CIASCUNO METTA AL SERVIZIO DEGLI ALTRI IL DONO

Culto del 09 Giu 2019
Predicatore: Past. Joe Porrello
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1Pietro 4:7 Or la fine di tutte le cose è vicina; siate dunque sobri e vigilanti per dedicarvi alle preghiere, 8 avendo prima di tutto un intenso amore gli uni per gli altri, perché «l’amore coprirà una moltitudine di peccati». 9 Siate ospitali gli uni verso gli altri senza mormorare. 10 Ciascuno metta al servizio degli altri il dono (Charisma) che ha ricevuto, come buoni amministratori della multiforme grazia di Dio. 11 Chi parla, lo faccia come se annunciasse gli oracoli di Dio; chi fa un servizio, lo faccia nella forza che gli è fornita da Dio, affinché in ogni cosa sia glorificato Dio per mezzo di Gesù Cristo, a cui appartiene la gloria e il dominio per i secoli dei secoli. Amen.
Ogni cristiano è un amministratore della multiforme grazia di Dio, essa parte dalla croce ma poi assume tante forme che rispecchiano le nostre necessità e le soluzioni che il Signore ci ha già dato per la nostra vita. Il Padre vuole che noi siamo anche amministratori dei doni che abbiamo ricevuto, essi non dipendono dalla nostra bravura, nessuno di noi infatti li merita, ma si ricevono unicamente per la Sua grazia. I doni però non servono per benedire noi stessi ma per benedire gli altri, di conseguenza noi siamo benedetti nella misura in cui benediciamo le altre persone.
La parola greca utilizzata da Pietro per indicare i doni è “Charisma”, che viene da “Charis” che significa grazia. L’apostolo Pietro sta quindi parlando dei doni dello Spirito ricevuti per grazia, come dono, da Colui che ci ama; questi doni della grazia di Dio parlano dunque della graziosità del Donatore infatti, chi ama dona.
I capitoli di 1Corinzi 12 e 14, parlano dei doni dello Spirito Santo, in mezzo ad essi si trova il capitolo 13 che invece parla dell’amore di Dio, questo per farci comprendere che così come noi non possiamo funzionare se non abbiamo amore, allo stesso modo i doni dello Spirito Santo non possono funzionare se non sono spinti dall’amore di Dio. Se ciò che ci muove è l’amore per noi stessi Dio non si servirà di noi ma se siamo spinti dall’amore per il corpo di Cristo, allora il Signore ci ungerà.
Quando la Bibbia, in Galati 5:23, parla dei frutti dello Spirito si riferisce al carattere del credente; ogni cristiano deve manifestare pace, amore, gioia, misericordia, gentilezza e autocontrollo, essi sono espressione del carattere del Figlio che non devono venire dai nostri sforzi, perché in questo caso falliremo, ma dall’azione dello Spirito Santo in noi, dall’intimità che abbiamo con Dio, ed in questo caso si manifesteranno in modo semplice attraverso la nostra vita.
Per ricevere i doni non abbiamo bisogno di essere maturi ma per metterli al servizio della chiesa, occorre maturità e sottomissione alle autorità che Dio ha posto su di noi. Il cammino verso la maturità ha un’unica via: lo stare con Dio; una chiesa che non ha intimità non è una chiesa viva e quindi non porterà frutto. Quando Gesù tornerà non prenderà con sé chi va ogni domenica in chiesa ma chi è realmente figlio e passa il tempo con il Padre, portando frutto nel mondo.
C’è una correlazione molto importante fra il Tabernacolo di Mosè e il cammino verso l’intimità e la maturità con il Signore. Il Tabernacolo era diviso in 3 luoghi principali: la prima parte era il Cortile; la seconda parte il luogo Santo e la terza parte il luogo Santissimo in cui poteva entrare solo il sommo sacerdote una volta l’anno.
Nei Vangeli possiamo leggere come Gesù ha detto che Lui è la Via, la Verità, la Vita ed ha anche detto che Lui è la porta.
Giovanni 10:9 Io sono la porta; se uno entra per mezzo di me sarà salvato; entrerà, uscirà e troverà pascolo.
Giovanni 14:6 Gesù gli disse: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.
Gesù, dunque, rappresenta le porte del Tabernacolo. Lui infatti è: la Via, cioè la porta del Cortile, la Verità, cioè la porta del luogo Santo e la Vita, la porta del luogo Santissimo. Nel Tabernacolo di Mosè la porta della Corte Esterna aveva quattro assi, in legno d’acacia, che sostenevano il tendaggio, essi rappresentano l’indicazione della Via che noi abbiamo attraverso i 4 Vangeli. La porta del Luogo Santo aveva cinque assi che supportavano il tendaggio, essi corrispondono alla Verità rivelata da Gesù che opera attraverso i 5 ministeri che hanno il compito di servire la chiesa.
Efesini 4:11 Ed egli stesso ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti e altri come pastori e dottori, 12 per il perfezionamento dei santi, per l’opera del ministero e per l’edificazione del corpo di Cristo.
Infine la porta del Luogo Santissimo aveva due assi che sostenevano la tenda. Questi corrispondono alla vita rivelata dall’opera di Gesù, al compimento del ministero di Cristo che culmina con la sua risurrezione.
Apocalisse 1:6 e ci ha fatti re e sacerdoti per Dio e Padre suo, a lui sia la gloria e il dominio nei secoli dei secoli. Amen.
Oggi noi possiamo entrare quando vogliamo nel luogo Santissimo perché siamo stati fatti re e sacerdoti, così il compimento dell’opera di Dio è in noi. Nell’Antico Testamento quando il sommo sacerdote entrava nel luogo Santissimo lo faceva per pregare per gli altri, noi invece, spesso lo facciamo in modo egoistico ed usiamo la preghiera solo per fare un elenco di richieste a Dio; in realtà, nell’intimità con il Padre, noi abbiamo la possibilità di dialogare con Lui, di aprirgli il nostro cuore, e mentre faremo questo, Egli ci potenzierà per essere di benedizione.
Ebrei 10:19 Avendo dunque, fratelli, libertà di entrare nel santuario, in virtù del sangue di Gesù, 20 che è la via recente e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioè la sua carne, 21 e avendo un sommo sacerdote sopra la casa di Dio, 22 accostiamoci con cuore sincero, in piena certezza di fede, avendo i cuori aspersi per purificarli da una cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura.
Gesù ha inaugurato per noi l’apertura del luogo santissimo affinché possiamo entrare in esso tutte le volte che desideriamo, questa è una grande benedizione che non possiamo e non dobbiamo farci scappare.
I doni di cui si parla nella Bibbia sono diversi:
i doni DOMATA o ministeriali sono 5 e sono: Apostoli, Profeti, Evangelisti, Pastori, Dottori, (Efesini 4:11 – 1°Corinzi 12:28). Vi sono 3 parole importanti sui ministeri che possono benedirci: CHIAMATA, FUNZIONE, POSIZIONE. La Bibbia dice che “molti sono i chiamati”, in greco la parola chiamata si riferisce al chiamare ad alta voce; quando Gesù è morto sulla croce ci ha chiamato ad alta voce ed ancora oggi Egli aspetta che noi rispondiamo alla Sua chiamata. La seconda parola, la funzione, non può venire dopo la posizione ma si trova nel mezzo, tra la chiamata e la posizione, questo perché noi siamo chiamati a funzionare per benedire gli altri. Così non possiamo raggiungere la posizione se prima non c’è la rottura di carattere che ci spinge a servire Dio in tutto ogni giorno e non solo la domenica, benedicendo gli altri; solo allora Dio ci darà la posizione in cui vuole portarci.
I doni CHARISMATA (1Corinzi 12:14) quelli di cui parla Pietro in 1 Pietro 4, sono i 9 doni dello Spirito santo divisi in 3 categorie: maggiore, minore e medio. Abbiamo i DONI D’ISPIRAZIONE che comprendono dono di profezia, dono di interpretazione delle lingue e dono di diversità delle lingue; DONI DI POTENZA, essi sono dono di fede, doni di miracolo o potenti operazioni e doni di guarigioni; DONI DI RIVELAZIONE formati da parola di sapienza, parola di conoscenza e discernimento degli spiriti. La Bibbia dice che noi dobbiamo bramare, desiderare questi doni, anche se lo Spirito Santo li distribuisce come vuole perché il Padre cerca figli che sono affamati di Lui e che non si accontentano ma vogliono sempre più di Dio.
I doni di SERVIZIO O DI FUNZIONE O MOTIVAZIONALI (Romani 12:3-8), essi sono sette: dono di funzione profetica; dono di servizio; dono d’insegnamento; dono d’esortazione; dono del dare; dono dell’organizzazione e dono di misericordia. Questi doni non sono obbligatoriamente collegati alla chiamata di un credente ma manifestano la funzione che si ha nel Corpo di Cristo, indipendentemente dalla posizione che stiamo occupando. I Doni non nascono dalla nostra volontà, ma dalla volontà di Dio, noi semplicemente rispondiamo alla Sua iniziativa. I Doni sono dati alla Chiesa non al singolo individuo. I doni dello Spirito Santo si manifestano estemporaneamente, non possono essere preparati prima. I Doni sono per l’utile comune e non per nostro tornaconto. Noi non possiamo avere questi doni in modo umano ma solo attraverso l’intimità con Dio.
1Corinzi 14:12 Così anche voi, poiché siete desiderosi di avere doni spirituali, cercate di abbondarne per l’edificazione della chiesa.
Dio dunque ci ha scelto per andare e funzionare per gli altri. Nel corpo di Cristo alcuni cristiani hanno chiarezza e conoscenza della Parola di Dio ma non sanno agire perché gli manca lo Spirito, altri hanno solo lo Spirito ma sono senza conoscenza e questo li porterà a farsi del male, altri ancora hanno la conoscenza e lo Spirito ma non hanno il coraggio di parlare con franchezza e chiamare il peccato, peccato. Il Padre desidera però che noi abbiamo chiarezza di chi siamo in Cristo e che sappiamo usare con conoscenza e con lo Spirito Santo quello che Lui ci ha dato, lasciandoci guidare e servendo il corpo di Cristo con amore.

Redazione a cura di Rosanna Garofalo