Ma l’ora viene, anzi è già venuta, che i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità, perché tali sono gli adoratori che il Padre richiede. Giovanni 4:23
Oggi vengono presi in esame due importanti aspetti della vita di Davide: fu un adoratore ed ebbe grande zelo per la casa di Dio.
Ad un certo punto della sua vita Davide rifletté sul fatto che, mentre egli abitava in una casa di cedro, Dio abitava in una tenda, per cui desiderò costruirGli un tempio. Pur approvando l’idea, il Signore non gli permise di costruirlo, perché aveva sparso molto sangue, tuttavia gli concesse di preparare tutto il necessario per la costruzione, che sarebbe avvenuta dopo la sua morte ad opera di suo figlio Salomone. L’idea di costruirlo, però, era venuta a Davide, che aveva un cuore totale per Dio, e gli Ebrei consideravano quel tempio la Sua casa.
Nonostante la Scrittura profetizzi che negli ultimi tempi gli uomini saranno malvagi e amanti più di se stessi che di Dio, il Signore vuole innalzare una generazione che acquisisca il Suo cuore, una generazione sincera, onesta, non ipocrita, senza maschere e che Lo ami con tutto il cuore. Davide aveva queste caratteristiche, ma soprattutto era un adoratore ed era consumato dallo zelo per la Sua casa.
La casa di Dio, il tempio dello Spirito Santo, oggi è la Chiesa. Lo Spirito di Dio abita in noi e se la Chiesa non Gli permette di manifestare Se stesso, il mondo non potrà conoscerLo. Affinché possa sorgere una generazione di adoratori, la Chiesa deve essere uno strumento sensibile nelle Sue mani, deve adoperarsi per l’unità del corpo di Cristo ed esprimere il Suo carattere.
Quando il profeta Nehemia, dopo la deportazione a Babilonia, giunse a Gerusalemme e vide in quali condizioni era il tempio pianse, pregò e digiunò, ma non si limitò a questo, in soli cinquantadue giorni riparò le brecce e ricostruì le mura. Si accorse che tutti pensavano alla loro casa e non a quella di Dio, che era in totale abbandono.
Neemia 13:11 Allora rimproverai i magistrati e dissi loro: «Perché la casa di DIO è stata abbandonata?». Poi li radunai e li ristabilii nel loro ufficio.
Allora gli Ebrei si disinteressarono della casa del Signore, il luogo in cui avrebbero dovuto renderGli culto, perché in tempo di crisi le persone diventano egoiste, meno zelanti per le cose di Dio. Anche oggi, quando si perde lo zelo, non si va più in chiesa e si smette di offrire al Signore, sono sintomi di malessere spirituale.
Nei suoi scritti Davide ci trasmette il peso che aveva per la generazione successiva.
Salmi 145:3 L’Eterno è grande e degno di somma lode, e la sua grandezza è imperscrutabile. 4 Una generazione proclamerà le lodi delle tue opere all’altra e annunzierà i tuoi portenti. 5 Mediterò sul glorioso splendore della tua maestà e sulle tue meravigliose opere. 6 Essi parleranno della potenza delle tue tremende opere, e io racconterò la tua grandezza.
Generalmente un risveglio si esaurisce nell’arco di una generazione, ma la cosa più bella è che si trasferisca da una generazione all’altra. Dio vuole manifestare la Sua grandezza attraverso la Chiesa, che quindi è strategica in ogni tempo, ma solo una Chiesa risvegliata può far conoscere Dio, mentre se è intorpidita non lo farà conoscere, perché sarà costituita da persone che pensano solo a se stesse. Come possiamo diventare zelanti? Lo possiamo scoprendo quanto è grande lo zelo di Dio per noi!
In più parti della Bibbia è scritto che Dio è geloso e, come sul piano naturale la gelosia è indice di interesse, così Dio è geloso di noi perché ci ama, e quando scopriamo il Suo zelo ne veniamo contagiati. Non sempre, però, ci accorgiamo del Suo amore, come dice il profeta Malachia.
Malachia 1:2 «Io v’ho amati», dice l’Eterno. Ma voi dite: «In che cosa ci hai amati?».
Dio ha sempre avuto per noi un grande amore, un amore che ha raggiunto la sua massima espressione sulla croce, ma non sempre noi ne abbiamo la consapevolezza come l’aveva Davide.
Anche il profeta Zaccaria afferma che Dio è grandemente geloso di ciascuno di noi. La sua è una gelosia santa, non una gelosia soffocante, è quella gelosia che vuole il meglio per la persona amata.
Zaccaria 1:14 Così l’angelo che parlava con me mi disse: «Grida e di’: Così dice l’Eterno degli eserciti: “Io sono grandemente geloso di Gerusalemme e di Sion;
Essendo geloso di noi, Dio vuole essere riamato con tutto il nostro cuore, non si accontenta di un cuore che Gli appartenga solo in parte.
Questo versetto afferma che Egli è geloso di Gerusalemme, figura della Chiesa, e di Sion, figura delle persone che sono vicine al Suo cuore.
Malachia 3:1 «Ecco, io mando il mio messaggero a preparare la via davanti a me. E subito il Signore, che voi cercate, entrerà nel suo tempio, l’angelo del patto in cui prendete piacere, ecco, verrà», dice l’Eterno degli eserciti.
Gesù aveva zelo per la casa del Padre. Il tempio era stato costruito per rendere onore al Padre ed Egli si accorse che era diventato un luogo di commercio, dove era impossibile pregare.
Giovanni 2:13 Or la Pasqua dei Giudei era vicina, e Gesù salì a Gerusalemme. 14 E trovò nel tempio venditori di buoi, di pecore, di colombi, e i cambiamonete seduti; 15 fatta quindi una frusta di cordicelle, li scacciò tutti fuori del tempio insieme con i buoi e le pecore, e sparpagliò il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò le tavole, 16 e ai venditori di colombi disse: «Portate via da qui queste cose; non fate della casa del Padre mio una casa di mercato». 17 Così i suoi discepoli si ricordarono che stava scritto: «Lo zelo della tua casa mi ha divorato».
Nel vedere quello scempio Gesù si adirò fortemente, scacciò via tutti e nell’assistere a quella scena i discepoli si ricordarono di ciò che era scritto riguardo allo zelo per la Sua casa. Leggiamolo nel Salmo 69:9 – Poiché lo zelo della tua casa mi ha divorato, e gli oltraggi di chi ti oltraggia sono caduti su di me.
Il profeta Zaccaria ribadisce il concetto della gelosia di Dio.
Zaccaria 8:2 «Così dice l’Eterno degli eserciti: Io sono grandemente geloso di Sion, sì, io ardo di gelosia per lei».
Oggi la Sua casa è la Chiesa, siamo noi, e quando scendiamo a compromessi è segno che il nostro cuore non Gli appartiene totalmente e che teniamo uno dei nostri piedi nel mondo.
Molti credenti, per compiacere agli uomini fanno cose che dispiacciono a Dio; dicono di amarLo, ma scendono a compromessi e non osservano ciò che Egli dice nella Sua Parola.
Davide raggiunse la pienezza della Sua chiamata e della sua vita, tanto che alla fine dei suoi giorni era soddisfatto e felice.
1Cronache 23:1 Davide, ormai vecchio e sazio di giorni, costituì re su Israele suo figlio Salomone. 2 Egli radunò tutti i capi d’Israele assieme ai sacerdoti e ai Leviti. 3 Si contarono i Leviti da trent’anni in su; e il numero degli individui maschi fu di trentottomila. 4 Di questi ventiquattromila furono preposti a dirigere il lavoro della casa dell’Eterno, seimila erano magistrati e giudici, 5 quattromila erano portinai e quattromila dovevano lodare l’Eterno con gli strumenti che Davide aveva fatto per celebrarlo.
Durante il suo regno istituzionalizzò la lode e l’adorazione; dispose che quattromila leviti si occupassero a turno, ininterrottamente giorno e notte, della lode e dell’adorazione a Dio. Svolgevano questo servizio a gruppi di dodici e facevano risuonare incessantemente i canti all’Eterno.
Quando i Filistei presero l’arca, la portarono nel tempio di Dagon e la posarono accanto a Dagon (1Samuele 5:2); per due giorni consecutivi la statua di Dagon fu trovata caduta con la faccia a terra. Durante il suo regno, Saul non fece nulla per riprenderla, in seguito lo fece Davide, che la riportò in Israele. Quando la trasportavano, però, non si attennero all’ordine del Signore, secondo cui doveva essere trasportata solo dai leviti e non su di un carro, cosicché quando Uzza stese la mano per sostenere l’arca, perché i buoi inciamparono (1Cronache 13:9) morì. L’arca fu trasportata nella casa del levita Obed Edom il quale, a motivo dell’arca, fu benedetto in ogni area della sua vita.
Nel vedere questo, Davide decise di portarla a Gerusalemme, perché era quello il luogo che Dio desiderava come Sua dimora. Davide fece costruire quindi la famosa ‘tenda di Davide’, che a differenza della tenda di Mosé non aveva separazione tra il luogo santo e il luogo santissimo, e lì il Signore gli mise in cuore di portare l’arca. Tutti potevano entrare nel luogo santissimo, figura della lode del Nuovo Testamento, che dà a tutti accesso al luogo santissimo, cioè alla presenza di Dio, grazie al sangue di Gesù.
1Cronache 16:1 Portarono dunque l’arca di DIO e la collocarono in mezzo al tabernacolo, che Davide aveva eretto per essa; poi offrirono olocausti e sacrifici di ringraziamento davanti a DIO. 2 Quando Davide ebbe finito di offrire gli olocausti e i sacrifici di ringraziamento, benedisse il popolo nel nome dell’Eterno; 3 quindi distribuì a tutti gli Israeliti, uomini e donne, a ciascuno di essi, una focaccia di pane, una porzione di carne e una schiacciata di uva passa. 4 Poi stabilì davanti all’arca dell’Eterno alcuni fra i Leviti a prestare servizio, per far ricordare, per ringraziare e per lodare l’Eterno, il DIO d’Israele: 5 Asaf il capo, Zaccaria il secondo dopo di lui, poi Jeiel, Scemiramoth, Jehieh, Mattithiah, Eliab, Benaiah, Obed-Edom e Jeiel. Essi suonavano arpe e cetre, mentre Asaf suonava cembali. 6 I sacerdoti Benaiah e Jahaziel invece suonavano del continuo la tromba davanti all’arca del patto di DIO. 7 In quel giorno Davide affidò per la prima volta ad Asaf e ai suoi fratelli l’incarico di cantare le lodi dell’Eterno.
I leviti erano preposti a ricordare al popolo le promesse del Signore, a ringraziarLo e a lodarLo.
Anche noi abbiamo bisogno di avere rammentato continuamente ciò che Dio ci ha già detto, considerato che dimentichiamo facilmente.
Il popolo sentiva ininterrottamente le lodi innalzate al Signore e viveva nella continua consapevolezza della Sua presenza.
Isaia 56:7 li condurrò sul mio monte santo e li riempirò di gioia nella mia casa d’orazione, i loro olocausti e i loro sacrifici saranno graditi sul mio altare, perché la mia casa sarà chiamata una casa di orazione per tutti i popoli».
Davide voleva costruire a tutti i costi un tempio per Dio, che però gli permise solo di preparare tutto il necessario per la sua costruzione.
Salmi 132:1 [Canto dei pellegrinaggi.] Ricordati, o Eterno, di Davide e di tutte le sue fatiche, 2 come egli giurò all’Eterno e fece voto al Potente di Giacobbe, dicendo: 3 «Non entrerò nella tenda della mia casa, né salirò sul mio letto; 4 non darò sonno ai miei occhi né riposo alle mie palpebre, 5 finché abbia trovato un luogo per l’Eterno, una dimora per il Potente di Giacobbe».
Il suo desiderio viene ricordato anche nel primo libro delle Cronache.
1Cronache 15:1 Davide si costruì delle case nella città di Davide, preparò un posto per l’arca di DIO ed eresse una tenda per essa.
1Cronache 17:1 Or avvenne che Davide dopo che si era stabilito nella sua casa disse al profeta Nathan: «Ecco, io abito in una casa di cedro mentre l’arca del patto dell’Eterno si trova sotto una tenda».
Il tempio fu costruito da Salomone, che regnò con la sapienza e senza alcuna guerra.
1Re 5:5 Perciò ora intendo costruire un tempio al nome dell’Eterno, il mio DIO, secondo quanto l’Eterno promise a mio padre Davide, quando gli disse: “Tuo figlio, che io metterò sul tuo trono al tuo posto, sarà lui che edificherà un tempio.
Nel suo zelo Davide predispose accuratamente tutto il necessario per l’edificazione del tempio, che fu costruito con pietre perfettamente tagliate e ricoperte d’oro, simbolo dei credenti del Nuovo Testamento e della loro nuova natura.
1Cronache 22:14 Ecco, io mi sono preoccupato di preparare per la casa dell’Eterno centomila talenti d’oro, un milione di talenti d’argento e una tale quantità di bronzo e di ferro da non potersi pesare. Ho anche preparato legname e pietre; e tu potrai aggiungerne ancora.
Il re Davide esortava il popolo a cercare il Signore, a lodarLo, ad adorarLo, e nel suo tempo realizzò i desideri del Suo cuore.
1Cronache 22:19 Ora perciò disponete il vostro cuore e la vostra anima a cercare l’Eterno, vostro DIO; poi levatevi e costruite il santuario dell’Eterno DIO, per trasferire l’arca del patto dell’Eterno e gli oggetti consacrati a DIO nel tempio che sarà costruito al nome dell’Eterno».
La preghiera è una componente importante nella vita del credente, infatti Gesù si adirò perché il tempio non si prestava più ad essere una casa di preghiera. In Luca leggiamo che bisogna pregare incessantemente, senza stancarsi. Dobbiamo salvare la nostra famiglia, dobbiamo intercedere per i nostri cari non convertiti e respingere gli attacchi del nemico, perché se noi non possiamo cambiare il cuore delle persone, Dio lo può. Se Egli stesso ci esorta a pregare è perché vuole esaudirci, quindi dobbiamo pregare e sperare, perché con Lui c’è sempre speranza.
Nella parabola del giudice iniquo leggiamo che questi fece giustizia alla vedova perché infastidito dalla sua insistenza, ma se fece giustizia lui che era un uomo malvagio, quanto più la farà Dio, che è giusto e vuole fare giustizia?
Egli ci ama e vuole che Lo cerchiamo dalla mattina alla sera…
Luca 18:1 Poi propose loro ancora una parabola, per mostrare che bisogna continuamente pregare senza stancarsi
… ci esorta a pregare se il nemico vuole distruggere la nostra famiglia o se vuole portare i nostri figli lontano da Lui, perché per mezzo della nostra preghiera Egli interverrà e ci esaudirà.
Luca 18:7 Non vendicherà Dio i suoi eletti che gridano a lui giorno e notte. Tarderà egli forse a intervenire a loro favore? 8 Sì, io vi dico che li vendicherà prontamente. Ma quando il Figlio dell’uomo verrà, troverà la fede sulla terra?».
Il popolo del risveglio crede nelle promesse di Dio, ma ha bisogno di averle ricordate, per questo i leviti erano incaricati di svolgere tale funzione.
Negli ultimi tempi Dio soffierà, molti saranno spinti a cercarLo giorno e notte e prima della venuta del Signore ci sarà una grande raccolta. Lo Spirito Santo è all’opera, sta preparando una generazione secondo il Suo cuore. Quando soffierà, tante maschere cadranno e molti si consacreranno a Lui. Prima che Gesù tornerà, ad attenderLo ci sarà una Sposa innamorata che rimarrà con Lui per l’eternità.
Apocalisse 22:20 Colui che testimonia queste cose, dice: «Sì, vengo presto. Amen». Sì, vieni, Signore Gesù.21 La grazia del Signore Gesù Cristo sia con tutti voi. Amen.
Redazione a cura di Caterina Di Miceli