lo Spirito del Signore.

Dio ci fa un esplicito invito a godere della Sua gloria ma, mentre in passato Mosè dovette coprirsi il volto che tanto risplendeva della gloria di Dio da non poter essere guardato, oggi noi possiamo contemplare questa gloria a faccia scoperta grazie al sacrificio di Gesù, e attraverso questa contemplazione veniamo trasformati dallo Spirito di Dio, fino a diventare così somiglianti a Gesù che gli altri vedranno Lui in noi.

Redazione a cura di Rosanna Garofalo.